31.

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Harry's Pov.

Seduto per quattro ore su delle fottute sedie in un fottuto puzzolente ospedale. Ho portato qui Meredith perché non si svegliava, ho chiamato Louis per aiutarmi con Richard e subito dopo ho chiamato anche Rob.
Era triste, imprecava quando è arrivato e ha continuato a farlo quando non gli hanno fatto vedere la figlia. Me l'hanno tolta dalle mani, l'hanno portata via da me e non la vedo da ore. Sono ormai le tre di notte quando dico a Rob di andare a casa e provare a dormire, così quando va via mi poggio contro la parete bianca, sospirando.
Cosa mi stai facendo, Meredith?

Scivolo a terra, chiudendo piano gli occhi e...addormentandomi.

[...]

"Signore."

"Signore!" Mi sento scuotere mentre mi chiamo, così apro gli occhi lentamente, abituandomi alla luce.
Un medico col camice bianco mi sta accanto, guardandomi sconvolto.

"Figliolo, hai due occhiaie bruttissime. Dovresti tornare a casa."

Guardo l'orologio al mio polso e segna le 4:32. Ho dormito per due ore.

"Come sta?" Chiedo, con voce roca.

"Figliolo... mi dispiace, ma è entrata in coma. È caduta e ha sbattuto a testa forte." Mi dice.

Crack. Il mio cuore.

"Ma.. ma quando l'ho portata.." sussurro. "Non perdeva sangue, sembrava star bene.."

"Sembrava star bene..ma con le analisi abbiamo scoperto che la parte dell'emisfero destro è stato colpito."

"Che significa?"

"Che al suo risveglio, potrà non riconoscere dei volti che potrebbero essere familiari."

Il mondo mi è caduto adesso, mi ha colpito al 100%. Cado sulle ginocchia, sentendo i miei occhi pizzicare e bruciare. Singhiozzo. Tremo mentre mi sento accarezzare la schiena. La voce di Niall, che fino ad allora non avevo sentito, mi colpisce dritto in faccia.

"Lei ti ama, si ricorderà di te e tutto tornerà come prima."

"Lei.. lei non si ricorderà di me." Dico tra le lacrime.

"Non ha mai detto questo o il contrario, è vero, ma ha dimostrato più di una volta che a te ci tiene."

"Vieni, andiamo a casa." Dice sussurrando.

[...]

"Grazie ragazzi, ma ora potete andare anche. Domattina andrò a trovarla."

"Se hai bisogno, chiama." Afferma Louis.

I ragazzi annuiscono in accordo, salutandomi e chiudendosi la porta della camera dietro. Mi butto sul letto, sospirando. Sono le sei quasi del mattino, il sole inizia a sorgere e mi sento tremendamente solo.
Ora, più che mai, sono convinto di trovare quei bastardi che lavoravano con Leyton. Lui è morto, ma in qualche modo ci sarà qualcun altro a dettare leggi. Mi alzo, prendendo il pc da sopra il comodino e mi siedo sul letto. Infilo la chiavetta nel pc e aspetto che si avvii. Si apre la mappa delle città dove Leyton ha attaccato e includo anche il parco dove l'ho ucciso. Mi vibra il telefono, Liam.

Da: Liam
Mi sono occupato io del suo corpo, non pensarci più. Alle 12:45 passo con i ragazzi, andiamo tutti da Meredith.
Dormi bene, fratello.

Dopo ore e ore, sorrido. Un sorriso vero, un sorriso dovuto ai miei amici, ai miei fratelli...la mia famiglia.

Quando mi sveglio, è mezzogiorno: mi sono addormentato con i vestiti, le scarpe, il pc acceso e i miei fogli sul letto.
Mi alzo stiracchiandomi, mentre vado in bagno per farmi la doccia. Ne esco poco dopo, avvolgendomi un asciugamano sui fianchi. Asciugo i capelli con un altro asciugamano,legandoli subito dopo e vado in camera. Boxer, jeans neri, maglietta nera, camicia e converse. Nell'esatto momento in cui infilo il cappotto, suonano.
Afferro le ultime cose, scendendo giù e trovandomi il mio vecchio Range Rover.

"Allora, amico, ti va di guidarlo questo bel gioiellino?" Sorride Zayn.

I miei amici.

Meredith's Pov.

Sono in un posto chiuso, un luogo dove non sono mai stata o forse ci sono stata, ma non ricordo quando.
Cammino in questo buco nero, guardandomi intorno. Di colpo le pareti nere iniziano a colorarsi.
Piano piano, inizio a riconoscere il piccolo soggiorno della mia vecchia casa: le pareti di un giallo pallido, tutte le foto di famiglia appese alla parete, sul tavolo c'è anche il vaso con i fiori preferiti di mamma: delle rosse bianche molto profumate. Papà gliele portava ogni volta che litigavano, prima di tornare a casa. Cercava di farsi perdonare e, un ricordo molto vivido, è quando papà baciava la fronte alla mamma, sorridendo dolcemente.
Mi distraggo quando dalle scale scende una bambina correndo e tiene la mano di un uomo: la bimba ha i capelli lunghi e biondi, attaccati con due codine alte come Pippi Calzelunghe; i suoi occhi sono chiari, ride e continua a dire al papà che vuole il gelato per pranzo. Il papà ride, ma la rimprovera dicendio che non può mangiare del gelato a pranzo.
Poi, di colpo, tutto diventa buio come prima. Mi cade una goccia sul naso, alzo gli occhi e inizia a vedersi il cielo grigio, con della pioggia che scende velocemente. Rimango sconvolta quando ci sono delle persone in piedi, vestite di nero e una bara al centro. Il prete sta recitando la messa; ci sono mio padre, mia nonna, mia zia, ci sono tutti tranne...mia madre.
Mi avvicino, i piedi camminano sull'asfalto bagnato. Sento il petto stringersi alla vista di una bimba che piange, poggiata sul collo del padre.
Sono io e questo è il funerale di mia mamma.

Non so dove mi trovo, questo posto è strano: cambia ambientazione ogni volta a secondo dei miei sentimenti.

[...]

I giorni passano in fretta, essendo sincera non capisco quando è giorno e quando notte. Passo tutto il tempo a rivivere i miei ricordi, uno dopo l'altro. ho capito come funziona, diciamo, tutto parte dai miei sentimenti e da quello che provo.
Adesso giro per la mia camera, guardando una ragazza ormai formata coricata sul suo letto. C'è un ragazzo accanto a lei; alto, capelli ricci e occhi verdi. Due occhi che incantano il mondo intero. Ride, tenendosi lo stomaco.
Un secondo dopo, mi trovo su una terrazza. Ci sono io che barcollo sul cornicione del palazzo e sempre lo stesso ragazzo che mi richiama, allungando un braccio verso di me. Quando sto per cadere, mi afferra per il braccio e mi tira contro il suo petto. Mi stringe forte mentre mi accarezza i capelli.
Di punto in bianco sono di nuovo nel buio e cerco di ricordare qualcos'altro. Una luce forte si irradia, accecandomi. Chiudo gli occhi e, quando li riapro, una donna in tutta la sua bellezza, mi aspetta. Ha i capelli lunghissimi e mossi, gli occhi chiari e...il mio sorriso.

"Mamma." Sussurro con le lacrime agli occhi.

Qualsiasi cosa stia succedendo, sono felice di vederla.

***
Eccomi qua!
Vi chiedo immensamente scusa se vi ho fatto aspettare, ma purtroppo ho dovuto perché ho avuto dei problemi.
Spero che ne sia valsa la pena di aspettare, anche se il capitolo non mi piace molto.
Stavo, comunque, pensando una cosa: che ne dite se, nel prossimo capitolo, metto alcune idee vostre? Per esempio, io potrei fare in modo che Meredith si risvegli e voi mi dite come vorreste che il capitolo si svolgesse.
Altrimenti, faccio io.

Commenti qui sotto se l'idea vi alletta.

Al prossimo capitolo,
G xx

the bodyguard. |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora