LO SAPEVI!

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Sento la porta chiudersi, e mandando una veloce occhiata ad essa, vedo che, come avevano annunciate, Sveva e Stella non c'erano più.

Metto un'altra pila di magliette e maglioni nel baule, aperto e poggiato sul letto.

Poi guardo Angel, che sta cercando con tutta de stessa di schiacciare i vestiti nel baule.

"An, se non le pieghi quelle robe non..." ma mi bloccai, perché la biondina ora sedeva sul baule, chiuso, con aria trionfante.

"Dicevi Ro?"

"Nulla An, nulla" dico ridendo.

Quanto manca, ora? Adesso che i bauli sono fatti, che sto per andrmene da qui, per andare a casa. E da quando consideravo casa non più un posto accogliente e sicuro? Da quando non la consideravo davvero casa?
Sarei tornata a considerarla tale?

E quanto tempo mancava?

"Poco..." sento mormorare An.

Alzo lo sguardo di scatto, e solo allora capisco che effettivamente ho detto quelle parole a voce alta, e non solo nella mia mente.

"Come la prenderanno, tutti?" ormai il discorso è aperto, e tanto vale finirlo, per togliermi i dubbi, quei punti interrogativi che da giorni mi tempestano la mente.

"Tuo padre non tanto bene, credo. E tanto meno Zio Harry o Zia Ginny..."

"E mamma?"

"Ti farà un misto di ramanzina noiosa e rimprovero" dice arricciando il naso in una smorfia.

"E... tutti gli altri, An? Se poi mi escludono? Io li voglio troppo bene per lasciarli..." mormoro velocemente. Dure quelle parole da pensare. Ma è più facile dirle o pensarle? Di certo non è facile pensarle quando te le ritrovi davanti, quando si sono appena 'avverate'.

Lei si avvicina, mi poggi le mani sulle spalle e sorride, con i suoi denti bianchi e perfetti, con quel suo sorriso carico di rassicurazione, pieno di tenerezza e bontà, con quelle labbra sottili curvate all'insù.

"Per prima cosa, io non ti abbandonerò mai. Mai" lo dice sussurrando, scandendo le parole, fissandomi negli occhi.

"E seconda cosa, non lo faranno neanche loro. Perché non sono stupidi. Forse James un po' si, ma non credo così tanto..."

Mi lascio scappare una piccola risata.

Capisco, dal suo tono, che sono vere, quelle parole. Che lei le pensa veramente. Perché non è un discorso preparato la notte, quando non riesci a dormire, o preparato tempo fa.

Lo dice ora.

Lo dice con sincerità.

Ma per quanto sincera possa essere, per quanto buone siano le sue intenzioni, quando mi stringe e mi dice 'andrà tutto bene', non ne sono proprio del tutto convinta.

"Ti amo, Rose"

"Lo so, lo so!"

"Sei stanca? Vuoi che non te lo ripeta più?"

"Ecco!... Però un'ultima volta me lo dici, una sola!?"

Cammino per il corridoio a passo regolare, guardandomi intorno.

Prima due Tassorosso, poi tre Serpeverdi. Poi diventano solo uno, ed è una Corvonero.

Le figure di queste persone mi schizzano davanti. Ancune mi rivolgono un cenno, e non mi ricordo neanche chi siano.

"Rose! Hei Rose!" Mi chiama una voce più in là.

Il mio passo, che prima era costante, ora è più veloce, per arrivare alla fonte della voce.

NONOSTANTE TUTTO TU SCEGLI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora