NO, È GIUSTO ALBUS

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Four years later...

Guardo la bambina che ho affianco. Ha il braccio teso pigramente verso l'alto, e afferra con la sua piccola manina la mia, per quanto riesce a farlo. Fissa i propri piedi, che camminano svelti in quel prato.

Alla fine, mentre continuo a fissarla, sorrido tra me e me. Tutto ciò che mi ero immaginata, tutto ciò che mi ero promessa, si stava finalmente avverando.
Per quattro anni, che erano sembrati mille.
La Tana mi è sempre più vicina, e non è cambiata affatto.

"Mamma, ma dov'è che stiamo andando?" Chiede con la sua vocina infantile. E infantile non è un insulto.
Ha gli occhi verdi di lui, speranza, e forse sono l'unica cosa che mi ha portato ad andare avanti in questi quattro anni. Ha i capelli mossi e lunghi fin sotto al mento, di un color pece, spesso spettinati. Le sorrido, e sorrido alla me di quattro anni fa, che ha vinto contro l'aspettativa di Angel. L'ho senpre detto che sarà più Potter che Weasley. E infatti, apparte il movimento dei suoi capelli e le lentiggini sparse sul viso, e accenni al nostro carattere, è totalmente come lui.

"A conoscere i nonni, amore" lei si ferma e tira su lo sguardo. Vedo nei suoi occhi un luccichio che conosco troppo bene.

"I nonni? I nonni buoni di cui mi hai parlato!?" Strilla, e annuisco sorridendo. Poi la sua mano scivola dalla mia, e comincia a scontrarsi ripetutamente con all'altra, in un piccolo appaluso. E poi ride. E la sua risata, è stato il suono più bello che ho sentito da quattro anni a questa parte. Allungo le braccia verso di lei, e lei non ci mette niente a saltarmi su. La stringo in un caloroso abbraccio, che lei ricambia un po' goffamente.

Gabrielle Louisa Potter.

Non male, come nome. No?
Mentre la bambina sorride, ancora tra le mie braccia, e io mi avvicino alla porta della Tana, mi vengono in mente sempre più dubbi.
E se fossero arrabbiati? Se non accettassero la bambina? Se ci cacciassero via? Non ho un posto preciso dove andare, e nessuno a cui chiedere una risposta alle mie domande.

Sono scappata da quel piccolo appartamento che avevo in Irlanda, ho lasciato l'amica momentanea che avevo avuto, e che mi ha aiutato a crescere la bambina. Ho lasciato quattro anni, per riprendere i miei 16 che ho trascurato. E per ricominciare.

Ma la mia mano corre già sulla manigliadi quella porta in legno. Sento le voci, e gli occhi mi si fanno lucidi, la mano mi trema.

Ma come ho fatto, ad andarmene? Mi chiedo. Poi sento una manina fredda sulla mia guancia, che si strofina su di essa con un po' troppa pressione. Mi giro. E Gabrielle sorride. La sua manina si allontana e solo allora mia accorgo che era una lacrima, quella che lei ha asciugato.

"Non piangere, mamma" mi rassicura, e io sorrido di più, mentre mi affretto ad asciugarmi gli occhi. Devo sorridere. Non piangere.
"Brava!" Annuisce, forse in una maniera più evidente del normale, mentre parla con quel linguaggio forse un po' troppo perfetto per una bambina di quattro anni. Ma ehi, è pur sempre la figlia di Rose Weasley!

La mia mano ritorna sulla maniglia. Chiudo gli occhi, poi di scatto la apro. Insieme ai miei occhi. Però... Nessuno è in casa. Le voci continuano a bisticciare, urlare, ma nessuno si vede in giro. Per un attimo mi sento persa. Poi realizzo.

Alla Tana, verso Maggio che è ora, siamo sempre stati fuori, sul retro. Quindi è lì che vado. Prima di girare l'angolo, faccio segno alla bambina di stare in silenzio, e lei si porta una mano a coprire il sorriso.

Eppure, non ho il coraggio di girarmi. Cosa sarà cambiato? Mamma, papà, cosa hanno fatto? Hugo? Louis? Ed Angel? E Scorpius?

Ma io ormai ho vent'anni. Ho una figlia. Sono grande. Forse troppo per la mia età, ma grande.

NONOSTANTE TUTTO TU SCEGLI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora