COSA FAREMO DOPO?

2.2K 129 1
                                    

Giro l'angolo ancora pensando a Angel, Fred e la festa.

Tutto tranne la festa. Ho già troppi problemi per quella precedente, e vi assicuro che ne basta e avanza una.

Mi passo una mano veloce tra i capelli, e già vedo in lontananza la porta dell'aula.

La guardo ancora quando con la spalla urto qualcuno, non vedendo esattamente chi sia.

Finché non alzo lo sguardo e vedo dei capelli neri e spettinati e due occhi verdi.

"Oh, sei tu Al. Scusa" sorrido guardandolo.

"Di nulla Rose" dice continuando a camminare. Lo seguo. Vorrei chiedergli di Scorpius, ma credo che non sia la persona esatta a cui chiederlo.

"Albus, per l'altro giorno, scusami. Non avrei dovuto far vedere la foto ad entrambi nello stesso momento" dico frettolosa, cercando il suo sguardo.

"No Rose. Era solo rischioso. Non hai notato come ci ha guardato?"

"L-lo hai notato anche tu?" Lo guardo sorpresa. Non sembrava, da come continuava a guardare la foto.

"Si. Ma non importa, ormai" sorride e si ferma, girandosi verso di me. Lo guardo sorridendo. Anche se quel sorriso non è proprio allegro.

"Mi dispiace" dice continuando a guardarmi, mentre il suo sorriso svanisce.

"Cosa? E di cosa Al? Non hai fatto niente..." dico cercando di capirci qualcosa.

Lui scuote la testa.

"Se non... se noi non fossimo.. andati a letto, ecco, non sarebbe successo niente. Anzi, se non ti avessi baciata quel pomeriggio, tutto poteva andare meglio"

Volevo dargli torto, dirgli che non era così. Ma non riuscivo a fare altro che guardarlo negli occhi, quei stupendi occhi verdi.

Sapevo che un giorno sarebbe questo momento, ovvero il momento in cui avremmo riparlato, come si deve, di ciò che è successo prima della festa. E se mai avremmo parlato anche di quella, sarebbe venuta dopo, segno che sarebbe stata una conversazione lunga, ma soprattutto fastidiosa.

Non riuscire a trovare le parole adatte poi, pensavo, porta ancora di più ad allungare il tempo.

In pratica anche ciò che mi stava succedendo ora.

Perché non riuscivo a dirgli che aveva torto? Forse perché non ce lo aveva? Impossibile. Lui semplicemente era esploso.

Ogni persona esplode, dopo che per tempo ha nascosto dei sentimenti importanti, pur sapendo che quel giorno sarebbe arrivato, e che se ti andava male ti portava a... questo.

E non mi stupisco di quanto abbia fatto male.

Intanto continuo a fissarlo, mentre lui china la testa, guardandosi i piedi.

"Non è colpa tua" riesco solo a mormorare.

"Si che lo è, Rose" risponde subito lui, sollevando lo sguardo.

"No Albus. Tu hai pure ragione in questa storia. Se tu mi ami, da... 16 anni..." è duro da dire. Posso solo immaginare, ma non provare, il suo dolore. "Non è colpa tua"

"Potevo anche non dimostrare niente, però" continua ancora, senza mai distogliere lo sguardo.

"E aspettare altri due anni? Arrivando a 18 anni? Che poi sarebbero diventati venti, venticinque e trenta? E per tutti questi anni avresti continuato solo a scriverlo su pezzi di carta che poi non so neanche dove vanno a finire?" Sembra più un rimprovero. Anche perché ho alzato anche un po' troppo il tono.

NONOSTANTE TUTTO TU SCEGLI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora