LA NEVE COMPRIMERSI A FORMA DI PASSI

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Mi sveglio questa mattina, con un sole non molto forte, con le urla di Lily e Hugo, con le risate di James, Louis e Fred, con i genitori che si svegliano man mano, con Angel che mi salta sul letto, gridando buon Natale.

Che le è preso non lo so, ma mi alzo dal letto quella mattina come se fosse l'ultima di tutta la mia vita.

E forse lo era.

Mi avvio veloce al bagno, mi lavo e vesto velocemente, poi esco e prendo ridendo la mano di Angel, e la trascino con me giù, ridendo e urlando come due matte.

Superiamo una Dominique mezza addormentata, se non totalmente, una Molly infuriata dal disordine, uno zio Bill che sorride raggiante, e poi, nella sala, sotto il grande albero tutto il resto del clan. O quasi. Non mi sono messa a contarli tutti, se no sarebbe passato anche Capodanno.

"Auguri Rosie!" Trilla Lily, venendomi ad abbracciare, per poi abbracciare Angel e correre di nuovo giù.

Sorrido a quella scena, pensando che sono davvero fortunata ad avere... una famiglia così.

Dopo di Lily mi viene a salutare Roxanne, poi Hugo.

Intanto saluto Lucy, la nonna e il nonno, e credo la maggior parte dei presenti, se non tutti.

Angel comincia a parlare con Molly di una cosa che non ho capito tanto bene, quindi mi accomodo su un divanetto vicino al fuoco che già scoppietta.

Al pranzo mancano all'incirca quattro ore e mezza. Poi spero che questa felicità si trasmetta anche dopo.

Mi sono imposta di essere positiva, di non pensare negativo, o almeno totalmente. Anche se da ciò che ho imparato, l'essere positivi ti illude, l'essere negativi ti sorprende, mi dice di essere negativa.

Dovremmo ancora aspettare la famiglia Paciock la famiglia Scamander, che come ogni anno entrambe si uniscono a noi.

Il problema è che più siamo, peggio è. Credo che sia così.

Mi accorgo che più in là sono scesi Al e Scorp, e non riesco a guardare né uno, né l'altro. Così mi alzo, mi faccio strada tra varie persone che mi sorridono e che mi fanno gli auguri, e mi limito a ringraziare, e vado verso l'ingresso. Recupero un giaccone e lo infilo.

Apro la porta e mi ritrovo fuori, dove tutto il giardino è innevato, dove anche gli alberi lo sono, dove tutto è bianco.

Mi da un'idea di pulito, pace, leggerezza... purezza.

Cammino lentamente affondando le scarpe nella soffice "acqua gelata", e un sorriso mi spunta sulle labbra.

Erano quasi dieci anni fa, quando avevo sette anni e giocavo anche io nella neve, spensieratamente.

Giocavo e non mi preoccupavo di nulla, tranne che di colpire con le palline la squadra avversaria.

Andando sempre più avanti, con il solo rumore ormai degli stivali che calpestano la neve e le voci sempre più lontane, mi ritrovo sotto l'albero che ho sempre amato, e non so neanche bene perché.

Ci arrivo e mi siedo su una delle radici che sono uscite dal terreno, fino a stendermi totalmente. Sopra di me solo le foglie dell'albero, che molte volte ho fissato.

Sorrido per alcuni ricordi che fanno capolino nella mia mente, e li rivivo come se fosse ieri.

Ma in effetti era ieri quando con Angel siamo rimaste per più di mezz'ora a fissare gli altri giocare, con la semplice scusa che eravamo stanche.

Ma in effetti era ieri quando mi arrivò una 'pallinata' in pieno viso.

Ma in effetti era ieri quando mi sono alzata, e ho cominciato a tirare quante più palline trovavo.

NONOSTANTE TUTTO TU SCEGLI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora