West Yorkshire.

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-Capitolo 44.

Tutto ciò a cui pensó Madless mentre le grida delle persone presenti nella sala rimbombavano fra quelle pareti scure, era al volto ricoperto di tagli della persona di fronte a lei. Saltellava sul posto, scuotendo di tanto la testa,  agitando le mani chiuse in due pugni davanti a lui. Delle gocce di sudore scendevano lungo tutta le sue spalle, tracciando gli addominali e tutti i muscoli in movimento, fino a fermarsi contro l'elastico dei pantaloncini blu scuro. E nonostante tutto Madless lo amava, anche in quella condizione, anche dopo tutte le menzogne e i tradimenti, perchè di qualsiesi cosa fossero fatte le anime, la ragazza sapeva che la sua e quella di Zayn erano combinate, perfette per stare insieme.

Anche distanti, si sarebbero amate e non si puo', pensò lei, andare contro a qualcosa di giá previsto.

Trattenne un lungo respiro appena udì un uomo robusto, vestito di nero, gridare il nome del suo ragazzo.

"Signori e Signore, il momento tanto atteso è arrivato!" La folla esultò e Madless si prese dei minuti per osservare tutto il trambuto presente.

Donne, uomini e perfino qualche bambino puntavano il dito contro il loro "guerriero." preferito, probabilmente ognuno di loro aveva scommesso una somma di soldi su uno dei due. E anche in quel momento, lei avrebbe scelto Zayn. Aveva messo la sua vita tra le sue mani. 

"Abbiamo il grande, unico, lottatore di boxe: Sam Clifon." L'uomo afferró il braccio del primo lottatore, alzandolo di colpo. La folla apprezzò il gesto, richiamando il lottatore affinchè si mostrasse senza cappuccio. Il suo volto era rimasto chino sin da quando aveva messo piede sopra quel ring. Dopo altre urla da parte di alcuni, un sorriso beffardo non tardò a dipingere le labbra del muscoloso sconosciuto. Alzò il cappuccio nero, aiutandosi con le dita, lasciandolo cadere sulle spalle ricoperte da inchiostro. Quell'uomo le procurava timore, e forse non era l'unica in quella stanza piena di gente a pensarlo. Ma a Madless non importava di Sam Clifon, il suo uomo era rimasto seduto ad un lato del ring e le dava le spalle. La poca luce al centro della sala non era d'aiuto mentre cercava di cogliere ogni dettaglio utile per ricostruire ciò che le era stato detto.

-Dei giorni prima:

Ognuno aveva preso posto su una delle comode poltrone di casa. La maggior parte dell'attenzione era rivolta a me.

Occhi curiosi scrutarono il mio corpo, avevo ancora addosso gli abiti di Louis. Per un momento mi dimenticai del reale motivo di quella riunione e pensai istintivamente a coprirmi il petto con le braccia.

Liam fu il primo ad intervenire. "A cosa é dovuta questa rimpatriata?" Un cenno di risata proseguì la sua domanda.

Louis lanció uno sguardo al moro e schiarendosi la voce, prese a parlare.

"Madless vuole che sia al corrente della situazione."

Harry alzó un sopracciglio. "Riguardo?"

"Riguardo Zayn." Momenti di silenzio seguirono le mie parole. Alzai lo sguardo dal mio grembo, pentendomi all'istante di quella scelta.

Era sceso uno strano clima nella stanza, nessuno voleva proferire parola mettermi a conoscenza delle verità, come se avessero paura che la fragile parte di me sarebbe crollata velocemente. Così continuai a parlare.

"Di cosa avete paura? Che cada nella depressione e possa tornare ad avere i miei incubi riguardo la notte in cui sono stata drogata?" Rivolsi uno sguardo di sfida a tutti i miei amici, ma solo Rosalie mantenne i suoi occhi nei miei come se volesse farmi capire che si fidava di me, che potevo riemergere da sola da tutta quella merda di situazione.

La mia migliore amica scosse freneticamente la testa. "Mad, non è tutto così facile come sembra."

"Cosa non é falice? Questa é la mia vita, ho il diritto di sapere, voglio sapere. Non potete tenermi all'oscuro di tutto per sempre, non voglio questo."

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