Passion and naked bodies.

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Capitolo 36.-

Stavo davvero cercando di concentrarmi sull'articolo che avrei dovuto consegnare alla signora Duth non che la mia nuova direttrice ma Zayn mi rendeva tutto molto ma molto più difficile. Si aggirava per la cucina, in cerca di qualcosa da mangiare e anche se gli avevo detto più volte di prendersi qualcosa da solo dai mobili dove vi erano le provviste, cercava in ogni modo di stuzzicarmi e farmi distrarmi in qualsiesi modo.

Aveva tenuto basso il volume della televisione che in quel momento stava trasmettendo una delle serie più noiose ma a lui andava bene così o almeno era questo quello che mi diceva. Bhe, in effetti la serie tv non riusciva proprio a tenerlo a bada e lontano dalla mia vista visiva. Credo che fosse proprio questo il suo intento: distrarmi dal lavoro così che poi potesse vantarsi di esser riuscito a distrarmi. Quella settimana mi era stato affidato il compito di trarre notizie sull'attualità della città; in poche parole dovevo scrivere cose non noiose ma allo stesso tempo importanti e non avevo scritto nemmeno molto. Cosa da dire su BradFord c'erano a partire dai bei palazzi ai verdi prati o anche gli storici monumenti. Digitai qualche nota sul foglio, ancora vuoto, ma poi scossi la testa, cancellando nuovamente tutto.

Dovevo scrivere per un giornale ed ero un'apprendista non una sorta di guida turistica. Sbuffai, lanciando un'occhiata al divano trovandolo vuoto. Il ragazzo dalle iridi marroni non era più seduto su di esso e solo quando sentii due braccia avvolgermi le spalle ne ebbi la conferma.

"Ha ancora molto da fare?"

Domandó portando lo sguardo sul portatile.

Sbuffai. "Non ho scritto niente, niente di niente." Mi massaggiai le tempie, ripetendomi che quel lavoro era davvero di un importanza estrema.

"Magari ti serve solo un po' di tranquillità."

Poggió il mento sulla mia spalla, pressando le nostre guancie. Lo sentii respirare e i piccoli peli dovuti alla barba folta mi solleticarono la pelle.

Raccolsi quel poco del coraggio che avevo. Dovevo lavorare. Dovevo lavorare.

"Davvero, devo lavorare."

Lui mormoró in protesta.

"Sembra noioso, e anche tanto."

E tutti i torti non li aveva.

"Okay, ma solo dieci minuti di pausa."

Chiusi lo schermo del portatile, trovando poi uno Zayn raggiante.

"Ora, vorrei uhm, che ne dici di ballare?"

Si grattó la nuca, impacciato.

Risi. "Vuoi ballare?" Corrugai la fronte.

Annuii, intrecciando le nostre mani prima di condurmi in salone.

Mi attiró velocemente contro il suo corpo e silenziosamente mi insultai per non esser mai stata una brava ballerina.

Accentó qualche strofa di qualche canzone che non riuscii a riconoscere ma non mi importava, ero contro il suo petto e stavamo improvvisando un ballo e questo era abbastanza. Tracció le mie clavicole con una mano e mi guardó intensamente per tutto il tempo. Avevo come la sensazione di esser felice come non lo ero da tempo e forse, per una volta, avevo ragione. Fece scorrere poi l'altra sua mano lungo il mio braccio, causandomi una scia di brividi. Zayn aveva il controllo di me e ne era ben consapevole. Il mio corpo oscillava da un piede all'altro, e con l'aiuto delle sue braccia, mi fece voltare piu' volte su me stessa. Ed ogni volta, che mi fermavo di colpo, avevo perennemente i suoi occhi sulle mie labbra. Mi morsi il labbro inferiore, al solo pensiero del suo profumo contro il mio. Con uno sguardo, quasi come se volesse avere il permesso, portó le nostre labbra a pochi centimetri di distanza, sussurrando ancora altre parole.

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