New Harry.

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Capitolo 17.-

Non poteva essere che lui: Harry Styles in tutta la sua bellezza. Ovviemente era coinvolto in un triangolo amoroso, lui si che se ne intendeva di queste cose. Una bandana blu raccoglieva alcuni dei suoi ricci, evitando così di farli cadere davanti agli occhi.La luce artificiale non mi permetteva di scrutare a meglio i suoi occhi palesemente chiari.

Era intento a guardare dentro il suo bicchiere di vetro ormai vuoto. Girava cautamente l'oggetto tra le sue dita, per poi batterlo più volte sul tavolo di legno. Il barrista sbuffó per quella che sembrava l'ennesima volta. Harry degludiva drink molto velocemente e ció non era di certo un buon modo per rimanere sobrio.

"Ti do l'ultimo, Tom mi ha raccomandato di non farti bere molto." Lo avvertì il ragazzo dopo aver riempito il bicchierino con un liquido trasparente.

"Almeno non anche stasera, Harry."

Harry lanció un occhiataccia al ragazzo. Sicuro come la morte, non avrebbe ascoltato gli ordini di Tom. Posó lo sguardo su di me:si era accorto che lo stavo guardando da troppo tempo ormai.

"Paige?" Borbottó.

Ohw andiamo, cos'é questa mania di paragonarmi sempre a lei?

"No tu sei Emma." Si corresse, sbagliando nuovamente.

"O Rebecca..oppure Andy." Farfuglió.

Aveva le idee ben chiare.

"Felicia?"

"Harry sono Mad, M a d."

Decisi di interromperlo;sarebbe andato avanti con la lista di stupidi nomi per ore.

"Fottute donne." Commentó.

"Non dovresti essere qui.Ora che ci penso, Zayn lo sa?"

Per quale ragione Zayn dovrebbe sapere i posti che frequento?

"No e comunque non dovresti dirglielo." Risposi duramente.

"E comunque dovrebbe saperlo."

Ammiccó un falso sorriso, componendo sullo schermo del telefono il probabile numero di Zayn.

"Harry!" Lo richiamai.

"Zayn amico, indovina chi ho trovato da Tom." Alzai gli occhi al cielo, cercando di strappargli l'oggetto. Strinse ancora più forte il telefono nella mano, allontanadosi di poco.

"Ha detto che é poco distante da Fall, viene a prenderti e ti porta a casa." Unì le labbra in una linea ammicando un sorriso, soddisfatto del risultato ottenuto. Ripose il telefono nella tasca dei jeans neri, sistemando alcuni ricci servaggi.

"No, assolutamente no." Scossi la testa, cercando di non urlare visto che Harry faceva fatica a sentirmi.

"Fossi in te aspetterei Zayn tranquilla e te ne sarei grata se mi lasciassi bere il mio drink in pace." Poggió i gomiti al bancone, ordinando della vodka. Doveva avere la fissa per quell'alcol.

"Ohw e non allontanarti da me, sono le due di notte e non é prudente che una ragazza come te vada in giro da sola."

Mi invitó a bere un sorso del suo drink ma rifiutai offrendogli uno dei miei più falsi sorrisi.

"Ormai ti ritiene sua." Bagnó le labbra con la lingua, per poi tornare a bere.

"É sempre stato un tipo protettivo ma non con tutte. L'hai cambiato Mad e ti pregherei di farlo tornare quello di prima. Tu sei una ragazzina sensibile e quelli come me e Zayn, non sanno gestire le ragazzine deboli di cuore. Ogni gesto che lui ritiene giusto, per te é sbagliato. Non dimenticare:siete diversi.Tutto qui." Scosse le spalle ingenuamente.

Lasciai cadere un sospiro di amarezza.

Il locale era ormai quasi vuoto ed Harry continuava a bere. Nonostante i numerosi drink era ancora in piedi. Dopo il liceo, l'avevo intravisto per le strade della città e diversamente da come aveva fatto quel giorno, mi aveva riconosciuto.

La porta dell'ingresso si spalancó, rivelando l'alta e muscolosa figura di Zayn. Il cuore sembrava correre nella sua direzione, amando il modo in cui cercava i miei occhi tra la folla. La voglia di andargli incontro era tanta ma l'orgoglio mi faceva rimanere ferma al mio posto. Harry sembró occorgersi della sua presenza nel locale e così gli sorrise, alzando il braccio tatuato. Si avvicinó a grandi passi, cercando di trattenere la rabbia che riuscivo a percepire anche a metri di distanza. Mi insultai mentalmente per dar retta alle mie debolezze, convincendomi che non aveva nessuno motivo per essere arrabbiato.

"Grazie per avermi avvisato." Disse a denti stretti continuando a fissarmi.

Tutte quelle settimane passate a ragionare sui miei inutili pensieri rivolti al rabbioso ragazzo che mi stava guardano con occhi duri, erano andati in fumo. Stranamente lo seguii fuori del locale. Non volevo creare nessuna scenata in un luogo pubblico e colmo di persone. Mi ritrovai nella sua macchina dopo aver percorso il tragitto silenziosamente. Il silenzio mi faceva paura:sapevo che sarebbe esploso in qualsiesi momento e non era buon cosa.

"Non c'era bisogno che venissi."

Buttó via un boccone di fumo nero dalla bocca, concentrato a guardare la carta della sigaretta lentamente spegnersi.Mi sembrava che non volesse dar retta alle mie parole.Nervosamente battei le mani a ritmo sulle gambe coperte appena dai pantaloncini rossi. Seguii i suoi movimenti, desiderosa di avere una risposta. Una mano fredda fu poggiata dietro al mio collo scoperto, tirandomi vicina al suo volto. Mi trasportó sul sedile del passeggero e istintivamente divaricai le gambe, sedendomi sul suo bacino.

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