The time.

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Capitolo 19.-

Ormai l'alba era passata e il sonno tardava a venire.

Nonostante il tempo che si trascorre a dimenticare una persona, niente sarà mai abbastanza: il battito accellera al suo minimo sguardo, gli occhi cercheranno il suo corpo tra la folla, la mente ripercorrerà tutti i momenti trascorsi con lei e alla fine ti rendi conto che anche guardare il cielo ti porta a un suo ricordo, anche ascoltare una canzone potrà portarti tristezza. E poi guarderai altre coppie e ti domanderai dove hai sbagliato e ti domanderai cosa starà facendo la tua metà. Per quanto ci costa ammetterlo, quella persona rimarrà nel nostro cuore, rimarrà parte delle tue ferite, parte esistente dei tuoi giorni.

Poteva sembrare una cosa giusta riprendere un rapporto ormai chiuso? Poteva mai, dipendere la mia felicità, da un ragazzo? Lasciamo che gli altri possano entrare e prendere di noi ció che loro, ritengono appartenergli.

Vediamo andar via quello che ci appartiene e lo lasciamo andare, perché troppo stanchi non vogliamo combattere. Ma la nostra stanchezza non é di fatica bensì di parole. Vorremmo non dover per forza creare un dialogo per farci capire ma semplicemente, lasciarci guardare.

Alcuni hanno questo potere: bastava un semplice sguardo e ogni tua debolezza emergeva dall'abisso profondo del tuo cuore. Queste persone, non sono fantomanti maghi o stregoni che hanno la capacità di leggerci dentro; queste persone sono coloro che ci conoscono ma non di vista, non di sfuggita, ci conoscono davvero per ció che siamo. Non dovremmo lasciarle andare ma semplicemente godere ogni giorno che puó essere trascorso in sua compagnia. Lasciare andare qualcuno non é segno di poco amore verso quella persona ma semplicemente una dimostrazione di libertà. Lascia volare chi vuole e guarda il suo volo: se torna da te nonostante la gioia di un nuovo istante allora vuol dire che é degna del tuo amore. Aggrapparsi a un ricordo per vivere non é vivere ma sopravvivere. Non si vive di ricordi ma d'amore, amore puro. Zayn per me era gioia, dolore, amore e paura ma era difficile ammetterlo. La paura di essere distrutta da un'altra persona prevase dalla gioia di essere felice con essa.

"Non hai sonno?"

Saltai per lo spavento, facendo cadere dell'acqua fuori dell'orlo del bicchiere troppo pieno.

La sua voce era ancora più roca dopo un sonno di un paio di ore.

"Mi fai spaventare." Portai una mano al petto, scuotendo la testa. Il pavimento della cucina era freddo sotto i miei piedi nudi mentre avanzavo verso il divano.

Incrociai le gambe, sorseggiando l'acqua troppo fredda.

"Non hai risposto alla mia domanda."

Solo quando si sedette anche lui sul divano di fronte a me, notai la canotta verdastra e la tuta, fin troppo grande, nera che copriva il suo corpo, dandogli un aspetto più innocente del solito.

"Potrei chiederti la stessa cosa, ma non lo faccio." Risposi poggiando il bicchiere di vetro sul mobile al mio fianco.

"Io almeno non avrei paura a risponderti. Posso anche farlo, basta che me lo chiedi e ti diró la verità. Saresti disposta a farlo anche tu?"

Gli avrei detto la verità? No, non gliel'avrei detta. Potevo mai spiegare al bellissimo ragazzo con cui parlavo che il motivo delle mie notti insonni non erano altre persone o pensieri ma bensì lui? No, non volevo. In realtà non volevo mostrargli un'altra mia debolezza; già averlo baciato nella sua macchina era stato abbastanza. Almeno per quella volta.

"La risposta sarebbe troppo banale." Scossi le spalle, portando una ciocca ribelle dei capelli ricci dietro all'orecchio. Di solito erano lisci ma non so per quale strano motivo quella mattina avevo deciso di arricciarli.

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