Demons and means love.

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Capitolo 33.-

C'erano molti tipi di dolore e avevo sofferto ognuno di esso, imparando ad andare avanti nonostante tutto me lo impedisse. Avevo sofferto d'insonnia a causa dei numerosi ricordi che nella notte mi tormentavano, non concedendomi di fare un sonno almeno tranquillo. Avevo avuto incubi e di quelli non potevo nemmeno decifrare il dolore ma ero riuscita a conviverci con la costante e tremenda paura che, in ogni ora del giorno, i miei illustri demoni si sarebbero svegliati e mi avrebbero tormentato ancora una volta. Avevo provato il senso di essere derisa, schernita, criticata da gente che non valevano niente nella mia vita ma non sapevo per quale stupido motivo, le offese anche quelle più insignificanti, mi facevano male. Anche il dolore fisico era banale, quello l'avevo imparato a gestire ma il mio cuore, era l'unico che non sapevo tenere a bada.Avevo sofferto la mancanza di molte persone, ma la sua era di certo la più difficile da superare.

Quel giorno era una giornata fredda, ma nonostante questo, il sole era alto nel cielo e il suo splendore filtrava dalla porta di vetro dell'ingresso. Era già Dicembre, uno dei miei mesi preferiti ma anche uno dei più freddi. Solo poche settimane e sarebbe stato Natale. Non sapevo nemmeno con chi l'avrei trascorso e il pensiero di andare a trovare mia madre e portare mio padre e il mio migliore amico, si fece spazio nella mente ma poi ricordai che Niall mi aveva già annunciato che sarebbe tornato in Irlanda per le vacanze. Decisi di parlargliene più tardi, giusto per una conferma. Intanto Rosalie rimaneva con la mano incrociata alla mia, stringendola appena. Mi aveva confessato più volte la dannata paura che aveva per gli aghi e anche se cercavo di tranquilizzarla, tremava come una foglia.

"Lie, possiamo anche andare. Se non te la senti ritorneremo un altro giorno e potremo bhe-"

"Sto bene Mad, ho solo bisogno di tranquillizarmi."

Sospirai, tornando a guardare Ed che era intento a disegnare un minuscono aerio sul polso della mia migliore amica. Egli rise alla nostra piccola conversazione, scuotendo quell'ammasso di capelli arancioni.

Niall mi aveva portato da lui dicendo che l'aveva conosciuto all'ultimo anno di superiori e bhe, mi domandai per quale motivo non mi ricodassi della sua presenza. Strano ma vero, frequentava le mie stesse ore di storia dell'arte ma di lui, proprio non mi ricordavo. Non avevo mai avuto paura degli aghi e così, decisi di farmi ben tre tattoo in diverse parti del corpo. Poi Rosalie, decise di seguirmi a ruota nonostante la sua paura. La porta del locale si aprì e un Zayn Malik -aka dio del sesso- entró a far parte del mio campo visivo. Bhe in realtà non era una novità vederlo, aveva cominciato a rifrequentare il resto del gruppo non che si fosse allontanato mai. Un nuovo membro del 'team' era di sicuro Niall. Ebbene sì, mi aveva rivelato che gli mancavano Liam, Louis ed Harry ma non Zayn. Quest'ultimo raggiunse gli altri in una parte del locale dove tutti stavano tenendo un animata chiacchierata. Mi faceva piacere vedere il mio migliore amico o anche il mio 'ragazzo dagli occhi oceano', così felice. Portava la mano al petto, quasi come se stesse morendo dalle risate e serrava gli occhi, gettando la testa all'indietro. Louis era il motivo delle sue risate. Bastava una piccola ma anche squallida battuta e lui scoppiava a ridere, come se il moro avesse detto una delle cose più divertenti al mondo. Harry, come suo tipico, lasció una pacca giocosa sulla schiena del ragazzo dalla pelle ombrata che in cambio, ammiccó un sorriso. Louis e Zayn invece, si scambiarono semplicemente dei segni di capo e mi chiesi qual'era il motivo del loro comportamente perché infondo, non capivo davvero. Io, d'altro canto, rimanevo ferma a guardare il bellissimo ragazzo di fronte ai miei occhi, seguendo ogni minimo dettaglio. Poi, non volendo sembrare troppo interessata, distolsi lo sguardo portandolo infine su quella che era ancora una tremante Rosalie. Dal posto dov'ero seduta era udibile tutto e quindi, non mi dispiaceva mica. Avrei potuto sentire tutta le loro parole e intanto, sembrare indifferente nei confronti di quel ragazzo di cui ero innamorata. Le ore erano passate e anche i giorni con esse ma di dimenticare Zayn, non se ne parlava sebbene fossi ancora ferita.

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