Eyes of ice.

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Capitolo 2.-

"Mad." Potevo sentire il chiaro stupore della persona che aveva ricevuto la mia chiamata.

Debolmente riuscii a parlare.

"Mamma."

"Non ci sentiamo da giorni o settimane. Stai bene?" Disse, come se non sentire sua figlia da un mese fosse la cosa piu' naturale al mondo.

"Bhe, non chiami più e volevo annunciarti-"  Fu l'ennesima volta che venni interrotta mentre le parlavo, era sempre occupata a fare altro.

"Daniel tesoro, c'è Mad a telefono. Sono da te tra qualche minuto."

Era chiaro che fosse in compagnia del suo nuovo e ennesimo compagno. Conoscevo abbastanza mia madre da supporre che stesse mandando bacetti e occhiate alla sua nuova conquista.

"Volevo solo sentirti e capire come stavi. Avevo bisogno di parlare ma vedo che sei occupata, ci risentiamo. Buone vacanze mamma."

"Ohw buone vacanze anche a te tesoro." Squittì allegramente.

"Perché non ti fai viva mai? Non chiami mai, non so mai come stai. Sono un tale peso per te?" In un attimo ripresi la conversazione proprio sul punto di terminare la chiamata. Le parole uscivano a singhiozzi e gli occhi del biondo seduto di fronte a me si spalancarono d'improvviso mentre cercava di tenermi la mano, tentando di essere di conforto più che mai.

"Io avrei bisogno di una madre, una fottuta madre. Chiedo tanto? Non siete venuti mentre prendevo il diploma, non sapete che mi sto facendo il culo per pagarmi l'affitto di una casa che condivido con una ragazza favolosa e io.." Mi sentivo ridicola ad affrontare una tale questione in un pub pubblico, di sabato pomeriggio e davanti a tutta quella gente che sembrava mangiare tranquillamente il proprio pasto.

"Mad, quella la chiami una ragazza favolosa? Una mini puttanella che gioca a fare la donna vissuta solo perché apre le gambe a ragazzi diversi più di quante volte io apra il frigorifero? Andiamo tesoro, ti ho sempre detto di non frequentare certe persone ma tu sei sempre la bambina capricciosa e testarda di anni fa, lo sei sempre stata e non cambierai mai." Se l'avessi avuta davanti l'avrei presa a schiaffi per quello che aveva appena detto.

L'unica persona che c'è sempre stata per me da quando i miei genitori si sono separati è stato il ragazzo dagli occhi oceano, gli avevo dato questo soprannome sin dal primo giorno che ci incontrammo al laghetto fuori città.
Lui era il mio ragazzo dagli occhi oceano e io ero la sua piccola scatenata Mad. Mia madre era la donna più masochista che avessi mai incontrato nei miei diciotto anni di vita. Mark, mio padre, appena ci fu il divorzio chiese l'affidamento unico, togliendo tutti i diritti da madre alla sua ex moglie.

Sapevamo tutti che lei non sarebbe stata una buona madre, ma non l'avevo mai giudicata nonostante tutti gli uomini che vedevo e entrare in camera da letto con lei la sera, il pomeriggio o giorni interi. Mi sono sempre chiesta come passava le ore rinchiusa nella sua stanza e andando avanti con gli anni, ho potuto trovare da sola la risposta adatta.
Mark non voleva che seguissi il suo esempio e non vuole tutt'ora, ma non sono quel tipo di donna.

Niall sembrò aver capito che ero immersa da tutti miei pensieri e in risposta sventolò la mano davanti ai miei occhi.

"Mad c'è tua madre al telefono."

L'avevo dimenticata in linea.

"Andiamo via?" Mi chiese con un lieve sorriso appena chiusi il telefono.

Il tragitto in auto fu di un silenzio notevole.

"Non ti ho mai vista così silenziosa e calma, ti va di parlarne?"

Sebbene fosse intento a guidare poggiò la sua mano sulla mia gamba, distraendomi dalla vista del panorama che scorreva dietro di noi.

"Non puo' giudicare Rosalie, non quando è la prima a fare quello che tanto dice. Sono felice che non vivo più con lei, sono stati gli anni peggiori della mia infanzia. Se ne sta tranquilla a New York scopando chi vuole e io qui, che mi faccio un culo per poter andar avanti con la mia vita." Mi trovai a gesticolare nello spazio vuoto della vettura.

Gli occhi di Niall giuzzarono verso di me, assicurandosi che non stessi piangendo.

"Ora ritrovo la mia Mad, quella un po' lunatica e frenetica ed egoista e paranoica-"

Sapevo già che avrebbe aggiunto un centinaia di nomi alla lista della mia descrizione.

"Okay, okay ho capito." Ridacchiai sotto il suo sguardo.

"Stasera c'è una gran festa a casa di Louis, dovresti venire." Sentii il suo tocco caldo spostarsi sulla mia guancia, accarezzandola appena.

"Ohw lo sai che mi sta un po' sulle palle." Sbuffai aggiungendo una risata.

"Lo so, dal momento che ha cercato di portarti a letto quando eri mezza ubriaca, nel bel mezzo di una festa e.."

"Niall-" lo rimproverai "Basta." Rise sotto i baffi, appena vide il leggero rossore delle mie guance.

"Dico sul serio Mad, dovresti venire. È sabato sera e non accetto che tu stia sul divano con un addosso dei pantaloncini e una canotta." Riportò la mano sul manubrio, parcheggiando l'auto vicino al mio appartamento.

"Non che l'idea non mi piaccia." Lo colpii con un finto pugno alla spalla, ma sembrava non importarsene. Potevo capire che il suo tono era scherzoso ma con un velo di sincerità.

》》

"Alloraaaa." Rosalie stava perlustrando il suo armadio, colmo di vestiti. Le sue dita sfioravano il manico freddo delle stampelle.

Avanti e indietro. Avanti e indietro.

"Provo questo." Annunciò portando alla mano un mini abito color pesca. Molto corto e scollato, tipico di Rosalie. Io e Niall sbuffammo. Era il decimo vestito che provava.

"Rosalie prendi un fottuto vestito e indossalo, dannazione."

"Mad, smettila di ridere." Mi rimproverò dal bagno.

"Lie, sono serio." Continuò poco dopo Niall, facendo sprofondare il suo corpo sul mio letto.

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