Capitolo 46;
Onestamente non sapevo come sentirmi. Non riuscivo a stare tranquilla, spostavo il peso da un piede all'altro sotto gli sguardi indagatori di Backla, che non sapevo nemmeno chi fosse, ma qualcosa mi diceva che lei sapesse molto di me. Molto di più di quanto dava a vedere e questo non giocava a mio favore. Forse non sarei dovuta nemmeno entrare in una casa sconosciuta, per modo di dire.
Era evidente che ormai Zayn non abitasse più lì, o almeno per il momento, considerando che non c'era ma stava arrivando. Backla mi aveva informato di averlo rintracciato, non lei direttamente ma una persona molto vicina a lui. Chi fosse? Non lo sapevo. Non sapevo nulla.
Decisi di mettermi a sedere sul divano scuro di fianco ad una parete. Da lì, potevo facilmente sentire una voce maschile, che mi sembrava di conoscere, provenire dal fondo di una stanza.
Intravidi con la coda dell'occhio Backla che era intenta a limarsi le unghie, cosa molto impegnativa direi. Barbie di plastica. Tirai fuori il telefono e digitai un messaggio.
A Louis: Non mi fido di lei, nè di chi è nell'altra stanza. Voglio andarmene x
Louis mi mandò un occhiata dall'altra parte della stanza, cominciando a digitare sul display del suo telefono.
Da Louis: Per quanto lo voglia anche io, non si puo' Madless. È l'unico luogo dove possiamo trovare Zayn.
A Louis: Louis, torneremo. Ma per favore, non me la sento
Da Louis: Aspettiamo ancora dei minuti, dammi retta.
Sospirai, aveva ragione.
Intrecciai le dita, posando lo sguardo verso le foto presenti nel salone. Alcune ritraevano Zayn con le sorelle stretti in un abbraccio, altri erano semplici scatti di famiglia al riva al mare, o feste di compleanno. Ne intravidi una particolare, scattata in una sera indimenticabile. Il giorno del diciannovesimo compleanno di Zayn. E c'ero anche io. Al lato della foto, una figura snella e dai capelli lunghi oltre le spalle appena, si nascondeva dall'obiettivo come se volesse essere esclusa da tutto il resto. E poi lui, il mio ragazzo dalla pelle ombrata che da un lato della stanza rivolgeva il proprio sguardo soltanto a me. E, ovviamente, la fotocamera aveva racchiuso tutto anche se, quel momento era sempre rimasto nella mia mente. Intorno a noi c'era gente che festeggiava, ma per me e lui esistevamo soltando noi. Mi chiesi chi avesse messo quella foto li', ma i miei pensieri principali erano altri e così lasciai perdere e smisi di mordere il labbro che ormai sentivo sanguinare.
"Blacka, se ci vuole ancora molto noi preferiamo andarcene e tornare un altro giorno." Fu la voce di Louis a distarmi da quell'ammasso di pensieri. Le lancette dell'orologio producevano un rumore fastidioso, ormai erano passate due ore dal nostro arrivo ed ero esausta. Un senso di vomito sali' lungo la mia gola, ma cercai di trattenermi.
Erano giorni che il mio corpo era andato a fottersi. Continui mal di pancia, sbalzi d'umore, fame impovvisa e soprattutto un ritardo di circa una settimana. Ovviamente, non ne avevo fatto parola con nessuno.
Diversamente da ciò che mi aspettavo, non fu Blacka a rispondere, che per intenderci non aveva smesso di limare le sue unghie e masticare una gomma in modo orribile, ma una voce maschile e conosciuta. Del fumo volò per lo spazio vuoto della stanza mentre a piccoli passi la figura di un uomo muscoloso e misterioso avanzava nell'ombra.
Inizialmente tossii, ma poi cercai di abituarmi al fumo rinchiuso tra le pareti della stanza."Non bisogna che voi attendiate altro tempo, ora sono qui." Avevo già conosciuto quella persona. La sua voce mi era familiare. Chi era? E perchè i suoi occhi verdi mi provocavano interminabili brividi lungo la pelle?
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Shiver
Fanfiction❝come quando mi baciavi le labbra e lasciavi il tuo sapore su di esse.❞ 2014, withoutzain©.