Pain.

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Capitolo 22.-

POV NIALL.

Avevo deciso di parlare con Zayn e sicuro come non mai camminai verso la sua momentania stanza.

"Dobbiamo parlare." Gli informai per poi farmi spazio per entrare nella camera.Lo vidi sbuffare non appena mi vide chiudendo la porta alle sue spalle.Sicuramente si aspettava Mad.

Mad, era di lei che dovevamo parlare. Si era presentato astutamente a casa di Mark, restituendo alla mia migliore amica il suo telefono. Mi ponevo troppe domande alle quali non ricevevo nessuna risposta. Che Mad mi stesse mentendo era escluso, non lo avrebbe fatto mai. Il bene che le voglio é quasi paragonabile all'infinito che vedo nei suoi occhi. Non si tratta di amore né di altro sentimento, lei per me é come una sorella. Ci conosciamo da nove anni e ormai riesco a leggerla dentro anche se é stato difficile starle accanto in un periodo ma noi l'abbiamo superato da ottimi fratelli. Ecco cosa siamo, fratelli. Stavo solo cercando di proteggerla, proteggerla da quel ragazzo.

"Allora?" Mi chiese stendendosi sul letto coperto da lenzuola marroncine.

"Te la sei davvero portata a letto?"

Mi guardó con uno dei suoi sorrisetti più beffardi.

"Cosa te lo fa pensare?"

Tamburellai le dita sulla scrivania di legno, ragionando su una buona risposta.

"Non sei di certo un verginello."

Lo vidi scuotere la testa, lanciandomi un'occhiata.

"Niall, io la voglio." Mi sembró sincero ma infondo era bravo a recitare.

"Non te la lasceró riavere indietro, me la porteresti via."

"Sono cambiato, non é da me che devi potreggerla." Rispose con tono sicuro.

Passai ripetutamente le mani sul volto: dovevo fidarmi?.

"Cerca di non farla soffrire-gli lanciai un'occhiata dura.-non più."

"Lo sai anche tu, sono l'unico che puó renderla felice."

E aveva ragione; Zayn Malik aveva ragione.

POV ZAYN.

Ammiravo ormai travolto dalla troppa bellezza, la ragazza di fronte a me. Mad era indaffarata ad asciugare i capelli ed io, a braccia conserte, le faceva compagnia. L'aria calda del phon rendeva difficile parlarle ma bastava guardarla e ricevere i suoi ingenui sorrisi per capire a cosa stava pensando ed io egoistamente speravo che i suoi pensieri fossero rivolti solo e sempre a me. Mad faceva parte della mia vita e ormai non poteva essere esclusa.

"Papà é andato a correre."

Mi informó bloccando lo schermo del suo telefono.

"Bene, lo raggiungiamo."

Vidi comparire delle fossette ai lati del viso, quel sorriso che tanto amo.

"Non esiste.-scosse la testa.-non ci vengo."

Si sedette sul letto, lasciando che i capelli le cadessero liberi sulle spalle.

"Ti farà bene perdere un pó di peso."

Un cuscino mi giunse in pieno volto e poco dopo la sentii ridacchiare forse per l'espressione da idiota che avevo assunto.

POV MAD.

"Ho fame." Si lamentó per la centesima volta.

Dopo la breve lotta con i cuscini, eravamo finiti a giocare ad uno di quegli stupidi ma pur sempre giochi carini, che mio padre custodiva nel mobile del soggiorno.

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