Delirium.

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Capitolo 11.-

"Non é una situazione facile."

Commentó Rosalie da dietro il tendone grigio che copriva l'entrata del camerino.

"Zayn é entrato come un bomba nella mia vita, pronta ad esplodere ed io non sono sicura che riusciró a sopravvivere anche a quest altro attentato."

Risi sarcasticamente.

"Se devo dirtela tutta, Zayn non mi piace affatto come ragazzo."

Guardai attentamente tra gli scaffali del negozio, ammirando i numerosi pantaloncini di jeans e i vestitini stretti colorati. Presi una t-shirt bianca con delle scritte nere, pronta a provarla nel camerino seguente a quello della mia pazza amica.

"Ohw bhe non che non conti il tuo parere, ma non mi interessa tanto."

Feci spalluccie analizzando il capo d'abbigliamento allo specchio della parete nera. Valorizzava il mio corpo e così decisi di acquistarlo.

"Niall é ancora incazzato per l'altra sera." Commentó la mia migliore amica tirando l'orlo della sua gonna rossa.

"É convinto che Zayn abbia dormito con te." Aggiunse poco dopo entrando nel camerino.

"In realtà l'ha fatto."

La tendina grigia fu agitata verso il muro improvvisamente, permettondomi la visione di una Rosalie incazzata per l'accaduto.

"L'hai detto a Niall?" Si limitó a chiedere.

"Perché dovrei? Ha solo dormito nel mio letto. Non c'é stato nulla di più."

Alzai gli occhi al cielo, esausta di tutte le sue domande.

"Porta il tuo culo alla cassa e andiamo a mangiare."

Ammiccó una risata alle mie parole rudi, dirigendosi verso il bancone dove vi era una lunga fila.

__________

Mi ritrovai a guardare il mio corpo allo specchio: I capelli scendevano morbidi lungo le spalle e il seno riempiva il reggiseno color carne. Tracciai con le dita l'interno delle mia gambe e numerosi flasback entrarono a contatto con la mente. L'immagini del ragazzo moro che mi toccava ripetutamente erano una fitta al cuore. Le sue dita che entravano a contatto con la mia pelle mi portavano alla nausea. Non mi ero concessa a tanti ragazzi e la consapevolezza di essere stata di nuovo violentata non portava a nulla di buono.

La suoneria del telefono echeggió nella stanza. Mi affrettai ad accettare la chiamata, desiderosa di voler rispondere.

"Hei." Squittii poggiandomi alla fine del letto.

"Come stai?". Domandó dolcemente Zayn dall'altra parte della linea.

"Bhe, sto bene."

"Mad, non mentirmi." Mi rimproveró.

"In realtà sto male, molto male. Non riesco a cancellare dalla mente le immagini dell'altra sera." Ammisi debolmente.

"Dove sei?"

"A casa, tu?" Giocherellai con le lenzuola sul letto aspettando la sua risposta.

"A casa."

"Ohw."

"Se mi apri, posso provare a renderti più felice."

La mia faccia sbiancó leggermente. "Cosa? Dove sei Zayn?"

"Sono davanti alla porta dell'appartamento e c'é la tua vicina che mi sta lanciando occhiate da ore, quindi dovresti proprio venire ad aprirmi o bhe, mi prenderà per un ladro idiota che vuole buttar giù la porta."

Lasciai cadere un forte risata dalle labbra.

"Okay arrivo."

Chiusi la chiamata, infilando una canotta nera e dei pantaloncini per coprire il mio corpo anche se Zayn mi aveva visto ripetutamente in intimo e anche senza di esso. Forse la gelosia di Niall nasceva anche da questi minimi particolari.

"Hei." Ammiccó un sorriso, portando le mie nocche alle sue labbra, baciandole delicatamente.

"Hei." Ricambiai il sorriso.

"Vestiti che ti porto da una parte."

Disse dolcemente.

"Sono già vestita."

Volteggiai davanti alla sua alta figura.

"Okay, allora andiamo."

Prese la mia mano e mi diresse verso la sua auto nera. Le auto e le moto erano i mezzi di trasporto preferiti di Zayn.

Aveva trascorso gran parte della sua adolescenza a guidare moto e ora che é maturato; l'auto era anche più andatta a lui anche se, i ricordi di quel cattivo ragazzo che guidava sfacciatamente una moto ed io che uscivo di nascosto di casa, passando per la finestra del soggiorno, solo per poterlo incontrare e passare una serata d'amore con lui, erano i momenti più belli della mia adolescenza. Ora quel bad boy era al volante della vettura.

Il sole stava tramontando davanti ai nostri occhi, eravamo in viaggio da mezz'ora e la meta mi era ancora sconosciuta.

"Allora, dov'é la tua amica Rosalie?"

Domandó con gli occhi fissi alla strada.

"É uscita, con il suo ragazzo."

"Ohw, quella ragazza ha anche un ragazzo."

Del sarcasmo era presente nella sua affermazione.

"Sembra di si." Ammiccai una leggera risata, portando i piedi sul cruscotto nero di pelle. L'interno dell'automobile era ben curato e pulito. I vetri neri erano lucidati senza alcun traccia di sporco o manate. La radio suonava leggera come sottofondo mentre gli occhi del ragazzo col ciuffo sfrecciarono sulle mie gambe.

"Metti giù i piedi." Mi rimproveró.

"Assolutamente no. Non lo faró." Feci spalluccie, legando i capelli in coda alta.

"Mad, sai la punizione che ti aspetta dopo se non mi ubbidisci." Picchiettó con le dita le mie caviglie, invitandomi a scendere i piedi da dov'erano poggiati. Sbuffai amaramente, eseguendo i suoi ordini. Immagini di Zayn che mi torturava invasero la mia mente, portandomi a sorridere come una piccola bimba al ricordo di lieto fine di classiche fiabe.

"Cosa c'é?" Poggió la sua mano sulla mia gamba, scuotendola leggermente per attirare la mia attenzione.

"Niente, stavo solo ricordando." Ricambiai il suo sorriso, limitandomi ad ammirare il panorama davanti a noi. Il ragazzo dai mille tatuaggi, parcheggiò e uscì dalla macchina, aprendo il cofano di essa. Solo quando riportò ai miei occhi la sua bella figura mi resi conto di quanto meraviglioso e attraente fosse quel giorno. Una semplice maglia bianca avvolgeva in particolare il suo addome, permettendomi di guardare i suo addominali ben definiti. Dei jeans strappati coprivano le sue alte gambe e la pelle marchiata di nero era ben esposta grazie al suo abbigliamento.

"Smettila di fissarmi." Rise.

"I-Io non ti sto fissando." Del calore invase tutto il mio corpo.

"Oh si invece. Farò finta di nulla comunque." Strizzó l'occhio e io alzai il mio sguardo al cielo per la sua sfacciataggine.

Dopo che intrappolai le mie scarpe nella mano, i miei piedi entrarono a contatto con il pavimento freddo che circondava la piscina.

"É legale?" Domandai guardando Zayn scavalcare il cancello.

"Importa?" Superó il cancello di ferro, entrando nel posto poco sorvegliato.

"Certo che non lo é." Aggiunse poco dopo, armeggiando con la maniglia della porta. Allungó la sua mano verso di me, invitandomi ad entrare.

"Ci beccheremo qualche denuncia." Sbuffai accettando il suo aiuto. Strinse i miei fianchi con le sue grandi mani, superando un piccolo ostacolo presente a terra.

"Almeno avremo una denuncia che ci lega." Brividi attraversarono la mia schiena mentre ci dirigemmo verso la grande piscina.

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