Capitolo 17.

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Un fastidioso bip mi costringe ad aprire gli occhi.
Piano piano metto a fuoco lo sguardo.
Sono in una stanza completamente bianca, in un letto con le sbarre.
Sul braccio destro ho una flebo, e sulla mia sinistra c'è un comodino, con sopra il mio telefono.
Alla mia destra c'è una grande finestra che... Affaccia sulla città. Affaccia su Milano.
Ho un gran mal di testa, sento la testa scoppiare.
Sento la bocca impastata.
Sposto lo sguardo sul l'unica porta che si trova nella stanza, dove vi entra mia madre.
《BEATRICE! DOTTORE! MIA FIGLIA SI È SVEGLIATA!》Urla la donna, poi si precipita su di me, per abbracciarmi.
《M-Mamma, mi soffochi...》Farfuglio, ancora intontita.
《Mi lasci passare.》Dice un uomo dal camice bianco.
Mia madre si sposta, le lacrime di gioia le scendono dal viso.
《Beatrice, come ti senti?》Chiede il dottore.
Lo guardo.《Bene... Ho solo un po' di mal di testa.》
Lui annuisce con un sorriso.《Sono felice che tu ti sia svegliata... Hai fatto preoccupare i tuoi genitori, sai?》Dice l'uomo, mentre scrive qualcosa su una cartella clinica.
《Preoccupare? Ma quanto ho dormito?》Chiedo.
Mia madre si avvicina.《Tesoro...》Sussurra, mentre mi accarezza la testa. Le lacrime scendono ancora più abbondanti di prima.
《Sei stata in coma tre mesi.》Singhiozza mia madre.
Sgrano gli occhi. TRE MESI?!
Apro la bocca per dire qualcosa, ma nulla vi esce.
Incredibile. Tre mesi.
Il mio pensiero va subito ad una persona in particolare.
Ben.
Perché ha permesso ciò? Perché mi ha "costretta" a tornare a casa?
Mi sento confusa.
Ma, soprattutto, abbandonata.
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Ormai sono passati altri due mesi da quando sono uscita dall'ospedale.
La polizia e i miei genitori mi hanno tempestato di domande per una settimana, ma io ho trovato una scusa per non rispondere a niente.
Ho inventato che... Non ricordo nulla del mio rapimento.
Ho ripreso ad andare a scuola.
Non ho mai odiato la scuola, ma ogni fottutissimo giorno che passo la dentro tutti mi fissano.
L'unica persona che si comporta come al solito è la mia migliore amica, Teresa.
Per fortuna, domani è l'ultimo giorno.
Porca puttana, l'anno prossimo vado in quarta superiore. Ancora non ci credo.
Sospiro, mentre finisco di preparare lo zaino, per poi mettermelo in spalla ed uscire.
Scendo a fare colazione, con mia madre che mi fa un'enorme sorriso.
《Buon ultimo giorno di scuola!》Cinguetta la donna, salutandomi con la mano.
Papà è già a lavoro, in teoria torna sta sera. La mamma ci andrà tra poco.
《Grazie, buona giornata anche a te!》Urlo, mentre esco di casa.
Mi affretto a prendere posto sul bus, accanto a Teresa.
《Pronta per l'ultimo giorno di scuola?!》Mormora, felice.
Faccio un sorriso falso.《Si. E poi... Vacanze!》
Sono stanca. Sono stanca di mentire, di non urlare al mondo che sto una merda.
***
-Le sue labbra, carnose e morbide, mi sfiorano le mie, per poi passare al collo, dove lascia dei succhiotti.
《Bea... Ti amo. Sei la mia vita.》Sussurra Ben, mentre mi lancia uno sguardo dolce.
Sorrido.《Anche io ti amo, Ben.》
Il mio bellissimo sogno ad occhi aperti viene interrotto dalla prof.
《MAZZANTI! Se il mio discorso di fine anno non ti interessa, quella è la porta!》Gracchia.
Tranquillamente mi alzo ed esco, fino a raggiungere il bagno.
"Ho voglia di fumare.", penso.
Vado da Giusy, la mia bidella preferita.
《Ciao Giusy...Mi fai fumare anche oggi?》Chiedo, implorante.
Lei sospira, si guarda attorno e annuisce.
《Vieni cara, nel bagno del personale della scuola non ti becca nessuno. Però dovresti smettere con questa roba.》Mi dice.
Annuisco.《Quando ho voglia di smettere smetto... Ma per ora ne ho bisogno.》Mormoro, poi entro nel bagno.
Mi affaccio alla finestra, e, in lontananza vedo qualcosa di alto... È senza la facc-... SLENDER?!
Lo vedo avvicinarsi, la sua "faccia" arriva giusto giusto alla finestra.
《Beatrice.》Mi dice mentalmente.
Delle interferenze mi si fiondano in modo prepotente in testa.
《S-Slender... Che ci fai qui?》Chiedo.
Un'ondata di ricordi si fanno largo nella mia mente.
"Non cadere. Se cadi muori.", mi ripeto.
Ben mi ha detto tutto. Inizialmente pensavo che fosse la scelta migliore ma... Poi ho capito che lui ci sta male. Beatrice, Ben è totalmente innamorato di te.》
Sono a bocca aperta.
Ridacchio.《Lui mi ha spedita a casa. Se mi amasse, come dici tu, non mi avrebbe abbandonata.》
Lo sento sospirare(?).
《Ti ha mandata a casa perché non voleva farti soffrire. Non voleva coinvolgerti nel nostro mondo.》
Scuoto la testa.
《Ora devo andare. Io... Volevo solo che sapessi che Ben, senza di te, non è più lo stesso.》Mormora, poi si volta per andarsene.
Oh, e grazie per non aver detto di noi.》Conclude.
Faccio spallucce.《Nulla.》
Poi, lo seguo mentre scopare all'orizzonte.
Butto la sigaretta, ormai finita, giù dalla finestra.
"Ben mi ha mandata a casa... Solo perché mi ama? Ma non ha pensato che questa stupida distanza potrebbe farci solo male?", penso, con rabbia.
Devo trovare un modo per dimenticare.
Sospiro e, dopo aver ringraziato Giusy, torno in classe.
***
《COSAAAAA?!?!》Urlo.
Teresa si tappa le orecchie con le mani, mentre chiude un occhio.
《Hai capito bene. I tuoi lavorano fino a tardi, no? Quindi ci facciamo una canna, solo per provare!》Sussurra Teresa.
Sospiro. Che dovrei fare? E se mi beccano?
"Ma che cazzo! Che mi importa? Per qualche ora non penso a niente, e poi... La vita è una sola, e bisogna fare pazzie!"
Sorrido alla mia amica, mentre ci incamminiamo verso casa mia, dopo essere scese dal bus.
Oggi Ter mangia da me.
《D'accordo. Tanto, che abbiamo da perdere?》Dichiaro, facendo sorridere nuovamente la mia amica.
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Spazio autrice.
Ciaooo! Volevo solo chiedervi se la storia... Si, cioè, se vi piace la storia.
Commentate e lasciate tante stellineee!
-Kiss Kiss:):

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