Una delle tante cose che odiava Spencer? Andare a scuola. Come tutti gli adolescenti del resto. E pensare che la sua lista era infinita.
Però l'unica cosa buona di quella scuola era il fatto che fosse un liceo musicale.
Lei non era niente senza la musica.
In quel preciso istante si trovava a camminare, come suo solito, tra i corridoi della scuola, diretta dal professor Ross per la sua lezione di oboe. Suonava diversi strumenti musicali: l'oboe, il violino, la chitarra acustica ed elettrica, il basso, la batteria e il pianoforte.
La musica le era entrata nelle vene quando alle medie aveva cominciato a suonare nell'orchestra scolastica. E perché suonare un solo strumento quando lei voleva imparare a suonarne e a scoprirne tanti altri?
"Spencer, ti sei allenata, vero?" finalmente era arrivato il suo turno.
Alla domanda, lei annuì con la testa. A scuola di solito era leggermente silenziosa, ma solo leggermente. Se la provocavi dicendo qualcosa di molto pesante, diventava peggio di una bomba.
"Allora fammi sentire come vai fino al Do Maggiore del settimo rigo" la ragazza iniziò a suonare, ascoltando la dolce melodia che lei stessa riusciva a far uscire da quello strumento.
"Benissimo, adesso continua a suonare intanto io mi occupo degli altri studenti, oppure puoi semplicemente ripetere per qualche altra materia" dopo aver detto queste parole, il professore si allontanò per ascoltare un'altra ragazza con gli occhi a mandorla.
Prese la sua borsa ed andò via dalla stanza. Ma non solo dalla stanza, anche dalla scuola.
Se ne tornò a casa prendendo il bus continuando ad ascoltare musica.
Sicuramente nessuno si sarebbe accorto della sua assenza, ormai anche i bidelli non sapevano più fare il loro lavoro, troppo impegnati a leggere le notizie del giorno.
Una volta rientrata in casa, lanciò il suo zaino da qualche parte a terra e si sdraiò sul divano.
"La tua delicatezza fa invidia agli elefanti, lo sai?" Michael frequentava l'ultimo anno di scuola con Jonathan, mentre lei, Holly e Jacob il penultimo.
"Hai misurato la febbre? Direi che la tua non sia una vera e propria febbre. Dovresti stare nel letto con un perenne termometro in bocca piuttosto che andare in giro per casa ed importunare la gente" disse la ragazza sbuffando una risata. "Ehi, in compenso ho fatto già un paio di servizi e ti ho pulito la stanza" fece una pausa "e per sbaglio ho visto le foto."
Tutti e due sapevano di quali foto Michael stesse parlando.
"Anche se è passato tanto tempo, non riesco ancora ad accettare la cosa. Guardo quelle foto e mi sento vuota e non solo fisicamente -si toccò la pancia come ormai era solita fare. Toccarla quando prima c'era qualcosa, le donava un senso di protezione che avrebbe dovuto dare al suo bambino- a volte mi chiedo cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente. E ogni volta, ogni giorno, ad ogni mio risveglio mi dico che questo è un incubo, che tra poco io mi risveglierò, che andrò a scuola e lì troverò Matthew, voi e non saprò come dirgli della grande notizia, ma alla fine lui sarà felice e saremmo andati insieme alle ecografie, a comprare le varie cose. E cosa mi ritrovo invece? L'Inferno. E la colpa è stata tutta di mia madre che ha sempre pensato a cose futili e che non mi ha aiutata, di mio padre che vive la sua bella vita in Spagna, di Matthew che se n'è andato lasciandomi sola ed anche mia perché non sono stata abbastanza responsabile" disse quelle parole guardando un punto fisso, con i denti stretti cercando di non piangere perché ogni volta che ne parlava o ci pensava, tutte le emozioni si facevano sentire in un vortice. La rabbia regnava in lei.
Quella che la stava consumando poco a poco facendola sembrare una mina vagante pronta a scoppiare ad un passo falso. La stessa rabbia che le veniva quando la madre le andava a parlare una volta ogni uno o due mesi. La rabbia che nascondeva con il falso entusiasmo quando il padre la chiamava mentre si divertiva. Il ragazzo accanto a lei le accarezzava i capelli e in quel momento soffriva insieme a lei. Pensava alla ragazza che una volta era e a quello che era diventata. Il dolore può essere così forte da farti cambiare?SPAZIO AUTRICE
Questo capitolo, anche se è il primo, mette un po' in luce la situazione. . Spero che vi piaccia e che, per chi non l'abbia ancora fatto, andasse a leggere 'Fun', l'altra storia che scrivo.
Alla prossima
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Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Romantik"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...