"La cosa che hai fatto è imperdonabile, hai minacciato una tua compagna di scuola, le sei saltata addosso, come dovremmo fare con te? Hai voti bassi, non ti applichi se non negli strumenti musicali, salti la scuola, esci prima dalle lezioni senza permesso. Per prima cosa spiegami cos'ha scaturito la lite" disse la preside togliendosi gli occhiali da vista. Tutto sommato era una bella donna e cercava di capire tutti gli studenti. Dopo attimi di silenzio la bionda decise di parlare.
"Ha nominato mio figlio e lei sa cos'è successo. Uno dei motivi per cui ho dovuto saltare quasi metà anno scolastico" distolse lo sguardo dalla scrivania.
"Capisco bene la cosa -lei in realtà non capisce proprio niente pensò- ma la reazione che hai avuto ed il fatto del rendimento scolastico, ti potrebbero far ripetere l'anno. Quindi come prima cosa, voglio uno dei tuoi genitori o un tutore qui per parlare, ti prenderai una sospensione di una settimana ed infine per il rendimento scolastico, a fine anno terrai degli esami dove studierai ciò che l'anno scorso non hai fatto, dato che sei stata salvata per miracolo, poi dovrai fare una tesina collegando ad un argomento, tutte le materie, comprese le materie di strumento musicale che fai. Per adesso cerca di recuperare i tuoi voti dato che sarà molto difficile. Dovrai studiare costantemente" la congedò con una mano e proprio quando stava per aprire la porta, la voce della preside la fermò "l'incontro con i tuoi genitori o tutore lo voglio per venerdì e potrai tornare a scuola lunedì prossimo" detto anche questo, si diresse verso l'uscita della scuola e ritornò a casa. La preside sapeva bene ciò che aveva passato. Un giorno la dovette separare da una ragazza e fu costretta a dire cos'aveva fatto accendere la miccia, tanto da portarla a picchiare.
Decise di fare qualche servizio ed anche la spesa. Troppi problemi insieme. Ma come prima cosa: come faceva a dire alla madre della sospensione se neanche si parlavano? Avendo 17 anni, per legge dovrebbe stare con un adulto, fino ai 18 anni. Il problema era che li avrebbe compiuti tra un mese. Decise che per tenere la mente occupata, avrebbe fatto qualche servizio in casa, nonostante la sua pigrizia.
---------------------
Dopo aver finito di fare la spesa e di sistemare la casa, la ragazza si addormentò sul divano. Mentre lei stava ancora dormendo, i ragazzi tornarono a casa e notarono quanto fosse pulita e in ordine. Sporgendosi un po', videro la bionda dormire sul divano chiusa a uovo, come per proteggersi dal mondo esterno. William la prese in braccio e la portò nella sua stanza, sotto lo sguardo degli altri. La ragazza, sentendo un improvviso movimento, si accucciò ancora di pi verso il collo del ragazzo. Il biondo la adagiò piano sul letto e la guardò dormire accarezzandole la guancia. 'Così bella e così forte ed indifesa' pensò lui, osservandola attentamente. I suoi occhi così scuri erano chiusi dalle sue palpebre, le sue ciglia nere si posavano delicatamente sulle sue guance dal colorito pallido, le sue labbra carnose e sul rosso con un piccolo piercing al labbro a forma di anello, il tutto spiccava sulla sua pelle. I capelli biondi che le incorniciavano il viso con le punte nere. Il suo corpo avvolto in una felpa maschile larga in cui le maniche le coprivano anche le mani, le gambe fasciate da dei leggins neri. Era alta ma arrivava a metà del collo dei ragazzi di quella casa.
Prese la sua polaroid dallo zaino che non aveva ancora lasciato e le scattò una foto. Il ragazzo si guardò intorno e vide quella stanza dai colori scuri e piena di foto, spartiti, ricordi e musica. Si alzò dal letto e guardò le tante foto che riempivano quel muro. Nessuna con i suoi genitori. Foto con Holland, Jonathan, Michael, Jacob e con un ragazzo che non aveva mai visto. Lei lo guardava con amore e gli sorrideva e lui faceva la stessa cosa. Sulla scrivania era posato un calzino di quello per i neonati, di colore azzurro.
"Vedo che ti stai divertendo a guardare le mie cose" si girò di scatto udendo la sua voce.
"Scusa non volevo guardare le tue cose ma-" venne interrotto proprio dalla ragazza stesa sul letto.
"Ma lo hai fatto" si alzò ed andò ad aprire di più le tende della sua stanza, poi andò verso la scrivania, accanto al ragazzo che la guardava senza mai staccare lo sguardo da lei, prese il calzino e lo rimise nel suo cassetto.
"Da quando sei.. uhm.. sveglia?" domandò il ragazzo con imbarazzo. Non voleva essere colto di sorpresa ma la ragazza a quanto pare, era piena di sorprese.
"Dal momento in cui mi hai portata in braccio fino qui. In effetti ti devo ringraziare per.. avermi messa a letto, il divano non è uno dei migliori posti su cui dormire" si lasciò sfuggire una piccola risata che non c'entrava niente col contesto. "Stamattina hai visto anche tu la scenetta e sicuramente non è stata delle migliori" fece una smorfia a ciò che aveva appena detto.
"Hai avuto le tue buoni ragioni, suppongo" rispose lui alzando le spalle. "Cosa ti ha detto la preside?" a quel punto la ragazza si mise veramente a ridere e per lui non c'era suono più bello, neanche la magnifica melodia della chitarra o del pianoforte.
"Di solito, una persona normale mi chiederebbe il perché delle cose dette nella lite o il perché delle reazioni cose così, non invece cos'ha detto la preside" gli disse socchiudendo gli occhi come se volesse studiarlo.
"Beh, evidentemente sono fuori dal normale e poi devi essere tu a volermelo dire e non io a chiedertelo" ribatté con sicurezza il ragazzo. Era una cosa in cui aveva sempre creduto e sostenuto. Se una persona si fidava, bene, sennò avrebbe dimostrato che ci si sarebbe potuti fidare di lui. "È tutto un tale casino. Devo portare venerdì un genitore o un tutore dalla preside ma mio padre in Spagna e mia madre una stronza patentata, quindi dovrei come minimo avere un tutore dato che in teoria, non posso essere libera fino ai 18 anni che compirò il prossimo mese; devo studiare le cose fatte l'anno scorso e preparare una tesina. Adesso è tornata anche quella troia stronza di Sasha" sbuffò dicendo l'ultima frase. Se si poteva odiare tanto, lei odiava tanto Sasha.
"Se vuoi posso aiutarti io a studiare. Diciamo che sono una specie di secchione" la ragazza rise e lui insieme a lei. Accettò annuendo alla sua proposta.
STAI LEGGENDO
Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Romance"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...