Abitava da Holland ormai da due mesi. I genitori della ragazza l'avevano accolta senza fare domande e la madre continuava ad essere un'adolescente come sempre. Non riusciva a capire come quella donna fosse sempre di buon umore e come facesse ad avere tanta energia. Non fece mai domande e di questo Spencer ne fu grata.
Si stava svestendo per farsi una doccia e si guardò di profilo allo specchio toccandosi la pancia. Era diventata una cosa abituale ed ogni volta che lo faceva, sentiva un senso di protezione invaderla. Qualche giorno prima aveva saputo di che sesso era il bambino e venne a sapere che sarebbe stato un maschio e lo voleva chiamare Daniel. Daniel Junior Stewart. Le sembrava un nome adatto.
Quel momento di serenità che la prendeva ogni volta che pensava al suo bambino, venne mandato via dal panico. Il pavimento era sporco di alcune goccioline di sangue e lì iniziò a tremare. Si mise un assorbente e chiamò Michael. Era a casa da sola in quel momento e non poteva chiedere aiuto a nessuno. Chiese al ragazzo di portarla in ospedale e lui le promise che sarebbe stato subito lì.
Dopo che fu arrivato, si ritrovarono immediatamente in ospedale dato che a quell'ora non c'era molto traffico. Chiesero aiuto ad un'infermiera che subito la portò in una camera mentre Spencer piangeva a dirotto e continuava a sussurrare frasi riguardanti il suo bambino.
Nel giro di 10 minuti tutti i suoi amici le si ritrovarono accanto e lei si era già asciugata le lacrime, convinta che sarebbe andato tutto bene.
"Adesso facciamo un'ecografia e mentre vedo come va la situazione mi dici quando hai fatto l'ultima" mormorò il dottore mettendosi i guanti e spalmandole il gel.
"L'ultima l'ho fatta qualche giorno fa e mi hanno detto che é un maschio. Si sentiva il battito del cuore e la dottoressa mi ha detto che andava tutto bene" rispose Spencer torturandosi le mani.
Il dottore controllò attentamente lo schermo ed aggrottò le sopracciglia concentrato.
"Dottore, cosa sta succedendo?" domandò Holland vedendo tutti che erano spaesati almeno quanto lei.
"Non sento il battito" quelle parole segnarono la fine della felicità di Spencer.
"Come no- non c'é il battito? L'altra volta c'era ed anche tutte le altre, perché adesso no?" il dottore si girò verso di lei e la guardò dispiaciuto.
"Mi dispiac-"
"NO" urlò iniziando a piangere "non l'ho perso. Io non- Dio, non é morto. Controlli meglio, adesso si sentirà il battito" iniziò ad alzarsi ma gli infermieri subito agirono tenendola mentre lei si agitava urlando.
"NON È MORTO! È ANCORA DENTRO DI ME! NON PUÒ ESSERE MORTO" quelle furono le ultime parole che disse in quel momento con le lacrime agli occhi, dato che poi la sedarono.
Si svegliò come se avesse dormito tranquillamente. Lei non si agitava nel sonno oppure non parlava.
Sentì delle voci da giù e si alzò ancora un po' frastornata. Le veniva da piangere a pensare a quel sogno.
Li vide tutti lì, seduti a chiacchierare animatamente. Jonathan fu il primo a vederla e la salutò, così tutti di girarono verso di lei mentre si strofinava un occhio e sussurrava un 'Ehi', abbracciando tutti.
"Che ti é successo? Sembra che tu abbia visto un fantasma" mormorò Jacob guardandola, tentando di sdrammatizzare.
"No, stavo sol-solo dormendo" si accigliò ripensando a ciò che aveva rivisto. Una se stessa disperata, che cercava di credere in qualcosa che in realtà non esisteva più.
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Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Romance"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...