William non dormì quella notte.
Era rimasto tutto il tempo ad osservare la ragazza, che all'inizio non voleva addormentarsi.
L'aveva guardata, le aveva accarezzato i capelli, le aveva sussurrato una canzone per farla dormire.
Aveva passato la notte a vegliare su di lei, pensando a ciò che era successo.
Non si trovava più nel mondo reale. Vedeva tutto nel modo in cui le mostrava la sua mente. Un modo distorto della realtà.
Aveva cercato cosa significasse avere un'allucinazione.
Falsa percezione in assenza di uno stimolo esterno reale. Dall'etimologia, può significare "scappare", "evitare" o "vagare nella mente" riferendosi all'interpretazione diffusa dell'allucinazione come fuga dalla realtà.
Si chiedeva cosa avesse scatenato le allucinazioni. Stava bene, era felice, sorrideva, stava cercando di superare il passato con le sue sole forze e senza l'aiuto di nessuno. Allora come mai, all'improvviso, era come impazzita?
La mattina dopo era domenica.
Erano tutti in salotto, mentre la bionda dormiva ancora. Erano in silenzio, incapaci di parlare. William sospirò, incapace di sostenere ancora quel silenzio.
"Mi spiegate cos'è successo stanotte?" Guardò ognuno di loro, che di osservarono per capire chi avrebbe parlato.
"Due anni fa, Spencer era una ragazza con dei normali capelli biondi, una vita normale e viveva con sua madre. Io e lei ci conosciamo dal primo anno di superiori e, durante la fine del primo, conobbe Matt. Jacob era nostro amico mentre Jonathan e Michael suoi amici. La loro relazione durò fino a novembre. Ci eravamo accorti che fosse strana in quel periodo. Un pomeriggio andammo a casa sua per stare tutti insieme ma la trovammo a piangere. Ci spiegò che era incinta e che Matt non aveva preso bene la cosa, chiedendole di abortire. Dopo un po' lo disse anche a sua madre che le chiese la stessa cosa, così decise di andarsene e venne da me. Stette due mesi ma un giorno, si fece accompagnare in ospedale da Michael perché aveva visto del sangue.
Lì, scoprimmo che-" Holland non riuscì a continuare."Scoprimmo che aveva perso il bambino. È stata una delle cose più brutte che avessi mai visto perché continuava a dire che lei avesse sentito il battito qualche giorno prima e che dovevano solo ricontrollare. Era come impazzita. Decisero di tenerla in ospedale, soprattutto quando iniziò ad avere le prime visioni. Una volta andò nel reparto bambini dicendo che lì ci fosse il suo. Le abbiamo dovuto spiegare tante volte che in realtà fosse morto ma lei si arrabbiava sempre, come stanotte. Urlava il suo nome e diventava aggressiva. La assegnarono ad una psicologa ma lei non voleva andarci. Si comportava come una bambina aggressiva, ecco come. Si nascondeva quando sentiva la parola 'psicologa', la faceva sentire una pazza" Jonathan si passò una mano tra i capelli, guardando poi Michael che decise di continuare.
"Stette in ospedale per due mesi. La madre cercò di farle avere le cure migliori, nascondendo l'immagine da pazza della figlia, così da non poter compromettere la sua carriera. Da lì, non parlò più per un po'. Rimaneva nella sua stanza, a guardare un punto fisso, senza né guardarti e né parlarti. A volte la trovavi a fissare il calzino azzurro e l'ecografia, sorridendo leggermente. Piano piano, iniziò a riprendersi, a parlare, a mangiare, ad andare a scuola, cercando di lasciarsi tutto alle spalle ma in realtà, viveva ancora con il dolore dentro. Continuò ad andare dalla psicologa, per poi smettere. Era normale, quasi, ma non felice. Il ritorno delle allucinazioni deve essere stato scattato da qualcosa perché non la vediamo così rilassata e felice da un sacco di tempo. E, adesso, non sappiamo come si potrà riprendere" concluse Michael, sospirando appena mentre cercava di trovare una soluzione alla cosa.
William non poteva credere alle sue orecchie. Gli vennero in mente, tutti i momenti passati insieme.
Riebbe la conferma che fosse la ragazza più forte del mondo. Si domandò come avesse fatto a reggere un dolore così grande. Perdere un bambino quando le persone più importanti l'avevano lasciata sola.
"Non si potrebbe contattare la stessa psicologa? Se l'ha, in parte, aiutata una volta, perché non dovrebbe rifarlo?" Era intenzionato a far ritornare la sua Spencer, era intenzionato a guarirla dal passato, a consolarlo dalle sue ferite, a guidarla nel cammino verso la pace, ad amarla in un modo così grande, da essere capace di fare qualsiasi cosa per lei, anche solo per vedere un suo sorriso.
"Si potrebbe fare, insomma è una buona idea" acconsentì Jacob, guardando tutti per ottenere altri consensi.
Annuirono per confermare e decisero che sarebbero andati a fare visita alla "vecchia" psicologa di Spencer.
*************
La dottoressa Barton accolse i ragazzi, un po' stupita. Grazie alla sua grande memoria, ricordava di averli visti, tranne William.
Si presentarono e la donna ricordò perfettamente chi fosse il biondo.
"Sai, una mia paziente parla spesso di un ragazzo che si chiama proprio come te" gli disse con un sorriso mentre preparava le tazze per il the.
"Chi, signora? Sempre se si può sapere" azzardò il ragazzo.
"Ci dovrebbe essere il segreto professionale, ma la mia paziente si chiama Spencer" i ragazzi si guardarono scioccati, tranne William che non capiva il motivo di quegli sguardi.
"Signora, Spencer Stewart continua a venire da lei? Non aveva finito la terapia?" Domandò Holland, abbastanza sorpresa, sapendo quanto l'amica odiasse andare dalla donna.
"Oh sì, la terapia l'aveva terminata ma ha continuato a venire qui, quando ne ha ritenuto opportuno per se stessa. Infatti, l'ultima volta è stato qualche giorno fa" mormorò la psicologa. Una volta che il the fu pronto,lo consegnò ai ragazzi. "Perché mi fate queste domande?"
"Perché le sono tornate le allucinazioni"
"Questa volta, allora, sarà molto difficile spegnerle"
SPAZIO AUTRICE
Inizio col dire che sto morendo di sonno e al massimo correggo domani il capitolo.
Si sa tutta la verità su Spencer, si scopre che lei andava ancora dalla strizzacervelli e William, come sempre, la ama.
È di passaggio e dovrò schiarirmi un po' le idee per il seguito.
Anyway, votate e commentate.
Alla prossima,
Kisses
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Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Romance"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...