Capitolo 18

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Un altro mese volò completamente e mancavano due giorni alla vigilia di Natale. Tutti avevano preso i regali a tutti tranne Spencer che non sapeva cosa prendere a William. Avrebbero passato insieme la vigilia di Natale e si sarebbero scambiati i regali dopo che la mezzanotte sarebbe scoccata. Poi, il giorno dopo, ognuno con le proprie famiglie a passare la festività e i giorni che mancavano a Capodanno.

Durante il mese i voti di Spencer erano migliorati e lei ringraziò ogni volta il suo insegnante nonché amico. Oltre al tempo che passavano studiando, uscivano insieme ed andavano ovunque parlando di qualsiasi argomento.

Erano le 18 in punto e stavano finendo di addobbare la casa, dato che nessuno aveva mai tempo.

La bionda si era offerta di fare l'albero e William la aiutò. Jonathan e Holland si occuparono della spesa da fare mentre Jacob e Michael dei vari addobbi per la casa.

I quattro ragazzi si erano accorti dell'affinità che c'era tra i due biondi e ne erano sia preoccupati che felici. Preoccupati per una possibile ricaduta della ragazza che ogni giorno cercava disperatamente di andare avanti e di lasciarsi il passato alle spalle; felici perché sapevano che William era un ragazzo gentile e premuroso e non le avrebbe mai fatto del male neanche inconsapevolmente. La sua vicinanza le metteva di buon umore e se lei era contenta, tutti lo erano.

Mentre addobbavano l'albero, Spencer canticchiava un motivetto inventato, pensando a cosa regalare al ragazzo accanto a lei.

"Spence, alla fine ti ha più infastidito?" domandò Michael impegnato ad appendere una ghirlanda natalizia alla porta d'entrata mentre Jacob attaccava un festone natalizio alla ringhiera delle scale.

"Sì, qualche volta cercava di farmi entrare con lui in qualche bagno vuoto ma io ogni volta rifiutavo. Lo denuncerò per stalking prima o poi" sbuffò mentre diceva quelle parole. Voleva urlare ogni volta che lui le si avvicinava, perché stava cercando di scansare il passato ed andare avanti.

"Il momento più divertente era quando tu gli alzavi il dito medio, lo mandavi a fanculo o gli rispondevi male e lui pensava che non dicessi sul serio e continuava a farti quel sorrisetto che utilizza per conquistare le ragazze" disse Holland mentre tratteneva le risate al ricordo, sistemando la spesa e notando che Spencer si era irrigidita e che stringeva troppo una palla natalizia. "A te non piace più, vero?" la ragazza girò lo sguardo continuando a mettere gli addobbi.

"Spencer, so che mi hai sentita" tutti si erano fermati da ciò che stavano facendo per aspettare la risposta. Spencer non sapeva dare una risposta. Pensava alle parole della psicologa. Pensava al suo odio per lui. Pensava a fin troppe cose e lei voleva delle risposte e non altre domande.

"Ti piace ancora. Ma il tuo non é solo amore, é anche odio. Tanto quanto lo hai amato e continui ad amarlo, tanto lo odierai e il tuo amore per lui era immenso e così sarà il tuo odio nei suoi confronti" le disse sussurrando la mora accanto a lei. Non aveva notato solo i suoi continuati rifiuti, ma anche il modo in cui lo guardava e come combatteva una battaglia dentro di lei.

"Mi sta squillando il telefono, vado di sopra" la scusa era credibile perché lei aveva sempre la vibrazione al telefono ma in quel momento voleva solo starsene in camera sua da sola. E quella solitudine le riportò alla mente ricordi che lei voleva cancellare. Voleva una gomma che le cancellasse ogni singolo ricordo per ricominciare una vita nuova. Però così scappava. Scappava sempre ormai. E se scappare significava essere al sicuro, le andava bene. Se significava guardarsi attorno e ritrovarsi in cose nuove, le andava bene. Bussarono alla porta e lei fece finta di dormire. Voleva semplicemente rimanere sola col suo dolore che era diventato maggiore con il ritorno di Matthew.

Sentì la porta aprirsi ed essere chiusa con delicatezza, per poi dei passi avvicinarsi alsuo letto e delle ginocchia scricchiolare per il piegamento.

Una mano le spostò i ciuffi di capelli fuoriusciti dalla crocchia bassa che si era fatta ed una voce bassa le risuonò nelle orecchie.

"Non so se stai dormendo, forse puoi anche star facendo finta, ma ti voglio dire una cosa: non ti far condizionare dal passato, non ti far condizionare da nessuno. Tu sai cos'é giusto per te, non lo sanno gli altri. Non lo sa Matthew che cerca di rimettersi con te, quando tu forse sei contraria, non lo so io che cerco di portarti sulla strada giusta per non vederti soffrire come fanno anche gli altri. Scegli per te stessa. Sappi anche che sei la ragazza più forte e coraggiosa che io conosca ed é per questo che m'incanto a guardarti a volte: perché non ho mai visto niente di così prezioso in vita mia. Sei come un fiore d'inverno che con tutte le tue forze cerchi di resistere al male e di sconfiggerlo. Vorrei che tu mi chiedessi aiuto, vorrei aiutarti, basta solo chiederlo" lei ascoltava in silenzio, cullata da quelle parole e meravigliata di come l'avesse descritta perfettamente con quella similitudine, mentre lui le continuava ad accarezzare i capelli e le guance "Sto parlando a vuoto, stai dormendo. Ti lascio al tuo riposo" era indeciso se darle un bacio sulla guancia o meno. Quindi le prese una mano e gliela baciò.

Non voleva ammetterlo oppure non se n'era ancora accorta.

Ma lei aveva bisogno di lui.

Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora