La persona che chiamò fu il suo ultimo patrigno Jean-Pierre. Dopo la separazione dei suoi, lei e sua madre erano andate a vivere in Francia, quindi aveva dovuto imparare il francese. Due anni prima, la madre si era messa con l'uomo che aveva conosciuto ad un convegno in Francia, poi si erano sposati.
Anche se i due si erano lasciati da un po', dovevano ancora firmare le pratiche del divorzio e in America ci volevano un paio di mesi per risolvere tutto.
Durante la chiamata, parlò sempre e perfettamente francese dato che a volte l'uomo non capiva alcune cose dette in inglese.
Una volta chiusa la chiamata, si voltò verso i suoi amici che la guardavano stupiti.
"Allora chi era e cos'ha detto?" domandò William.
"Ho chiamato Jean-Pierre, ultimo marito di mia madre. Mi doveva un favore ed adesso può sdebitarsi" rispose la ragazza. "A quanto pare, nonostante si siano lasciati, cerca di rimettersi con mia madre, che non so cos'abbia di speciale, comunque non capita tutti i giorni di trovare il tuo patrigno che fa sesso con la sua segretaria, non credo che mia madre avrebbe accettato bene la cosa"
"Quindi è fatta, devi solo studiare ed hai fatto" disse Michael. "Aspetta, ma come farai?"
"Beh, William mi darà una mano, si è offerto volontario per aiutarmi"
"Noi comunque crediamo in te, Spence" la abbracciò da dietro il moro.
"Perché ti ritrovi un nome maschile?" chiese William.
"Quel genio di mia madre aveva capito fossi un maschio, quindi mi mise questo nome"
"Anche se non lo sei, ti comporti da maschio" la stuzzicò Jonathan. Gli altri risero e Spencer lanciò lo strofinaccio che aveva in mano.
"Comunque stavo per dimenticarmene, oggi andiamo a giocare a basket?"
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"Come ben saprai, prima il dovere poi il piacere, quindi prima studierai, poi andremo a giocare a basket, d'accordo?" la ragazza annuì.
"Allora ho cercato il programma che avete fatto l'anno scorso, ed è questo" le mostrò una pila di libri che lei avrebbe dovuto studiare, leggere, comprendere e risolvere. Dalla matematica alla storia musicale, dalla storia alla geografia. "Durante il week end studierai questi libri, mentre durante la settimana quello che c'è da fare quest'anno, più in là penserai all'argomento della tua tesina" dopo questa breve spiegazione iniziò ad aprire i libri alle pagine da studiare.
"Ho trovato proprio un bravo insegnante" si mise gli occhiali da riposo, sapendo che prima o poi le sarebbero serviti degli occhiali fissi. "Porti gli occhiali?" domandò il ragazzo osservandola. La rendevano ancora più tenera.
"Sì, sono da riposo, ma non li porto molto spesso. Allora da cosa iniziamo?" chiese mentre si faceva uno chignon disordinato.
"Iniziamo dalla matematica" spiegò. "Okay, mi affido a te"
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Dopo aver passato un'ora e mezza a studiare matematica e a fare i vari esercizi delle altre materie finirono tutto e andarono a giocare a basket. Avevano fatto una specie di partita due contro due: Jacob e Spencer contro Michael e William. Holland non sapeva giocare quindi rimase a casa mentre Jonathan fece da arbitro perché gli faceva male il piede.
La piccola partita si concluse con un pareggio e il ragazzo dagli occhi grigi si meravigliò di come la ragazza sapesse giocare così bene.
Di solito le ragazze si limitavano a rimanere sedute e guardare oppure facevano le cheerleaders ma lei aveva giocato proprio come giocherebbe qualsiasi maschio.
"Sai, stavo pensando, ogni volta che avrai un voto più alto della sufficienza, ti darò un premio, come incentivo" gli occhi di Spencer si illuminarono e lo abbracciò di slancio.
"Davvero? Oh mio Dio, ceh, come primo premio voglio due pacchi di patatine. Ti darò la morte con questa storia dei premi" e sorrise furba. E lui ne fu più che felice perché lei lo aveva abbracciato.
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Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Romance"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...