Il mattino seguente si ritrovarono sui divani del salotto, con i vestiti sgualciti e leggermente ancora bagnati. La suoneria di un telefono fece lamentare Spencer che si mise il cuscino sopra la testa.
Allungò il braccio e rispose al telefono con voce bassa e stanca.
"Pronto, Spencer? Ci sei? Ho provato a chiamare un sacco di volte Will ma il telefono risultava staccato" Michael disse quelle parole così velocemente che credette di non aver nemmeno respirato mentre le pronunciava.
"Vaffanculo Michael, cosa diavolo vuoi a quest'ora?" cercò di non urlare, pensava che William stesse ancora dormendo e le faceva male fin troppo la testa.
"Ma sai che ore sono?" quasi urlò mentre lo diceva.
"Non urlare, cazzo. No, non so che ore sono" voleva alzarsi ma non ce la faceva, si sentiva fin troppo pesante.
"Sono le due del pomeriggio passate. Perché sembra che tu ti sia presa una sbronza e sicuramente Will insieme a te?" domandò sospettoso il moro, preoccupato di cosa potesse essere successo, dato che aveva notato il feeling che c'era tra i due.
"Sì, coglione. Ho una schifosa sbronza e mi fa fottutamente male la testa, ho un pessimo umore e tu mi hai svegliata. Cosa diamine vuoi?"
"Volevo semplicemente sapere come stavate ed avvisarvi che io torno domani pomeriggio insieme agli altri, visto che li ho sentiti"
"Okay, a mai più" gli chiuse il telefono in faccia e rimise il cuscino sotto la testa.
"Il tuo post-sbronza ti rende ancora più gentile" William era in piedi, davanti al divano e con un bicchiere pieno d'acqua e un'aspirina in mano.
"Grazie" prese l'acqua e l'aspirina e bevve il tutto "mi sento così stanca che non riesco a fare niente. Mi sento le labbra di sale e i capelli fanno schifo. Sto messa male, vero?" gli chiese aprendo un occhio,notando che la stava osservando con un sorriso.
"Se ti devo dire la verità, sei come tutte le mattine, solo più stanca e con i capelli più scompigliati" gli fece il dito medio e gli sussurrò un 'Vaffanculo', lui, prima ridacchiò silenziosamente, poi si sedette accanto a lei a terra e la guardò dal basso, accarezzandole una guancia e sussurrandole "però rimani comunque bellissima".
La ragazza aggrottò le sopracciglia e il ragazzo si rese conto di averlo detto ad alta voce.
"Scusa, non dovevo. Dimentica ciò che ho detto" distolse lo sguardo e si alzò "Faccio un thé, lo vuoi?"
"Sì okay, ricordati che lo voglio-"
"Con due bustine di zucchero alla vaniglia, lo so" Spencer si ricordò di non avergli mai detto come volesse il thé, quindi si chiese come lo facesse a sapere. Si alzò traballante dal divano e si mise una mano sulla testa, per poi guardarsi allo specchio del salotto. Era peggio di tutte le mattine messe insieme. I capelli sembravano paglia, granulosi e pieni di sale, la faccia più bianca del solito, sotto gli occhi si poteva notare il mascara sbavato e le labbra erano più rosse che mai.
Entrò in cucina e bevve il suo thé caldo.
"Allora cosa ricordi di ieri sera?" domandò William, guardandola mentre imprecava sul fatto che si fosse scottata la lingua.
"Un bel niente ed é la cosa che mi dà più sui nervi" la bionda soffiò sulla bevanda per evitare di scottarsi un'altra volta "Michael mi ha detto che torneranno domani pomeriggio" dopo aver pronunciato quelle parole, lo guardò meglio e disse "Non sembra che tu abbia passato la serata ad ubriacarti" fece una smorfia e il ragazzo sorrise.
"Beh, perché al contrario tuo, mi sono svegliato alcune ore fa" la ragazza spalancò la bocca.
"Perché non mi hai svegliata prima? Ho un aspetto che fa paura agli elefanti" William rise "Guarda che non c'é nulla da ridere"
"Non so se ricordi come hai reagito alla chiamata di Michael" stava per ribattere, ma richiuse la bocca formando una linea "Esattamente".
"Ti odio" il ragazzo continuò a sorridere guardandola. "Beh sai cosa potremmo fare mentre loro non ci sono?" il ragazzo scosse la testa e la osservò attentamente.
"Lo vedrai"
***************
William era nella sala di musica che suonava un po' con la chitarra mentre Spencer si stava facendo una doccia.
Mentre suonava, canticchiava qualcosa per poi scriverla su un quadernetto.
"Bella musica" si girò verso la fonte della voce che sapeva benissimo a chi appartenesse.
"È come se le mancasse qualcosa" disse osservandola mentre si sedeva accanto a lui.
"Fa' vedere un po'" le porse il quadernetto e lei canticchiò la canzone un paio di volte, vedendo quali passaggi fossero sbagliati.
"Suonala, vediamo cosa manca" e mentre lui suonava, lei cantava la sua canzone. Alla fine riguardò il testo e si girò verso il ragazzo.
"Secondo me, é perfetta così. Forse la dovresti far cantare a qualcun altro, oppure ci dovrebbe essere un duetto accompagnato da un altro strum-"
"Fallo tu" vide come la ragazza non capiva e chiarì ciò che voleva dire "Canta tu e suonala insieme a me" Spencer non seppe dire di no a quegli occhi grigi che la stavano scrutando in cerca di una risposta, quindi rispose in modo affermativo.
"Ho notato che é una canzone che parla dell'amore, di chi sei innamorato da descriverla in questo modo?" gli diede una gomitata amichevole sorridendo "Dai, magari posso aiutarti a conquistarla" William volle dirle la verità. Che era innamorato di lei dalla prima che l'aveva vista davanti a quella porta con la faccia più pallida per aver dormito, gli occhi contornati di nero per esserseli strofinati, il modo in cui si era presentata alla porta, il suo carattere. Come in quel momento voleva confessarle il suo amore, ma sapeva di non essere corrisposto. Di come bramava le sue labbra e di come era felice quando sorrideva per mano sua.
"Sono innamorato di una ragazza del corso di Composizione" in quel momento Spencer sentì una morsa allo stomaco e qualcosa salirle in gola.
"E chi sarebbe?"
"Emily, sai, la ragazza con i capelli biondi e gli occhi verdi" sapeva le caratteristiche delle persone perché le osservava, quindi come descrizione andava bene e non faceva una piega.
"Beh, potrei aiutarti a conquistarla"
In quel preciso istante, la ragazza dai capelli biondi e le punte nere provava un sentimento ancora più grande di quello che aveva provato con Matthew, mentre William si rese conto che lei non avrebbe mai potuto ricambiare.
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Come un fiore d'inverno [IN REVISIONE]
Roman d'amour"Lei sa ciò che vuole, un po' come te" rispose guardandola "io invece so ciò che voglio, ma a volte ho paura a prendere quella determinata cosa" "Non devi avere paura. Quella cosa può prendersela qualcun altro" "Ho paura di sbagliare qualcosa" "Rico...