𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝟧

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I ragazzi mi portarono in giro per il campus facendomi vedere dove fosse la mia facoltà e mi fecero fare un giro nel parco. L'università era gigantesca. Era piena di sale studio, biblioteche, parchi all'aperto.

Dopo essere stati a zonzo per un po' ci fermammo in una pasticceria consigliata da Niall Horan in persona.

«La migliore pasticceria!» esultò Niall, quando entrammo. Le vetrine erano stracolme di dolci, torte, biscotti e quant'altro. Avevo l'acquolina in bocca. Il mio cellulare cominciò a squillare e risposi di fretta.

«Melody?» mi chiamò il mio psicologo. I ragazzi mi guardarono interrogativi.

«Devo rispondere.. una cheesecake alle fragole, per me» dissi uscendo fuori.

«Come stai? Mi hai fatto preoccupare in questi ultimi giorni» rispose.

«Salve dottore. Sto meglio, adesso. Sono stata ad una festa e adesso sono in pasticceria con degli amici» risposi.

«Ma è fantastico!» continuò entusiasta.

Chiacchierammo un po' e mi consigliò un suo collega nei pressi di Boston.

«Può darmi il cognome e l'indirizzo?» chiesi, mettendo il viva voce e segnando nelle note le informazioni.

«Smith, l'11 di Beacon Hill» disse.

«Va bene dottore, la ringrazio, arrivederci» staccai la chiamata.

«Dottore? Stai male?» chiese qualcuno dietro di me. Niall aveva un dolce in mano e della crema sulla punta del naso. Ridacchiai, probabilmente era maldestro proprio come me quando mangiava.

«Sto bene» risposi distaccata. Alzò un sopracciglio con aria interrogativa. Cosa avrei dovuto dirgli? Che facevo terapia da ormai cinque anni?

«Vuoi parlarne?» domandò.

«No» risposi scansandolo ed entrando.

Pensai di essere stata fin troppo brusca ma questo era uno degli argomenti che mi feriva di più. Le mie sedute mi facevano sentire diversa.

Mi sembrava di avere qualche problema, qualcosa che non andasse. I miei compagni delle superiori, alla notizia delle mie sedute, si erano presi gioco di me.

Tutti pensavano che io fossi pazza, che avessi bisogno di uno strizza cervelli. Questo mi faceva sentire diversa.

Le chiacchiere dei ragazzi mi fecero distogliere l'attenzione dai miei problemi. La discussione centrale dei loro discorsi era quale fosse il dolce più buono.

«Ti dico che è il mio» insistette Harry.

«Non ne capisci niente» ribatté Niall. Ridacchiai pensando all'oggetto della conversazione. Stavano davvero litigando per dei dolci.

Mangiammo tutti insieme e i ragazzi insistettero per pagare loro, nonostante io fossi completamente contraria alla cosa.

Quando tornammo al dormitorio si era già fatta sera e nessuno di noi aveva più fame. Avevamo mangiato fin troppi dolci.

«Faccio una doccia e ci vediamo in hall?» chiese Harry.

«Non so. Sono un po' stanca..» cominciai.

«Mel, dai» sorrise Louis lasciandomi un bacio sulla guancia. Mi irrigidii per il contatto fisico. Niall sbuffò. Entrammo in camera e in poco tempo il biondo si tolse i vestiti.

Room 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora