𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝟤8

3.5K 287 52
                                    

Mi appoggiai alla parete di quella che doveva essere la mia camera. Osservai la mia valigia aperta ancora sul letto matrimoniale. Ingoiai rumorosamente la mia saliva, tentando di far scendere il groppo che sentivo incastrato in gola. Avevo preso la decisione di passare questo weekend con i ragazzi senza pensare alle conseguenze che potevano accadere.

La volontà di Harry ed Eleonor di dormire insieme mi aveva fatto riflettere per gran parte del viaggio. In parte ero rimasta delusa dal fatto che El avesse preso una decisone del genere senza avvisarmi, considerando che avremmo dovuto dormire insieme. D'altro canto, mi aveva reso consapevole di dover fare chiarezza con i miei sentimenti e di doverla fare anche con i diretti interessati.

Quelle settimane lontana da Louis erano state d'aiuto per farmi comprendere che in lui non vedevo nient'altro che un amico, era inutile negare il fatto che il mio cuore battesse all'impazzata per il biondino che viveva in camera mia. Sentii la rabbia scorrere nelle mie vene, il mio petto stringersi.

Non provavo niente da anni e dovevo iniziare a provare due dei sentimenti più forti, l'odio e l'amore, per una sola persona. Il mio compagno di stanza. Una risata quasi isterica uscì dalle mie labbra, pensando a quanto io fossi brava nel mettermi in situazioni decisamente sgradevoli. Le pareti in legno erano calde a causa dei riscaldamenti, facendomi quindi scostare da esse.

La casa era esattamente come l'avevo immaginata. Era piccola e costruita interamente in legno, posta a ridosso di una stazione ferroviaria. Era divisa come avevano detto i ragazzi, dunque in tre camere. C'era un solo bagno, che era stato da subito conteso tra tutti. Il salotto era decisamente la mia parte preferita, sicuramente per l'alto camino in pietra posto lungo una parete.

Due divani color catrame erano posti vicino al camino, rendendo l'idea di una vera casa in montagna. La mia stanza - e probabilmente quella di Niall - era esattamente come tutte le altre. Era arredata con due comodini e un armadio. Non era niente di particolare.

Sentii due nocche battere sulla porta. Risposi un timido «avanti» dopo aver preso un respiro profondo. El entrò in camera chiudendo la porta a chiave dietro di sè. Mi guardò e io presi un respiro profondo. Qualche minuto dopo sentii le lacrime rigarmi le guance. Mi avvicinai verso El che subito si slanciò, abbracciandomi forte. Restammo così. In piedi nella stanza di un cottage, abbracciate mentre le bagnavo la felpa con le mie lacrime. Senza dire una parola. Non c'era bisogno.

Poche ore dopo il mio mental breakdown mi strinsi nella mia felpa larga, che avevo portato per stare comoda durante il tempo passato in casa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Poche ore dopo il mio mental breakdown mi strinsi nella mia felpa larga, che avevo portato per stare comoda durante il tempo passato in casa. L'odore di cioccolata aveva invaso le mie narici e, con esse, praticamente quelle di tutti gli altri. Zayn aveva acceso il fuoco e preparato la dolce e calda bevanda per tutti.

Lo vidi armeggiare con dei lunghi bastoncini nei quali aveva inserito dei marshmallow. Era un pensiero a dir poco adorabile. Mi sentivo come se fossi in un film natalizio, anche se in realtà eravamo a Marzo e purtroppo il Natale lo avevamo passato già da un pezzo.

Room 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora