Quando un fascio di luce entrò in camera mia dalla finestra, mi coprii gli occhi con il piumone bianco. Inspirai profondamente dal naso e l'odore di pancakes invase le mie narici.
Cominciai a ripensare agli eventi delle scorse settimane. Dopo la notte del bacio, non avevo più rivisto Louis e Niall. Il primo, per decisione mia mentre il secondo perché era praticamente scomparso.
Quando avevo chiesto ad Harry dove fosse finito, mi aveva detto che era tornato in Irlanda.
Fu strano perché in quanto sua compagna di stanza, non mi ero accorta praticamente di nulla. Oggi sarebbe stato l'ultimo giorno di vacanze natalizie e tornare a Boston non mi garbava per niente.
Pensai che se non avessi combinato un disastro l'ultima volta, probabilmente sarei stata più felice di tornare. Invece no, a me era piaciuto complicarmi la vita.
Mi girai dall'altro lato e chiusi gli occhi provando a dormire ancora. Il volto di Niall era stampato nella mia mente. Il ricordo delle sue labbra sulle mie era così vivido da farmi perdere la testa e mandarmi in ebollizione. Il bacio con Louis era stato bello ma non altrettanto passionale.
«Tesoro, la colazione!» la voce di mia madre richiamò la mia attenzione sul pianeta Terra e non sul pianeta Horan.
Mi stiracchiai e cercai la forza per alzarmi, l'odore invitante fu di grande aiuto. Quando scesi le scale trovai Bobby. Lo guardai attonita.
«Sei tornato?» domandai sospettosa.
Secondo i racconti di mia madre, lei e Bobby avevano avuto un periodo no. Da poco più di un mese dal mio arrivo all'università avevano cominciato ad avere problemi.
Non avevo idea di cosa fosse successo, mamma non me lo aveva ancora raccontato. Trovarlo lì mi fece comunque un certo effetto. Avevamo passato le feste da sole e adesso, il giorno in cui dovevo tornare a Boston, si era ripresentato.
«Sì Mel, buongiorno» sorrise come se nulla fosse successo.
Chiaramente non avevo idea dei fatti, ma far finta di niente dopo essere stato lontano da mamma per due mesi mi parve strano. Alzai le spalle non capendo cosa stesse succedendo e andai in cucina.
Una pila di pancakes e sciroppo d'acero erano posti su un piatto di porcellana turchese. Sentii l'acquolina in bocca. La cucina di mamma era una delle cose che mi era mancata di più.
«Buongiorno tesoro. Noto che hai incontrato Bobby» mi disse lei che probabilmente aveva sentito la conversazione tra me e quest'ultimo.
Si sistemò gli occhiali sulla punta del naso e strofinò le mani piene di farina sul grembiule rosa cipria. Afferrai la forchetta e presi un pezzo della mia colazione.
Dopo aver mandato giù gustando ogni particella di quella bontà, le risposi.
«Sì, mamma. Vorrei capire perché sia qui» sussurrai appena.
«Abbiamo fatto pace tesoro. Io sono felice con lui» rispose in fretta.
Mi limitai ad annuire. Non chiesi nemmeno quando avessero fatto pace, dato che fino alla sera prima non fosse con noi.
Non avevo voglia di litigare e soprattutto di parlare di uomini. Avevo ormai capito che non fossi un'esperta.
Dopo essermi lavata e sistemata tornai in camera. La mia enorme valigia era posta sul letto a baldacchino. Posai gli ultimi oggetti rimasti e diedi un'occhiata alla mia stanza.
Questa era identica a qualche anno prima. I poster della mia band preferita erano attaccate alle pareti bianco perla. Il soffitto invece era impreziosito da disegni di stelle, dei pianeti e della luna.
L'enorme libreria stracolma di libri era posta di fianco alla scrivania bianca, ormai malandata a causa dell'enorme utilizzo che ne facevo.
«Sei pronta?» chiese qualcuno alle mie spalle. La testa di Bobby fece capolino dalla porta.
«Sì» sospirai chiudendo la valigia.
«Mamma mi ha raccontato che hai un coinquilino piuttosto che una coinquilina», cominciò «com'è che si chiama? Niall...» riprese tentando di ricordare il cognome.
«Horan. Niall Horan» puntualizzai con tono un po' freddo.
Non avrei di certo parlato del biondino con lui.
Bobby mi aiutò a caricare la valigia in macchina e ringraziai il cielo che non avesse continuato a fare domande sul biondo. Non l'avrei sopportato.
Arrivata in auto cominciai a mangiarmi le unghie dal nervoso. Non potevo incontrare Niall. Non ero ancora pronta.
Cominciai a pensare che forse non sarei mai stata pronta ad incontrarlo. Quel maledetto bacio aveva rovinato ogni cosa. Ero passata dall'essere la compagna di stanza di Niall a praticamente desiderarlo giorno e notte.
I giorni di vacanza in casa li avevo passati a studiare. Tra una pausa ed un'altra - circa ogni due minuti - controllavo l'account Instagram del mio coinquilino.
Dall'inizio delle feste aveva messo solo due storie Instagram ed un post nel suo feed, al quale non avevo accuratamente messo "mi piace". Una delle due storie risaliva ad una settimana prima e lo ritraeva intento a bere birra, l'altra era di questa mattina e ritraeva un aereoporto.
La consapevolezza che lo avrei incontrato mi mise ancor di più in agitazione. Il fatto che dovessimo presentare un progetto che comportava lo stare vicini mi fece sentire male.
Lo schermo del mio cellulare si illuminò. Louis mi aveva mandato un messaggio. Si era fatto sentire solo per Natale, dicendomi quanto fosse dispiaciuto per il bacio che c'era stato tra noi.
Risposi velocemente alla sua richiesta di incontrarci quella sera scrivendo che se avessi sistemato tutto in tempo, avrei cenato con lui. Louis mi mancava ma l'idea di dover parlare di ciò che era successo provocò in me profonda agitazione.
Quando la macchina si fermò guardai dove fossimo. Uno dei grandi palazzi dell'università si trovava sul fianco sinistro dell'automobile. Osservai le aree verdi. La neve aveva coperto quasi ogni cosa. Boston era bellissima e mi era mancata da morire.
Mi feci aiutare da Bobby per portare i miei bagagli in camera sperando che Niall non ci fosse.
Quando girai la chiave nella toppa ed essa scattò tirai un sospiro di sollievo. Lasciai che Bobby e la mamma curiosassero all'interno della mia camera ed aprii la finestra.
«E il tuo compagno di stanza?» chiese Bobby interrogativo.
«Non so» risposi secca. Da dove veniva tutta questa curiosità? Insomma, meno volessi sentire riguardo Niall più tutti si divertivano a fare domande su di lui!
Quando la mamma mi abbracciò prima di andar via, scoppiò a piangere. Strinse le mie esili braccia e accarezzò i miei capelli biondo cenere.
«Mamma, che c'è?» domandai preoccupata scostandomi dall'abbraccio per poterla guardare negli occhi.
«Mi mancherai» singhiozzò, «ma sono fiera di te» continuò.
Mi fiondai di nuovo tra le sue braccia e dopo una decina di minuti mi lasciarono sola in camera.
Dopo aver sistemato la stanza ed averla pulita decisi di fare una doccia. Quando uscii dal bagno con solo un asciugamano la porta si aprì.
Niall apparve sulla soglia. Indossava un paio di occhiali da sole neri, un maglioncino blu ed un paio di jeans. Il ciuffo biondo era perfettamente tirato all'insù.
Quando si tolse gli occhiali ed i suoi occhi blu cielo mi guardarono curiosi mi sentii divampare.
«Ciao, Melly» pronunciò con una voce così sexy da farmi quasi svenire.
Quel ragazzo era la mia rovina.
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Room 69
FanfictionNiall e Melody si ritrovano a condividere la stanza all'università di Boston per via di un errore. Melody, ancora fragile per la perdita del padre, è contrapposta a Niall: il biondino irlandese di cui tutti parlano, pieno di segreti che nessuno sa...