𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝟣7

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Accarezzai il tessuto del vestito che scendeva morbido sulle mie cosce. Attorcigliai un dito attorno ad una ciocca ondulata. Eleonor aveva acconciato i miei capelli così bene da far credere che li avessi mossi per natura.

Osservai ancora un po' il mio riflesso allo specchio. Avevo preferito non indossare tacchi, ero già abbastanza alta di mio. I miei occhi azzurri risaltavano grazie all'ombretto shimmer di colore nero.

Poche ore prima Louis mi aveva portato questo magnifico abito ed i ragazzi mi avevano obbligata ad indossarlo. El si era subito offerta per truccarmi ed acconciarmi i capelli.

Quando avevo chiesto loro dove dovessi andare così vestita di tutto punto, mi risposero tutti che era una sorpresa.

La maniglia della porta si mosse. Qualcuno tentava di entrare dall'esterno.

«Chi è?» mi avvicinai.

«Sei pronta?» chiese qualcuno dall'esterno. Uscii dal bagno e vidi Louis.

Aveva indossato una camicia bianca ed un paio di pantaloni neri. I suoi occhi chiari brillarono quando mi vide.

«S-sei bellissima» balbettò. Sussurrai un timido "grazie" ed afferrai il braccio che mi aveva gentilmente posto.

Dopo aver chiuso la stanza a chiave io e Louis lasciammo il dormitorio. Non vi era traccia di nessuno. Mi chiesi dove fossero andati a finire tutti.

Lui mi aprì la portiera dell'auto facendomi accomodare. Sorrisi. Louis era proprio un gentiluomo, non aveva niente a che fare con Niall. Il pensiero al biondo mi provocò una fitta al cuore.

Il suo rifiuto mi aveva completamente distrutta. Avevo passato gli ultimi giorni a mangiare schifezze e piangere. Di tanto in tanto decidevo di darmi un contegno, così, per dignità.

«Metti questa» disse Louis distraendomi. Mi voltai e lo vidi porgermi una di quelle mascherine per dormire. Lo guardai attonita.

«Che?» chiesi, «perché?» domandai nuovamente riferendomi all'oggetto che teneva fra le mani.

«Sorpresa» sibilò. Roteai gli occhi. Indossai la mascherina sperando che il trucco non si rovinasse.

«Mi vedi?» domandò Louis.

«No» dissi. Come avrei potuto? Mi aveva praticamente privato della vista. Il viaggio fu silenzioso, oltre le infinite domande che posi a Louis.

«Siamo arrivati» disse spegnendo il motore. Sussultai quando aprì il mio sportello.

«Afferra la mia mano» continuò. Cercai nell'oscurità la sua mano e la strinsi.

«Louis ma dove mi stai portando?» chiesi per la millesima volta. Lui afferrò saldamente la mia mano e mi avvicinò a sé per potermi guidare al meglio.

«Ci siamo quasi» rispose, come se non avesse sentito la mia domanda. Staccò la sua mano dalla mia e mi chiese di rimuovere la benda.

Al primo contatto diretto con la luce strizzai gli occhi. Louis mi aveva portato in una grande sala, tutta allestita con dei palloncini colorati.

«Sorpresa!» urlarono gli altri.

Mi guardai attorno: la sala era grandissima, tutta allestita per il mio compleanno.

Room 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora