Corsi per il campus per raggiungere l'edificio 17. Il seminario di educazione sessuale sarebbe iniziato a momenti ed io ero praticamente appena uscita dal dormitorio. Quest'ultimo distava esattamente un chilometro dal mio obiettivo: il suddetto edificio 17.
Osservai la fermata del bus e, con sconforto, lo vidi partire senza di me. Alzai il braccio in aria nella speranza che si fermasse, cosa che non accadde. Feci spallucce e sbuffai.
Mi strinsi nel mio cappotto, a Boston faceva un freddo pazzesco ed io maledii Niall James Horan per non avermi svegliato di buon mattino, insomma, avremmo frequentato insieme il seminario!
Scossi la testa tentando di liberarmi dei pensieri riguardanti il biondino e accellerai il passo, sperando di non arrivare troppo tardi.
Dopo una ventina di minuti arrivai e con mia grande fortuna - e conforto - vidi l'aula piena di ragazzi. Il trambusto si sentiva sin dal corridoio principale, facendo dunque notare l'assenza del docente. Presi posto in una delle prime file e dopo una manciata di minuti il professore fece il suo ingresso, mettendo a tacere tutti.
«Buongiorno» sorrise.
Non facevo altro che chiedermi a cosa potesse servire quel seminario, soprattutto per chi, come i ragazzi, frequentava una facoltà scientifica. Alzai lo sguardo e scontrai gli occhi di Niall, lo abbassai subito dopo.
«Melody, giusto?» mi richiamò il professore, facendomi scattare in piedi come una molla, «dovrebbe essere più attenta» constatò, sistemandosi gli occhiali sul naso troppo sporgente. Sussurrai un timido "mi scusi" e tornai a sedermi.
Il professore continuò con l'appello, spulciando sulla sua agenda qualcosa qua e la.
«Bene» disse, dopo aver finito «vi informo che qui si lavorerà in coppia. Gli incontri previsti per ottenere i CFU sono 10» cominciò.
In aula si mosse un gran trambusto, tutti - me compresa - ci accingemmo ad appuntare le sue parole. Dopo dieci minuti, cominciò a designare le fantomatiche coppie. Mi girai per guardare se conoscessi qualcuno e Louis mi fece un cenno con la mano. Ricambiai dolcemente.
«Horan con.. Kenyas» quelle parole mi fecero raggelare il sangue. Diventai rigida come una tavola di legno.
«Potrei cambiare..compagno?» chiesi imbarazzata.
«No. Dovrete preparare questo entro un mese.» annunciò, alzandosi dalla sua scrivania e porgendo dei fogli ad ognuno di noi.
Afferrai il foglio forse con troppa violenza e cominciai a leggere. Rimasi di ghiaccio quando capii di cosa si trattasse. L'esame finale riguardava un video girato assieme al proprio collega, nel quale si dovevano utilizzare delle tattiche di seduzione. Rimasi allibita. Questo compito pratico, sostanzialmente, serviva per far capire il comportamento del corpo umano e i cambiamenti durante la pubertà.
«Prof..ma non è esagerato?» chiese una ragazza. Concordai con lei facendo un cenno col capo.
«È il suo ex ragazzo» ridacchiò qualcuno alle mie spalle.
«No, cara. Anzi, credo che a te verrà anche meglio!» disse il professore.
Tossii per la sfacciataggine dell'uomo e mi beccai un'occhiataccia da lui e da Niall, il quale mi fissava ridendo sotto i baffi.Cominciai a ripensare al fatto che fossi finita con Niall chiedendomi cosa diamine avessi combinato nella mia vita per ritrovare quel ragazzo praticamente ovunque.
«Fanculo..» sussurrai, passandomi una mano fra i capelli.
«Come, scusi?» chiese il prof. Feci un sorriso sbilenco, da vera deficiente qual ero. Mi domandai come facesse quell'insegnante ad avere un udito così eccellente. Sentii Niall ridere e gli lanciai un'occhiataccia.
Annunciata la fine della lezione, abbandonai praticamente correndo l'edificio per raggiungerne un altro.
Arrivata nella sala prove accesi la musica. Andai verso il camerino dove indossai dei leggins ed una maglia abbastanza larga. Pochi giorni prima avevo scoperto quella sala da ballo meravigliosa e avere la possibilità di dare libero sfogo alle mie emozioni mi fece subito sentire meglio.
La sala da ballo era immensa: il parquet color ciliegio scuro e i grandi specchi sulle pareti, la rendevano poi maestosa. Le tende bordeaux che dividevano il mondo esterno dalla sala stessa, avevano degli orli dorati ed erano impreziosite da ricami in pizzo e raso.
Nel sentire la canzone iniziai a muovermi a ritmo, come più mi piaceva seguendo dei movimenti casuali, lasciandomi trasportare dal suono e dal potere che la musica aveva per me. Non appena la canzone finì sentii un applauso e vidi Niall fare capolino da dietro la tenda bordeaux, dove si era prontamente nascosto.
«Sei bravissima..» sorrise, con il suo solito ghigno.
«Che fai qui?» dissi, mettendo i palmi delle mani sui fianchi assumendo una posizione infuriata.
«Volevo parlarti del progetto..» ammiccò.
«Non ricordarmelo.. » sibilai.
«Abbiamo solo un mese..» cominciò, leccandosi le labbra. Un brivido attraversò la mia spina dorsale.
«Niall, preferisco avere una Z piuttosto che lavorare con te.» risposi, fredda.
«Come siamo aggressive..non mordo mica..» sorrise, scandendo le parole una ad una con un tono a dir poco ammaliante.
Pian piano si avvicinò verso di me. Indietreggiai paurosamente andando a finire con la schiena appoggiata al muro, con una velocità quasi disumana arrivò ad un millimetro da me. Sorrise sul mio collo e passò un dito sul mio viso, fino ad arrivare alla mia clavicola.
Sentii il mio respiro farsi sempre più pesante ed il mio cuore battere all'impazzata. Avevo i brividi. La pelle d'oca si era formata sulle mie braccia.
«Questo è un esempio di seduzione..» sussurrò al mio orecchio, per poi lasciarci un bacio.
«Anche questo..» disse, attaccandosi ancora di più a me.
Il suo bacino era attaccato al mio e un respiro soffocato uscì dalle mie labbra schiuse.
«Niall..» ansimai, sperando che la finisse.
«Questo...» continuò, lasciando piccoli baci sul mio collo. Stavo per collassare.«Smettila..»dissi, a denti stretti.
«Non sembrava che ti dispiacesse» sorrise, alzando lo sguardo.
I suoi occhioni blu cielo incontrarono i miei. Il suo sguardo fece breccia nel mio animo. Fu impossibile, almeno in quel momento, non ammettere che provassi qualcosa per Niall. Di certo si trattava qualcosa di malsano, di inspiegabile.. però mi rendeva viva. Come non ero mai stata.
«Basta.» sibilai prendendo le mie cose e uscendo da lì. Il biondo mi guardò esterrefatto ed io accellerai il passo sempre più.
Ero nei guai. Avevo un grandissimo problema: Niall James Horan.
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Room 69
FanfictionNiall e Melody si ritrovano a condividere la stanza all'università di Boston per via di un errore. Melody, ancora fragile per la perdita del padre, è contrapposta a Niall: il biondino irlandese di cui tutti parlano, pieno di segreti che nessuno sa...