Osservai sul pavimento ciò che restava dei miei lunghi capelli biondi. Il mio viso assunse un'espressione sconvolta, come se avessi appena detto addio ad una parte di me. In realtà, era proprio quello che avevo appena fatto. Alzai lo sguardo, controllando il mio riflesso allo specchio.
I miei capelli arrivavano poco sopra le spalle, erano umidi e cortissimi per i miei soliti standard. Il parrucchiere cominciò a sistemarli con le forbici, mentre io non facevo altro che pensare di aver fatto un errore.
Il Viselli Saloon era il locale beauty per eccellenza. In realtà era un po' caro - ne valeva sicuramente la pena per la professionalità e per il tipo di lavoro che veniva svolto - ma comunque la festa era una gran bella occasione, ed era bello ogni tanto viziarsi un po'.
La storia di questo salone era quasi secolare, da tempo immemore qui veniva svolto questo lavoro. Tra parrucchieria, spa ed estetiste, ci si sentiva nel paradiso della beauty routine. Mi voltai verso Eleonor - che aveva una moltitudine di bigodini in testa - e le feci un cenno verso le mie perdute lunghezze.
«Lo hai voluto tu» sottolineò, ricordandomi e rinfacciandomi il fatto che mi avesse avvertita. Mi conosceva meglio di quanto io conoscessi me stessa, era inutile negarlo. La guardai con quella sottospecie di acconciatura e ridacchiai prendendola in giro.
Cominciai a girare la testa lentamente a destra e sinistra, per osservare meglio il taglio. Erano veramente belli, l'unica pecca era il fatto che non tagliando i capelli da anni non ero per niente abituata a vedermi così.
«Non riesco a prenderti sul serio così» mi rivolsi ad El, risi beccandomi un'occhiataccia. Il parrucchiere cominciò ad asciugare i miei capelli, che finalmente erano visibilmente sani e forti. Quando terminò, passò alla piastra per renderli ancora più lisci. Nel frattempo la sua assistente stava togliendo i bigodini ad Eleonor, rivelando dei lunghi boccoli scuri.
Dopo una ventina di minuti, delle estetiste stavano curando la nostra manicure. Guardando Eleonor ridere di gusto mi scoppiò il cuore. Lei e Harry avevano passato dei brutti momenti, e speravano di poterli sistemare con questa serata, passando del tempo insieme mettendo da parte tutto e al centro la loro relazione.
«Che colore dovrei farle?» mi domandò la mia migliore amica mostrandomi le unghia appena limate. Osservai attentamente i colori che erano stati disposti sul tavolo.
«Rosse?» chiesi alzando una boccetta di rosso intenso. El la osservò e la strappò via dalle mie mani. Per poter osservare meglio il colore, la aprì e osservò il rosso vivo dallo scovolino.
«È un bel colore» rispose l'estetista, aspettando che decidesse come farle.
«Io le vorrei sui toni del rosa pastello» dissi, già convinta della mia scelta. Avevo passato una settimana a pensarci, come se fosse un problema di vitale importanza. In realtà, in quella settimana lo era davvero stato.
Non avevo fatto altro che pensare a quella festa. Mi sembrava ancora strano pensarmi in un contesto diverso da quello asociale e solitario che mi aveva accompagnata per tutta l'adolscenza, eppure, così stavo decisamente meglio. La mia migliore amica scelse un colore nude per le sue unghia e dopo quattro lunghe ore dentro il salone, terminammo i preparativi per il ballo.
«Non credo che spenderò più tutti questi soldi per una cosa del genere» sottolineò El, una volta uscite da lì. Ridacchiai ma, d'altronde, come darle torto?
«Forse solo per il mio matrimonio potrei spendere nuovamente questa cifra» sorrisi, «ho speso tutti i miei risparmi» continuai. Osservai l'orologio, facendo notare ad El di essere in ritardo. Alzò gli occhi al cielo e allungò una mano verso di me. La strinsi e cominciammo a correre verso il campus. Il vento scompigliava i nostri capelli appena acconciati e stringevamo forte la mano dell'altra, ma non importava.. non erano importanti il ballo, la piega, gli esami; tutto ciò che contava eravamo noi.
La osservai mentre, voltandosi verso di me, rideva continuando a correre e cercai di stamparmi quell'immagine in mente, ricordandomi di quanta strada avessimo fatto insieme e quanta ancora ne mancava. Non avrei potuto desiderare un'amica migliore di lei.
Una volta arrivate in camera mia, si erano già fatte le sette di sera. La festa sarebbe cominciata tra un'ora e ancora dovevamo truccarci. Come al solito Eleonor decise di truccarmi, anche se accolse la mia richiesta di fare qualcosa di semplice. L'unico dettaglio che aggiunse, oltre ad un rossetto rosso vivo furono delle lunghe e folte ciglia finte.
Mi guardai allo specchio, non riconoscendomi. Non ero mai stata così curata. Nell'ultimo mese avevo finalmente preso qualche chilo, e questo mi faceva sembrare ancora più bella. Di certo, il fatto che fossi felice giocava un ruolo decisamente più che importante.
Aspettai che Eleonor si truccasse, dopo di che indossammo i nostri vestiti. Ci guardammo allo specchio, emozionate come se avessimo ancora sedici anni. Ci spruzzammo del profumo e indossammo i tacchi, proprio quando qualcuno bussò alla porta della mia camera. El mi guardò sorridendo, ed io ricambiai felice di averla al mio fianco.
Osservai quella camera, chiedendomi se l'anno prossimo l'avrei nuovamente ottenuta. C'erano così tante domande nella mia testa, gran parte di esse erano sul futuro, soprattutto riguardo me e Niall. Ma, in quel momento, niente sembrava importare più di quello che stavo vivendo. Quando la porta si aprì, rivelando il mio ragazzo, ogni cosa sparì attorno a me.
«Sei bellissima, Melody» disse Niall con un mazzo di fiori in mano. Entrò in camera, raggiungendomi per lasciarmi un bacio sulle labbra. Il suo profumo invase immediatamente le mie narici.
«Anche tu» sussurrai al suo orecchio. Harry ed El si abbracciarono e, in quella stanza piena di affetto e d'amore, capii di non desiderare altro da ciò che stavo vivendo.
Una mezz'ora dopo, ci trovavamo nel luogo della festa. La sala che avevano affittato si trovava in una strada provinciale, in un luogo molto isolato dall'Università.
Una volta entrati, l'odore di spumante e le forti luci a led erano state le prime cose che avevano catturato la mia attenzione. La sala era adornata con temi che ricordavano il cielo e la notte, di fatti i colori predominanti erano il blu ed il nero.
Mi stupii nel notare la cura che avevano impiegato gli organizzatori per i dettagli: stelle e lune erano i centrotavola ed i lampadari della sala. Persino le pareti del locale erano tinte di blu con glitter color oro.
Niall strinse la mia mano, muovendosi verso il bancone. Lo seguii e lo pregai di camminare più lentamente, non ero abituata a camminare sui tacchi nonostante questi non fossero molto alti.
I cocktail venivano guarniti da ombrellini o gadget che ricordavano sempre l'atmosfera notturna.
«Cosa vuoi?» mi domandò Niall, una volta arrivati per ordinare.
«Un Cosmopolitan» risposi. Niall lo ordinò per me, mentre per sé ordinò un Manhattan. Era consapevole di dover bere poco, per via della strada che c'era da compiere con l'automobile fino al campus. Una manciata di minuti dopo, stavamo sorseggiando i nostri cocktail mentre ondeggiavamo in pista.
Il caldo era esageratamente asfissiante e il fatto di essere tutti ammassati l'uno all'altra, non aiutava decisamente. Niall scuoteva la chioma bionda a ritmo di musica, facendomi ridacchiare per qualche passo di danza divertente.Mentre ballavo con Niall, tutto cominiciò a dissolversi accanto a noi. Sembravamo rimasti solo io e lui, come se il resto delle persone fosse praticamente sparito. Mi fece fare una giravolta, poi mi tirò leggermente verso di sè. Mi abbracciò forte, ed io mi lasciai cullare da quella sensazione così piacevole. Ero a casa, ma non sapevo per quanto tempo lo sarei stata ancora.
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Room 69
Fiksi PenggemarNiall e Melody si ritrovano a condividere la stanza all'università di Boston per via di un errore. Melody, ancora fragile per la perdita del padre, è contrapposta a Niall: il biondino irlandese di cui tutti parlano, pieno di segreti che nessuno sa...