𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝟤3

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Quando aprii gli occhi notai che la stanza era illuminata dai raggi del sole. Mi stiracchiai, ancora assonnata ed afferrai il mio cellulare. Erano le dieci del mattino. La luce forte dello schermo mi fece strizzare gli occhi, non essendo ancora abituata dopo il sonno.

Cercai Louis, non trovandolo. Sorrisi nel vedere un suo bigliettino sul mio comodino: "buongiorno Mel, ieri ti ho lasciata riposare". Accarezzai la carta del post-it giallo e continuai a sorridere.

Dopo aver fatto io mio solito giro tra i social network ed aver risposto ad un paio di messaggi, tra i quali quelli di mia madre, mi alzai per fare una doccia.

Notai il letto disfatto di Niall, pensando che fosse uscito. Presi il necessario da portare nel mio bagno e dopo una decina di minuti uscii dalla doccia.

Soltanto dopo aver asciugato il mio corpo, essermi vestita ed aver fatto una piega più o meno decente ai miei capelli, uscii dal bagno.

Mi sorpresi nel notare che Niall fosse nel suo letto. Pensai che probabilmente, al mio risveglio, fosse in bagno.

«La prossima volta in cui c'è qualcuno qui, avvisa» mi stuzzicò probabilmente riferendosi a Louis.

Quando parlò, non alzò nemmeno lo sguardo dal suo iPhone grigio. Si limitò a sbuffare, come se lo avessi infastidito in qualche modo.

«Mi sono addormentata. Non mi sembra che tu abbia trovato situazioni spiacevoli» precisai, rifacendo il letto e piegando il pigiama.

«Eh, meno male» rispose con una punta d'ironia. Mi voltai di scatto verso di lui. Era sdraiato sul letto, con il cellulare in mano ed un braccio sotto la testa. Inutile commentare la sua espressione da deficiente soddisfatto. Voleva farmi innervosire, era chiaro ormai.

«Non sarebbe uno spettacolo adatto a te» dissi guardandolo. Alzò finalmente lo sguardo verso di me, i suoi occhi blu mi scrutarono lanciandomi uno sguardo di fuoco.

«Solo perché non lo voglio. Altrimenti di certo lo avrei» rispose tenendo ancora gli occhi fissi sui miei. Capii che probabilmente si riferisse a ciò che gli avevo confessato mesi prima, ai miei sentimenti. Non mi lasciai ferire da ciò che diceva. Era uno sbruffone, faceva di tutto per farmi saltare i nervi.

«Niall, non sei nessuno» cominciai, «sei solo un ridicolo narcisista» continuai, beffeggiandomi di lui. Una fragorosa ma breve risata uscì dalle sue labbra.

«Del quale ti sei innamorata, giusto?» domandò cercando ancora di farmi stare male. Passai una mano fra i capelli infastidita.

«È stato un errore quello» mi giustificai. Morsi tanto il mio labbro inferiore da sentire fra le labbra il sapore del sangue.

Presi un respiro profondo cercando di controllarmi, tentando di essere in grado di gestire le mie emozioni. Lui continuò a fissarmi.

Si alzò dal letto, ritrovandosi presto di fronte a me. Corrucciai la fronte, cercando di comprendere cosa avesse in mente. Niall era imprevedibile e questa era una cosa che mi metteva agitazione.

Le mie manie di controllo, le mie ansie e tutto ciò che doveva essere perfetto per avere uno stato mentale decente, con lui andavano perdute.

«Lasciami stare» ringhiai strofinando le mie mani sudate sui jeans. Il battito del mio cuore accelerò. Strinsi le mie mani in un pugno, stringendo sempre più.

La mia fronte era madida di sudore. Il mio petto si alzava e si abbassava, seguendo l'irregolarità del mio respiro.

Lo sguardo negli occhi di Niall cambiò, così come il suo modo di porsi. Si avvicinò lentamente ed io non riuscii a muovermi. Cominciò ad accarezzarmi un braccio con un dito.

Le sue mani erano grandi e calde. Sollevai lo sguardo per poterlo osservare meglio. Il suo solito accenno di barba, il suo profumo inconfondibile. Inspirai profondamente, cercando di riprendermi.

Dopo dieci minuti il mio cuore tornò a battere normalmente. Mi scostai in fretta da Niall e scappai fuori dalla stanza.

Appoggiai le mani una su un fianco ed una sull'altro, respirando a pieni polmoni

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Appoggiai le mani una su un fianco ed una sull'altro, respirando a pieni polmoni. Ero scappata via dalla mia stanza, il perché era estraneo anche a me stessa.

Tentai di riprendere fiato, respirando a malapena. Il campus, come sempre, era tempestato da studenti che andavano qua e là di fretta.

Mi voltai osservando in lontananza il dormitorio, pensando a cosa avesse provocato in me tutto quello scompiglio.

Da mesi vivevo a Boston e in così poco tempo, rispetto agli ultimi quattro anni, ero diventata una persona così diversa.
Mentre osservavo il campus in tutta la sua maestosità vidi Niall correre verso di me. Inutile dire che mi si raggelò il sangue.

Mi guardai a destra e sinistra, sperando in una via di fuga. Ma dove dovevo andare? Era inutile scappare, lo avrei incontrato nuovamente nella nostra stanza.

Strizzai gli occhi ancora incredula del fatto che fossimo compagni di stanza e in men che non si dica, il biondino era di fronte a me.

Con un gesto rapido ed una presa ferrea mi trascinò con sé verso dei cespugli. Tentai di spingerlo, con scarso successo finendo per cadere sopra di lui.

«Che piacevole caduta» ammiccò quando, con un tonfo, il mio corpo finì sul suo. Ridacchiò facendo vedere i denti bianchi ed allineati, facendomi diventare immediatamente paonazza in viso.

«Sei un cretino» commentai provando ad alzarmi da terra. Niall strinse i miei polsi per non farmi muovere ed io mi lagnai per la presa troppo decisa.

«Lasciami» sbottai, sbattendo braccia e gambe sperando di fargli male, facendo in modo che mi lasciasse stare.

«Perché?» domandò, «hai forse paura di starmi vicino?» continuò il suo interrogatorio, fissandomi negli occhi. Come al solito, scostai lo sguardo da quei due magneti blu. Una risata roca uscì dalle sue labbra.

«Questa mi sembra una risposta» sussurrò, mettendo due dita sotto il mio mento, costringendomi a guardarlo negli occhi. Sorrise, accarezzandomi il volto.

Sentii il mio battito accelerare rapidamente. La sua presenza mi rendeva in continua agitazione. Continuò a fissarmi, per un po' in silenzio.

Lasciò il mio mento e finalmente mi distrassi dal suo sguardo magnetico. Mi tirai su, piacevolmente sorpresa dal fatto che non mi stesse nuovamente trattenendo.

Quando mi alzai dal cespuglio vidi Louis. Sbiancai di botto e fui certa di sentire una risata dal cespuglio.

«Louis» dissi imbarazzata.

«Mel, che ci fai qui?» domandò sorridente, come sempre.

Dopo aver balbettato per circa un minuto, fui in grado di dare una risposta.

«Jogging» suscitando una risatina da Niall, al quale diedi un calcio sulla caviglia.

Un gridolino lasciò il cespuglio facendo insospettire Louis. Mi avvicinai immediatamente a lui, dicendogli di passeggiare per il campus.

Quando mi voltai per guardare indietro, vidi Niall mandarmi un bacio e mimare con le labbra ci vediamo dopo.

Room 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora