Inspirai profondamente, facendo sì che l'aria entrasse nei miei polmoni. La buttai fuori dalla bocca, prendendo un respiro profondo.
L'ansia e l'agitazione si fecero immediatamente presenti. Mi domandai se fossi sicura di ciò che stavo facendo.
Ero ben nascosta dietro una colonna bianca, curiosa sporsi la testa per poter vedere qualcosa.
Le due porte dello studio della mia psicologa erano ancora sbarrate. Sbuffai spazientita e tornai a nascondermi.
Un'ora prima avevo concluso il mio appuntamento settimanale e quando Niall James Horan aveva fatto il suo ingresso dalle porte dell'ascensore, la curiosità mi aveva assalita.
Voleva sapere perché io venissi qui? Bene, ma prima io avrei dovuto scoprire i suoi segreti. Ero talmente curiosa di sapere qualcosa di più sul suo passato che non avevo dormito per ben due notti.
Ero rimasta sveglia, a fissare il soffitto, chiedendomi cosa avesse potuto nascondere quel ragazzo. I suoi atteggiamenti, il suo essere così presuntuoso e saccente mi facevano saltare i nervi.
Il cellulare nella mia tasca vibrò, facendomi balzare in aria. Portai le mani alla bocca per lo spavento, cercando di fare meno rumore possibile.
Alzai gli occhi al cielo per i messaggi di rimprovero da parte di Eleonor, l'avevo avvisata del mio "piano malvagio" e lei mi scriveva che non era di certo un atteggiamento da me.
Effettivamente, aveva ragione. Era inutile negarlo ma Niall e i suoi modi di fare, avevano una strana influenza su di me. Mi faceva perdere la pazienza. Quando ero con lui, mettevo ogni cosa in discussione, persino me stessa. Questo mi faceva davvero paura.
Osservai la chat con Louis, risalente a due giorni prima: un cuore rosso ancora non visualizzato da parte mia. Pensai che avrei dovuto fare qualcosa con lui, piuttosto che spiare il mio coinquilino.
Scossi la testa e spensi il cellulare, infilandolo nella tasca posteriore dei miei jeans. Stavo ancora cercando le giuste parole per dire a Louis quello che provavo, non tenendo in conto il fatto che non capissi nemmeno io i miei sentimenti.
La porta della psicologa scattò, aprendosi. Diventai rigida e sperai che nessuno mi avesse vista, nascosta dietro quella dannata colonna.
«La ringrazio, dottoressa» riconobbi la voce di Niall, «le offro un caffè?» domandò gentilmente. Mi chiesi dove gli fosse uscita tutta quella dolcezza, cosa che non gli apparteneva per niente.
«D'accordo, lasciami chiudere qui» rispose facendomi imprecare.
Dannazione, no! Non poteva chiudere lo studio, altrimenti come avrei scoperto cosa nascondeva Niall? Le mie scarpe scricchiolarono sul pavimento, facendomi sbarrare gli occhi.
Che figura! Sperai che nessuno dei due avesse sentito qualcosa. Il mio cuore cominciò a battere forte, come avrei potuto giustificare la mia presenza lì? Avevo finito la mia seduta un'ora prima.
«Sai che ti dico? Andiamo, tra cinque minuti la mia segretaria sarà qui» disse la dottoressa Smith dopo aver probabilmente risposto a qualche messaggio.
Tirai un respiro di sollievo. Ogni tanto anch'io avevo un po' di fortuna!
Sentii i passi dei due allontanarsi verso gli ascensori e scendere di sotto. Aspettami qualche minuto, giusto il tempo di assicurarmi che fossero andati via.
Mi affacciai verso il corridoio, guardandomi attorno. Nessuno. Via libera!
Entrai in punta di piedi dentro l'ufficio, come una perfetta spia in un film d'azione. Chiusi la porta dietro di me e accesi la luce.
STAI LEGGENDO
Room 69
FanfictionNiall e Melody si ritrovano a condividere la stanza all'università di Boston per via di un errore. Melody, ancora fragile per la perdita del padre, è contrapposta a Niall: il biondino irlandese di cui tutti parlano, pieno di segreti che nessuno sa...