𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝟦

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Mi svegliai disturbata dalla suoneria del mio smartphone e aprii gli occhi per vedere chi fosse. Avevo lasciato il mio cellulare sul letto la sera prima e lo ritrovai sul pavimento. Avevo la vista ancora appannata e una tremenda voglia di dormire, così staccai la chiamata.

Mi girai tra le lenzuola tentando di addormentarmi nuovamente ma il pensiero del biondo mi deconcentrò.

La porta si aprì di colpo e Niall entrò con in mano un sacchetto di Starbucks.

«Buongiorno, dormigliona» mi sorrise sollevando in su il sacchetto. Stropicciai gli occhi e mi tirai a sedere sul letto.

«Ti ho chiamato per sapere cosa volessi mangiare» disse, porgendomi la busta «ma non hai risposto. Quindi ti ho preso le cose che prendo io» continuò, sedendosi sul mio letto.

«Sì, ho staccato la chiamata perché avevo sonno» ridacchiai «grazie»

«Allora ho preso un donuts al cioccolato e un cappuccino con caramello» continuò. Mi si illuminarono gli occhi.

«Gran bei gusti, Niall. Sono i miei» sorrisi aprendo il sacchetto e cominciando a mangiare.

«Praticamente sono un indovino» ghignò, sorseggiando il suo cappuccino.

Era stato davvero molto premuroso e questo mi aveva sorpresa.

«Ti è piaciuta la festa, eh?» mi fece l'occhiolino, pensando a chissà che cosa.

«Carina, e a te?» domandai. Tralasciai il fatto che avrei voluto sparire per almeno la metà del tempo.

«Ma sì» sorrise. Dopo aver finito di fare colazione, nonostante fossero le undici del mattino, Niall si sdraiò sul letto giocando al cellulare.

Cominciai a dare una sistemata alla stanza, la sera prima avevo lasciato tutto in disordine dato il mio forte desiderio di dormire. Presi il vestito che avevo indossato e lo guardai un po'. Era davvero bello.

«Eri tanto bella» si complimentò Niall.

Posai di scatto il mio abito nell'armadio e andai in bagno per fare una doccia, per scappare da Niall.

Mi maledii per non aver ricordato di portare i vestiti in bagno. Insomma, non capita a chiunque di essere compagna di stanza di uomo o meglio, di Niall Horan.

Uscii dal bagno in accappatoio e lo trovai senza maglietta. Il leggero accenno di addominali e di bicipiti colpirono la mia attenzione. Si aggiustò il ciuffo biondo, spostandolo qua e là. Alzò lo sguardo su di me ed i suoi occhi scrutarono tutto il mio corpo. Mi strinsi nel mio accappatoio.

«Così mi sciupi» ridacchiò, passandosi la lingua sulle labbra. Un brivido percosse la mia schiena, quel dannato ragazzo mi faceva uno strano effetto.

«Stavo semplicemente cercando di capire perché fossi senza maglietta, tutto qui» risposi distaccata.

In realtà i miei occhi si erano appoggiati sul suo corpo ma questo non glielo avrei  decisamente detto.

«Forse perché è anche la mia stanza, Mel?» allargò le braccia, con fare ovvio.

Distolsi lo sguardo, posandolo per terra.

Room 69Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora