Lasciai le valigie sul pavimento e andai a gettarmi sul mio morbido letto. Niall chiuse la porta dietro di sé e si lanciò sopra di me.
«Mi schiacci» ridacchiai tentando di sopportare il suo peso sopra di me. La rete del materasso scricchiolò quando lui si mosse per mettersi di fronte a me.
Il suo profilo era perfetto, quasi angelico. I suoi occhi blu mi guardavano e sorrideva. Le sue labbra mi attrassero e istintivamente gli lasciai un bacio. Erano morbide.
«È stato bello conoscere tua madre e Greg» disse, parlando dei giorni che avevamo passato ad Albany. Ero felice di ciò. Volevo che Niall conoscesse tutto di me, anche quelle cose un po' più scomode che avevo nascosto a tutti per troppo tempo.
«Sono contenta» dissi, continuando a guardarlo negli occhi. Lui continuò a sorridere e spostò una ciocca dei miei capelli dietro il mio orecchio.
Accarezzò la mia guancia ed io accarezzai la sua mano. Mi avvicinai al suo petto, solo lì mi sentivo al sicuro.
L'angolo tra la sua spalla, un posto perfetto dove mi sentivo perennemente protetta.«Ti amo» dissi in un sussurro, mentre lui mi baciava e mi accarezzava la testa.
«Finalmente!» urlò Eleonor quando mi vide entrare nella sua stanza. Era sdraiata sul suo letto, indossava degli occhiali da sole dalla forma ambigua e si limava le unghia. Roxanne, la sua compagna di stanza, era seduta a gambe incrociate sul letto e stava ad occhi chiusi.
«Ma che fa?» mimai la domanda a El che ridacchiò, facendo aprire gli occhi della ragazza che condivideva con lei la stanza. Eleonor alzò le mani, come per chiedere scusa e si alzò dal letto, portando con sé la sua borsetta griffata.
«Medita» disse facendomi ridere. Tentai di immaginarmi mentre meditavo, con scarsi risultati. Sicuramente, avendo come coinquilino Niall non avrei mai potuto farlo.
El mi diede una leggera gomitata sulle costole, che non mi fece affatto smettere di ridere. La scena nella mia testa era davvero troppo divertente per cessare le mie risate.
«Bentornata» disse incamminandosi, «questi due giorni senza te mi sono sembrati due anni» ed io le andai dietro. Uscì fuori in terrazza, accendendosi una sigaretta. Mi appoggiai alla parete, pensando alla prima volta in cui ci eravamo affacciate da qui.
Quante cose erano cambiate! A quel tempo avevo da poco scoperto che Niall fosse il mio compagno di stanza, ed ero così disperata mentre adesso avevamo pregato il rettore affinché concludessimo l'anno da coinquilini.
«Anche tu mi sei mancata» risposi ad El che giocava tentando di fare dei cerchi con le labbra, mentre buttava fuori il fumo. Non avevo ancora capito se fumasse per noia, vizio o piacere. Ero solo sicura di odiare quelle dannate sigarette.
Il viaggio di ritorno con Niall era stato stancante. Avevamo passato la notte a dormire sul divano e, quando la sveglia del mio cellulare aveva squillato, ci eravamo alzati in tutta fretta.
Non avendo sentito le tre sveglie precedenti, eravamo in ritardo. Avevamo sceso le valigie mentre indossavamo le scarpe. Mentre Niall intratteneva il tassista mi ero lavata i denti e avevo salutato mamma e Bobby, promettendo loro che sarei tornata il prossimo week-end.
«Com'è andata a casa con Niall?» chiese El, gettando il mozzicone per terra. Alzai gli occhi al cielo e lo raccolsi, mettendolo nell'apposito contenitore.
«Ecco a cosa serve un posacenere» dissi ad El, indicando l'oggetto che tenevo tra le mani. Alzò le spalle ed io lo posai nuovamente sul tavolo di plastica.
«Comunque è andata bene, abbiamo visitato la città» iniziai, «poi ho fatto un discorso catartico con mia madre. Abbiamo parlato del passato, capendo che ormai non fa più parte del nostro presente e futuro» continuai, accennando al discorso che avevo avuto con mamma. Non avevamo mai avuto una conversazione a cuore aperto, o meglio, mai come quella che avevamo affrontato due giorni fa.
Ci era decisamente servita. Convivevo con il passato da troppo tempo, esattamente come faceva mia madre. L'unica differenza, era che lei faceva finta che non fosse mai successo nulla. Come se, prima di Greg, non ci fosse mai stato nessuno.
«Spero che andiate avanti» iniziò El, «che riusciate a prendere in mano le vostre vite. Ve lo meritate» continuò gesticolando.
«Lo spero anch'io» risposi, «come va con Harry?» le chiesi poi, cambiando discorso. Non avevo più voglia di parlarne, ero stanca di crogiolarmi nel dolore dei soliti discorsi. Volevo andare avanti, e così avrei fatto.
«Bene» sospirò, «non lo so» continuò poi, grattandosi la nuca pensierosa. El era una ragazza davvero difficile da capire.
Spesso, nonostante la conoscessi bene, anch'io avevo difficoltà nel comprenderla.
«Perché? Sembrava fosse tutto okay fino ad alcuni giorni fa» ammisi. Almeno, questa era l'idea che mi ero fatta.
«Sì..» sospirò, «mi sembra già tutto così monotono» rispose. Alzai gli occhi al cielo. El si stancava di tutto e tutti in breve tempo.
«Non cominciare» la rimproverai. Era sempre la solita! Ricordai quella volta in cui lasciò il suo primo ragazzo, perché troppo "stanca" di stare con lui dopo soli tre giorni.
Certo, con Harry c'erano stati dei netti miglioramenti, ma questo non significava che avrebbe dovuto perderlo per il suo caratteraccio.
«Tu lo ami?» le chiesi a bruciapelo, senza darle il tempo di rispondere. Sussultò per qualche momento, sbattendo le lunghe ciglia.
«Si» rispose con tono pacato. Avrei voluto che fosse più decisa, ma non fu così. Il mio cellulare vibrò e risposi a Niall, dicendogli di raggiungermi in terrazza.
Pochi minuti dopo, fece capolino accendendo anche lui una sigaretta. El ne accese un'altra, battendo nervosamente il piede sul pavimento.
«Ciao Eleonor» la salutò il biondino, avvicinandosi a me e stampandomi un bacio sulle labbra. Arricciai il naso per il fastidio che mi provocava il fumo, scostandomi da Niall e limitandomi a tenere stretta la sua mano tra la mia.
«Niall» lo salutò lei, guardando verso il campus. Era pensierosa e decisamente preoccupata. Avrei tanto voluto fare qualcosa per aiutarla, non mi piaceva vederla in quello stato.
Niall scosse la testa, attirando la mia attenzione. Indicò El, ancora persa nei suoi pensieri, chiedendosi cosa avesse. Alzai le spalle.
«Siete felici per la festa di fine anno?» chiese lui, smorzando la tensione che si stava creando. Si avvicinò a me, dandomi un bacio sulla fronte. Sorrisi lasciando un bacio sulla punta del suo naso.
«Sono felice che quest'anno sia finito» ridacchiai, appoggiando la mia testa sul braccio di Niall. Eleonor aveva appena finito di fumare.
«El» la chiamai, «tu?» chiesi cercando di farla parlare un po'. Lei alzò lo sguardo, scuotendo leggermente la testa.
«Cosa?» domandò.
«Il ballo» accennò Niall, cercando ancora di capire cosa avesse. Un sorriso sbilenco si formò sul volto di lei, mi spezzava il cuore vederla così.
«Ah sì» disse, «io vado ragazzi» continuò, lasciandoci soli in terrazza. Alzai le spalle, ero confusa.
«Ma che aveva?» chiese Niall, costringendomi a guardarlo negli occhi.
«È per Harry» dissi, «perché non ci parli tu?» gli domandai gentilmente, sperando che lui potesse scoprire qualcosa di più. Niall mi guardò indeciso sul da farsi.
«Vedremo» rispose concludendo la conversazione. Entrò ed io lo seguii, ancora in pensiero per la mia migliore amica.
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Room 69
FanfictionNiall e Melody si ritrovano a condividere la stanza all'università di Boston per via di un errore. Melody, ancora fragile per la perdita del padre, è contrapposta a Niall: il biondino irlandese di cui tutti parlano, pieno di segreti che nessuno sa...