29. UN'ALTRA OPPORTUNITÀ.

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Sono passati ormai quattro giorni dal nostro ultimo rapporto. Queste giornate sono state forse le peggiori da quando sono qui a Londra; non hanno fatto altro che caricarci di compiti per casa, interrogazioni e verifiche a sorpresa, tutto perché dopo le vacanze sarà breve il tempo rimasto alla fine del quadrimestre. Io e Alice non riusciamo mai a passare del tempo insieme, entrambi per studiare meglio, passiamo molto tempo con i nostri rispettivi compagni di corso, e dal momento che io e lei non abbiamo molti corsi in comune, non ci incrociamo spesso. La sera che è ormai l'unico momento in cui entrambi siamo in stanza, siamo troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, e quindi non appena ci ritiriamo (tardi fra l'altro) andiamo direttamente a dormire. Se non fosse per lei che ogni giorno mi sveglia, probabilmente non riusciremmo nemmeno a parlarci. Questa mancanza di lei mi sta letteralmente uccidendo. Mi manca mangiarci insieme, litigarci, fumare sotto la quercia, guadare il solito film horror che per noi diventa una commedia o provocarci fino al limite, per poi finalmente donarci l'un l'altra, mi manca tutto. Questo non fa altro che convincermi ancor di più dei sentimenti che nutro per lei. Dovrei dirle tutto, anzi avrei dovuto già farlo, è solo che le cose stavano andando così bene che temevo di rovinarle. Un po' come lei temeva di fare con Luke. Ho deciso, domani vuoterò il sacco. Sarà l'ultimo giorno di scuola prima dell'inizio delle vacanze, e voglio a tutti i costi che lei le passi con me. Non voglio che possa organizzarsi con i suoi amici, o peggio che le venga in mente di tornare dai suoi a Detroit. Dubito fortemente di questa ipotesi, ma a farmi dubitare è il fatto che tutti gli studenti del college approfittano delle vacanze natalizie per passarle con la famiglia. Parlerò con lei anche di questo, in fondo è libera di fare quel che vuole. Purtroppo.

Tutti questi pensieri però non fanno bene alla mia matematica, devo concentrarmi, altrimenti si faranno di nuovo le due di notte per finire, proprio come ieri. Mi giro per guardare l'orologio, ma il letto vuoto di Alice mi distrae dall'ora. Vederlo vuoto mi ricorda che lei non c'è, neanche oggi. La stanza mi sembra improvvisamente più grande. Sta mattina l'aula di scienze è stato l'ultimo posto in cui l'ho vista, non ha nemmeno fatto in tempo a dirmi cosa avrebbe fatto oggi. Non mi ha detto ne se avesse mangiato in camera, ne se fosse tornata il pomeriggio, non sapevo nulla. Alla fine a pranzo non è tornata e nel pomeriggio nemmeno, sono già le sei e mezza e lei ancora non c'è. Un po' mi preoccupo, le invio un messaggio.

POV. ALICE.

"E quindi Rosie come ti dicevo è stato nel 1945 che... uh un attimo mi è arrivato un messaggio."

"Ah Alice sai che non dovresti rispondere visto che stiamo studiando. Te lo lascio fare se mi dici chi è."

Rosie è sempre la solita ficcanaso. In fondo la capisco, sono ormai giorni che non abbiamo il tempo di spettegolare, ha anche lei bisogno di aggiornarsi. Leggo il messaggio, è di Wyatt:

"Quando torni?" Cazzo ha ragione, non gli ho fatto sapere nulla da sta mattina.

"Allora sto aspettando...chi è?" La voce di Rosie mi riporta alla realtà.

"Ah è Wyatt, vuole sapere che fine ho fatto."

Comincio intanto a scrivergli dove sono.

"Uh che tenero, si preoccupa per te, è evidente che gli piaci."

Trattengo una risata per le sue parole, mentre dentro di me scoppio a ridere.

"Oh no Rosie, Wyatt non è il tipo che si affeziona alle ragazze." Dico.

"Ah Alice, forse vuoi dire non era. La sua reputazione era abbastanza famosa fino a poco tempo fa, del resto rimane comunque uno dei più bei ragazzi del college, non è strano che piaccia a tutte. Eppure a me sembra che al contrario di come pensi tu, lui tenga a te."

"Ti andrebbe di leggere me?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora