45. COUNTDOWN.

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POV. WYATT.

Il sorrisetto vincente con cui mi ha liquidato, è l'ultima sua espressione che ho visto. E' chiusa in bagno da quelle che ormai sono ore, e io che sono già pronto da mezza, l'aspetto qui. Ho deciso di indossare uno smoking visto che la serata lo richiede, ma, diciamo che l'ho personalizzato un po'. In primis ho tolto la cravatta. Non fa per me, no. Ho lasciato il colletto un po' allargato e la giacca un po' più aperta. Anche i capelli sono un po' scompigliati. Non voglio essere troppo troppo elegante, non sarei me stesso. Mentre finisco di aggiustarmi i polsini, il rumore di una porta, attira la mia attenzione. Mi volto e non posso fare a meno di rimanere paralizzato alla visione di ciò che ho davanti. Alice è più bella che mai. Indossa un lungo abito rosso che scende morbido su quel suo corpo così perfetto. Ammetto che è scollato, ma ammetto anche che questo la rende solo più bella. Quando nota la mia reazione, fa un giro su se stessa, rivelandomi che dietro il vestito, è ancor più scollato. Ha lasciato i capelli rigorosamente lisci, portandoli su un lato. Il trucco è più evidente del solito, ma non esageratamente. Gli occhi sono circondati da una finissima sfumatura nera, e le labbra...Dio le labbra sono rosso sangue. E' in piedi qui davanti a me, ormai da cinque minuti, ma io ancora non riesco a fare nulla.

"Allora...? Che mi dici del vestito?" Chiede lei timida. Trovo il coraggio di avvicinarmi a lei, e baciandole il collo, le dico: "Dico che non vedo l'ora di togliertelo."

La sento irrigidirsi sotto i miei baci.

"Wyatt..." sussurra.

"Si Alice..."

"Dai dobbiamo andare..." Continua poi, lasciandosi baciare ancora però.

"Ma io non voglio..." E' vero, non voglio staccarmi da lei. Che si fotta la festa, Mike e tutto il nuovo anno, io voglio lei e basta.

"Ogni cosa ha suo tempo." Dice poi lei sottraendosi alla mia presa, con uno sguardo piuttosto malizioso. Mi lascio convincere da quella che sembra una promessa, e la invito a uscire.

"Insomma ma almeno un po' sto bene?" Chiede ancora, una volta in macchina.

"Alice, vorrei potere trovare le parole adatte per dirti quanto realmente stai bene, ma davvero non ne ho."

Risponde con uno dei suoi magnifici sorrisi. Metto in moto e partiamo. Arriviamo a casa di Mike, che sarebbe meglio precisare che non è proprio casa sua. In realtà è una casa che dei parenti che ha qui, gli lasciano raramente in custodia. Che culo. Scendiamo dall'auto e procediamo verso l'entrata. Mike ci accoglie con al fianco Rosie, che appena vede Alice, come immaginavo, la riempie di complimenti. Riprendo Alice dalle grinfie di Rosie e la porto con me a bere qualcosa. Perdiamo tempo un po' al bancone, e poi dritti in pista a scatenarci finché ne abbiamo le forze. Dopo circa un'oretta, anche Mike e Rosie si uniscono a noi. Stanchi morti come siamo, torniamo al bar a bere un altro po'. Non appena finisco il mio Moijto, ironia della sorte, un vecchio amico di scuola mi fa cenno di andargli incontro. Mi volto verso Alice e quando noto che sta ancora bevendo, le faccio segno di aspettare.
"Stephan aspetta!" Urlo al ragazzo per fargli capire che sto arrivando.

POV. ALICE.

No Wyatt ti prego, non lasciarmi qui. E vabbè. Sorseggio il Moijto, per la prima volta riuscendoci, senza che questo si versi addosso a qualcuno. Rido al ricordo. Ne ordino un altro, dopo aver ballato così tanto ho una sete incredibile. Berrei tutto il Michigan se potessi.

Dopo questo però ammetto che sento un po' girarmi la testa. Beh in effetti questi due aggiunti a quelli precedenti, non sono pochi bicchieri. Mi guardo intorno, ma Wyatt non c'è. Ho bisogno di prendere aria, perciò afferro il telefono e gli scrivo un messaggio: "Raggiungimi sul terrazzo."

"Ti andrebbe di leggere me?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora