48. LIES.

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"Now I know we said things,
Did things,
That we didn't mean,
And we fall back,
Into the same patterns,
Same routine,
But your temper's just as bad,
As mine is.
You're the same as me."

-Eminem.

Tutta la conversazione con Luke, mi ha davvero sconvolto. Per rendermene conto mi bastano dieci minuti di passeggiate per le strade di Londra. La situazione è assurda ed io non riesco a gestirla come vorrei. Sono fiera di me stessa, da una parte, per quello che sono riuscita a dire a Luke, visto che questa volta, a differenza delle altre non mi sono tenuta nulla dentro. Però d'altra parte mi vergogno tremendamente di aver mentito a l'unica persona che probabilmente non lo meriterebbe. In questo momento dovrei essere appena tornata a casa, Wyatt mi avrebbe riempito di domande, alle quali avrei risposto fiera, e mi avrebbe ripetuto quanto sono stata brava. Invece eccomi qui, a congelarmi le chiappe su questo muretto di pietra, sola con una delle mie Marlboro. Quando tornerò a casa, lui non potrà chiedermi niente, perché non sa niente, ed io come sempre non avrò nessuno con cui parlare, nonostante farlo mi aiuterebbe tanto. Decido di incamminarmi verso il college, e passo dopo passo ripeto a memoria la parte che mi sono preparata. Entro, arrivo in fondo al corridoio, ed apro la porta. La stanza sembra apparentemente vuota. Esco fuori e vedo che Wyatt sta fumando, è senza maglietta, ma è pazzo? Lo abbraccio da dietro.

"Non toccarmi." Pronuncia secco. Non è buon segno.

"Perché? Almeno rientra, ti ammalerai così idiota."

"Perché?" dice voltandosi.

"Perché fa freddo forse?!"
"Perché lo hai fatto Alice?" Un dolore lancinante mi attraversa lo stomaco.

"Fatto cosa...?" Balbetto. So benissimo di che parla.

"Mi hai mentito."

"Non è vero."

"Lo stai facendo anche adesso." Dice rientrando con un espressione disgustata.

"Wyatt aspetta, parliamone." Dico rientrando.

"Certo che ne parliamo, non pensare di scamparla così. Dove sei stata?" E' arrabbiatissimo.

"Al Meeting." Sussurro con un filo di voce. Lo vedo irrigidirsi.
"Con chi?" Chiede con paura.

"Con Luke, ma posso spiegarti."

"Non c'è nient'altro che tu debba spiegarmi Alice, ho già tutto quello che mi serve sapere." Dice prima di uscire dalla porta infilandosi la maglietta. Il rumore dello sbattere è come se mi provocasse dolore. Rimango immobile, sola in una stanza per me troppo grande. Una lacrima solca il mio viso, poi un'altra, e poi altre mille. Sono stata un'idiota, per una stupida bugia, ho perso la persona che amo, prima ancora di averla. Rieccomi di nuovo sola, a piangere per il mio ennesimo errore. Per una attimo la stanza prende le sembianze di quella di Detroit, e mi sembra di essere tornata in passato, quando piangevo per i miei genitori e per come mi facevano sentire inutile.

"Sei solo una delusione!" Mi ripetevano sempre, ed io ero troppo piccola per capire che non era vero, ma adesso per me è come se tornasse ad esserlo, dopo anni. Forse allora hanno sempre avuto ragione, è questo che sono, una delusione, per tutti. Ho abbandonato Detroit credendo che fosse il problema, ma forse quello che non ho mai capito è che il problema sono sempre stata io. Sono incapace di farmi voler bene, e in effetti sono davvero poche le persone che mi sono vicine, e poi come se non bastasse, non sono neanche capace di tenermi strette quelle poche che ho. Sono un disastro. In un giorno, ho perso le persone più importanti della mia vita. Le lacrime continuano a scendere, mentre la solitudine e i sensi di colpa continuano a salire. Non riesco a controllarmi, non riesco a spiegarmi come abbia potuto fare un errore così grande. Sapere che abbiamo litigato per la stessa persona, ancora una volta, mi uccide. Stare lontana da Wyatt, mi uccide.

"Ti andrebbe di leggere me?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora