75. BUON VIAGGIO(?).

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"Coraggio,

lasciare tutto indietro e andare,

partire per ricominciare"

-Cesare Cremonini.

POV. WYATT.

Credo che questa per me sia la prima volta in tutta la mia vita, in cui svegliarmi prestissimo non è stato affatto un problema.

Anzi, aggiungerei che mi ha fatto anche comodo, dal momento che dormire non è più un'abitudine.

Le poche ore in cui riesco a riposare, la mia mente si riempie di immagini, pensieri, domande, dubbi, e così un attimo prima di scoppiare, ecco che riapro gli occhi.

Direi che oggi l'aeroporto è davvero affollato.

Ma che cosa idiota, l'aeroporto è sempre affollato, avvolte mi sento così stupido.

Cammino smarrito in questi spazi immensi alla ricerca di un tabellone che mi dia informazioni circa il mio volo.

Mi rendo conto solo oggi di quanto un trolley possa essere rumoroso e dannatamente fastidioso.

Dal momento che sono in largo anticipo, mi accomodo su una di quelle scomodissime sedie di plastica, tipiche degli aeroporti.

Spero di non passarci troppo tempo.

Per ingannare il tempo cerco di ascoltare un po' di musica, ovviamente quando parlo di musica, parlo di Green day.

Mentre "stray heart" parte spedita, i miei occhi esaminano scrupolosamente ciò che mi circonda.

Una coppietta poco distante attira la mia attenzione.

Pensare che fino all'anno scorso, gente così l'avrei schifata, e che invece adesso quasi la invidio, mi fa riflettere.

Poco dopo i miei occhi si spostano su una coppia di amiche che corrono l'una verso l'altra e che poi si abbracciano.

Sicuramente devono non vedersi da tanto...

Anche questo mi fa riflettere.

Decido per "difesa personale" che sarebbe meglio fissare lo schermo del cellulare, che scene che non facciano altro che riportare alla luce troppe emozioni.

POV. ALICE.

Oh merda, oh merda questa non ci voleva!

Chi meglio di me è capace di cominciare sempre nel migliore dei modi una giornata?

Credo nessuno.

Sono davvero in ritardo, e la mia unica speranza risiede nei miei genitori.

Non è difficile immaginare quindi, quanto sono nella merda.

Do una veloce occhiata agli armadi, cassetti e ogni posto possibile, nella speranza di non stare dimenticando nulla.

Odio fare le cose di fretta, perché ho la certezza che andranno a puttane.

Svuotata ancora una volta la casa da tutto ciò che mi appartiene, scendo al piano di sotto per informare i miei che sono pronta per partire.

Mentre scendo celermente le scale, fregandomene altamente degli urti delle valige contro i gradini, noto che nel salotto è presente un insolito silenzio, non tipico dei miei genitori.

"Mamma? Papà?" Urlo in preda ai nervi.

Nessuno mi risponde, non è un buon segno.

"Andiamo o farò tardi! Il volo è tra mezz'ora!"

Ancora silenzio.

Dannazione, non posso credere che mi abbiano lasciato qui!

Sapevano quanto avessi bisogno del loro passaggio, è mai possibile che non ci siano mai per me?

Rovisto nella mia borsa alla ricerca del rottame.

Anche se ho poco tempo, adesso mi sentiranno.

Compongo il numero di quella strega di mia madre, e aspetto che mi risponda.

"Ahaha, pronto chi parla?" Mi risponde con una voce al quanto divertita.

Vorrei tanto sapere che cazzo ha da ridere.

"Parla tua figlia, quella che avete abbandonato a casa!"
"Ah Alice, dimmi pure, cosa ti affligge?" Chiede ancora con un tono ironico.

Giuro che se potessi tele-trasportarmi dove si trova lei, le darei un pugno sulle gengive.

"Mi affligge il fatto che per un'unica volta in cui avevo bisogno di voi, ancora una volta voi non ci siete."
"Alice non cominciare con le tue noiosissime prediche, io e tuo padre, ahahaha avevamo da fare."

Ma parla con me o cosa? Chi c'è lì con lei?

"Noiosissime prediche? Ma mi prendi in giro? Per colpa tua, anzi vostra, potrei perdere il volo!"

"Oh no tesoro, allora fai presto! Com'è quella frase?" chiede rivolgendosi a chiunque sia lì con lei "Ah già, -il treno passa una volta sola- ecco com'era, beh vedi di non perderlo! Ahahahaha."

E' palesemente ubriaca, tanto per cambiare.

"Devo prendere, o meglio dovrei prendere un fottutissimo aereo mamma! Sai che c'è? Andate a fanculo!"

"Aspetta, dai scusaci, ti prometto che adesso torno a..."

Riattacco senza nemmeno pensarci due volte, e penso subito ad una soluzione che possa risolvere il mio problema.

Afferro l'elenco telefonico nello scaffale e parto alla ricerca del numero di un taxi.

E' la mia ultima speranza.

Eccone uno.

Squilla.

"Salve avrei bisogno di un taxi che mi porti all'aeroporto nel minor tempo possibile, ho il volo tra mezz'ora."

"Vedrò di fare il possibile, mi dia il suo indirizzo e cognome."

Dopo un paio di minuti persi con l'operatore telefonico, ed altri a organizzare tutto e a ricontrollare per la centesima volta di non aver dimenticato nulla, scorgo dalla finestra, una luccicante macchina gialla, e non perdo tempo a correrci incontro.

"All'aeroporto. Mi raccomando si sbrighi."

Dico con decisione dopo essere entrata, sbattendo per di più lo sportello.

In pochi minuti siamo all'aeroporto.

Pago il taxista, che a mio avviso sembra davvero antipatico, e mi dirigo all' ingresso nella speranza di non perdere bagagli strada facendo, dal momento che ne sono piena.

Giungo davanti al tabellone dei voli, e non posso credere a ciò che mi ritrovo davanti.



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