Blue Eyes 2 ~Luke Hemmings

You're the Cure, You're the Pain

LUKE.

Tre giorni.
Tre giorni che non dormo, che mangio poco, che penso solo a lei e come sarebbero andate le cose se lei fosse venuta con me.
Tre giorni che odio il mio lavoro, che odio questa situazione di non avere una casa fissa, di non avere la possibilità di sistemarsi. O almeno per ora.
Tre giorni che vorrei rimandare tutto e correre indietro da lei... ma il dovere chiama.

E' da ieri sera che stiamo controllando che sia tutto pronto, che i biglietti ci siano tutti e che tutti abbiamo il nostro passaporto, soprattutto Michael dato che è stato capace una volta di perderlo come un citrullo ed è rimasto bloccato fino a quando non se lo è rifatto.
Tra poche ore ci sveglieremo, o meglio: si sveglieranno e ci avvieremo all'aeroporto.
Giuro che io ci sto provando. Sto provando a dormire ma ogni volta che chiudo gli occhi, altri due occhi azzurri mi guardano con paura e dolore. Ed è lo sguardo che mi ha rivolto Bianca prima che io uscissi da casa sua.

Io capisco davvero la sua situazione. Capisco che non è facile rinunciare ad una vita fissa e non vedere la tua famiglia per diversi mesi, starci insieme solo per poco tempo e ripartire con la ruota.
Già suo fratello è partito rinunciando a tutto e guardando solo per il suo futuro, non penso che voglia seguire le stesse orme e lasciare i suoi genitori in pensiero anche per la figlia. Certo, mica parte per la guerra, ma si sa: i genitori si preoccupano sempre di tutto.

Calum nella stanza accanto sta parlando da ore con Samantha di non so cosa e non mi aiuta con il sonno, così batto un pugno sul muro e lo sento dire un 'scusa amico'.
Provo a dormire e i miei occhi finalemte decidono di chiudersi.

Quando mi sveglio sono già tutti in giro per la casa che corrono da una parte all'altra. Samantha sembra essere appena scesa da una giostra con trenta giri della morte per i capelli spettinati. Mi fissa e io ricambio lo sguardo, le passo accanto per andare di corsa in cucina e prendere il bicchiere di plastica con sopra il mio nome: caffè macchiato con tanta, tantissima schiuma. ''Hai i capelli scombinati'' le faccio l'occhiolino e lei sembra arrossire.

Carichiamo tutte le nostre cose sul pulmino dove viaggeremo fino all'aeroporto e nel suv dietro di noi dove ci sarà il resto della crew.
E' un viaggio lento senza parole o stronzate da parte dei ragazze che volano di la e di qua. Ho le cuffie nelle orecchie e mi isolo da loro cercando di dimeticare i due mesi che ho passato insieme a Bianca.

Chiudo gli occhi e diveresi flash attaccano la mia mente mentre diversi aghi pungono il mio stomaco.

Scene di me e di lei al ristorante che mangiamo in un angolo, al bar mentre beviamo qualcosa di tranquilli. Al cinema dove lei si era appoggiata a me continuando ad ingozzarsi di popcorn, al ristorante giapponese dove si era nascosta dietro al menù quando la cameriera mi aveva riconosciuto.
Al concerto in prima fila che saltava e ballava sopra le note delle nostre canzoni e cantava a squarcia gola. Ricordo ancora quanto mi maledisse il giorno dopo perché era senza voce. Io maledissi lei per avermi fatto passare il concerto più eccitante del mondo. Ricordo che indossava una maglietta nera con il nostro logo sopra, quella maglietta era attillata e scollata. Ogni volta che saltava mi distraeva e mi lanciava sguardi languidi... lei sapeva bene cosa stava facendo. Mentre la maledivo, benedicevo la mia chitarra per coprirmi da una situazione scomoda... e imbarazzante.

Flash di me e di lei che giochiamo a letto come due bambini sotto le lenzuola bianche mentre cerco di farle il solletico. Flash di lei sotto di me che mi sorride rilassata dopo attimi accattivanti, io che le accarezzo il viso spostandole i capelli morbidi dietro le orecchie, lei che arrossisce e io che ho voglia di amarla tante altre volte ancora.

Flash di lei che piange per le nostre liti, per i nostri dissapori senza arrivare ad un punto di incontro. Lei che piange in salotto mentre mi sta dicendo che non mi seguirà, che è tutto finito... di nuovo.