La nottata che avevo reputato come una delle più sensazionali di tutta la mia vita, si trasformò in un piccolo inferno dall'odore costante del vomito. Già, perché Madison continuò a stare male anche dopo essersi messa a letto, ed io ero lì, china vicino la tazza, a spostarle i capelli dal viso ed a sorreggerle la testa. Ci addormentammo entrambe intorno alle quattro ; lei stremata dal malessere, io dalla stanchezza. La cosa bella in tutto ciò, fu il fatto che la mattina seguente avessi il turno al BB. Ero perfettamente consapevole di non poter abbandonare mia cugina da sola in casa in quelle condizioni, e che non sarei stata in grado di lavorare neppure per una manciata di minuti. Prima di mettermi a letto, mandai un messaggio ad Emily, chiedendole la cortesia di avvisare Josh che avrei avuto dei problemi con il turno. Speravo che un messaggio inviato a quell'ora della notte potesse sortire il suo effetto.
La mattina mi svegliai in preda all'intontimento, senza sapere che ore fossero e quante ore di sonno fossi riuscita a conquistare. Gettai un'occhiata alla sveglia e vidi che era le undici passate. Scossi la testa imprecando, ed a fatica mi sollevai dal letto. Madison dormiva beatamente, ancora avvolta nella sua coperta di lana nonostante facesse un caldo da sfiatare. Presi dei vestiti puliti, e corsi in bagno a farmi una doccia. Dio solo sa quanto ne avessi bisogno ; non sapevo più se avesse passato la nottata a vomitare Madison, oppure io. L'odore avrebbe suggerito il contrario. Diedi una botta di phon piuttosto sbrigativa ai capelli ancora umidi, e li legai disordinatamente sulla testa. Mi affacciai in camera, e lei ancora dormiva. Presi il cellulare lasciato sul comodino e lo riaccesi, dopo alcuni secondi il display segnalò un messaggio da parte di Emily. Con il cuore in gola, lo aprii.
Buongiorno :-) , ho parlato con Josh appena arrivata e mi ha detto di dirti che questa mattina ti sostituirà con Clara, ma vuole sapere se puoi scambiare il turno con lei questo pomeriggio. Fammi sapere. XO XO
Lanciai il telefono sulla mia parte del letto ed imprecai «cazzo!»
Madison si rigirò nel letto, e mi portai una mano alla bocca.
Risposi ad Emily così :
Nessun problema. Ci vediamo alle 15:00 .Grazie.
Scossi la testa, esasperata e corsi in cucina per preparare la colazione. Avevo un gran bisogno di mettere qualcosa nello stomaco e di una dose imminente di caffeina che potesse restituirmi un minimo di lucidità e strapparmi dal torpore attuale. Mi ritrovai a fare delle semplici uova strapazzate, dei toast, e del bacon. Preparai anche una caraffa di caffè, e mi accomodai a tavola, affamata come non mai. Accompagnai il toast con delle forchettate di uova, ed altri morsi voraci alla pancetta ; deglutii tutto grazie al caffè, altrimenti mi sarei strozzata con il mio stesso cibo. Fu allora che sentii dei passi provenire dal corridoio. Mi sporsi un po' dal tavolo per vedere meglio, e notai la figura di Madison sbucare dal salotto per dirigersi in cucina.
«Ehi» dissi, con voce premurosa «come ti senti?»
Madison scosse la testa. Aveva gli occhi ridotti a due minuscole fessure, delle occhiaie da far paura, ed i capelli tutti arruffati.
Scosse la testa «ho fatto un casino» mormorò, accomodandosi al tavolo.
Corsi a prendere un piatto e lo riempii con la colazione, poi presi una tazza e vi versai all'interno del caffè. Madison guardò il cibo con un'espressione nauseata, ma si rassegnò e staccò un minuscolo pezzetto di toast.
«Puoi passarmi un'aspirina?» mi chiese con la voce rauca ed irriconoscibile.
Annuii e sfilai il farmaco dalla dispensa per i medicinali.
«Grazie».
Continuai a mangiare e bere in silenzio, lanciandole delle occhiate di sottecchi. Mi tornarono in mente le parole che mi aveva detto la sera prima su Cole, e mi ritrovai a pensare a Jared e a quanto noi due potessimo essere simili sotto alcuni punti di vista. Mia cugina era stata da sempre l'orgoglio della famiglia : bella, intelligente, studiosa, ed ammessa nell'università più prestigiosa dello stato. Ma come avevo imparato a mie spese, l'apparenza troppo spesso inganna. Madison mi era da sempre sembrata una secchiona bella ma senza speranze. Con quei maglioncini orribili che indossava alle cene di Natale, e quel suo modo di essere sempre troppo educata e gentile...et voilà! Ecco di che reale pasta era fatta mia cugina. Se mio zio fosse venuto a conoscenza che sua figlia si sbronzava e andava a letto con un tipo che aveva un aspetto ben poco raccomandabile, probabilmente l'avrebbe rispedita a casa nell'arco di qualche ora. Sicuramente era ancora convinto della sua verginità. Soffocai una risata a quel pensiero.
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...