Jared abbassò il tettuccio della Chevrolet Camaro, ed io lo guardai con un sorriso che mi venne dritto dal cuore. Mi aggrappai alla maniglia della portiera e mi tirai su, mettendo i piedi sul sedile. Il vento della notte di Chicago mi si schiaffò contro il viso, mentre io scoppiai a ridere. Ridevo perché Scarlett si sentiva viva. Ridevo perché la mia persona stava vivendo un sogno e perché un brivido mi s'insinuava nelle ossa e mi faceva solletico nell'anima. Sollevai le mani al cielo e tirai fuori l'urlo più liberatorio della mia vita. Sapevo che in quell'istante, in quel preciso momento che il tempo ci aveva permesso di immortalare sulla pelle, qualcosa stava cambiando, e niente più importava. I volti dei passanti si sfocavano mentre la macchina sfrecciava veloce, e le luci si proiettavano in scie dalle sfumature multicolori. Mi tremarono le gambe per l'emozione, e tornai a sedermi al suo fianco. Jared mi guardò in un modo diverso dal solito, e mi scansò i capelli dal viso. Intrecciai le dita alle sue e gli baciai le nocche tatuate. Mi sentivo parte di una tempesta senza direzione, parte di un infinito che sceglieva i giusti ed amava i miseri. Mi sentivo tanto e, per la prima volta nella mia vita, credetti di esserlo per davvero.
Jared parcheggiò lungo la strada, in uno degli spiazzi disponibili. Fece il giro della macchina e mi aprì la portiera come un vero e proprio gentiluomo.
«Non vorrei che il mio fiorellino appassisca» disse con un sorriso, facendo un teatrale inchino.
Scoppiai a ridere e gli diedi uno schiaffetto scherzoso sul braccio. Lui mi sorprese, stringendomi la mano. I miei occhi si puntarono da subito su un edificio grazioso dall'insegna con sopra scritto "Star of Siam". Mi chiesi che cosa fosse, e subito dopo capii.
«Come facevi a sapere che adoro il cibo thailandese?» chiesi, meravigliata.
Fece spallucce «non lo sapevo infatti, ma questo è il miglior ristorante di thailandese della città, e devi assolutamente provarlo».
Ci avviammo all'interno, e rimasi da subito colpita dall'atmosfera molto intima del posto. Le pareti all'interno erano fatte interamente di quei fantastici mattoncini rossi che danno un senso di vintage ed antico, in contrasto invece con il resto dell'arredamento decisamente moderno e curato nei dettagli. C'erano diverse piante dall'aspetto orientale che somigliavano a del sedano troppo cresciuto, e i tavolini dalle tovaglie bianche erano disposti in modo simmetrico nella stanza. La cosa davvero buffa e curiosa era che, mentre nella zona centrale del ristorante si trattava di normalissimi tavoli con tanto di sedie di legno, in quella sul retro riuscii ad intravedere delle piattaforme sollevate quasi all'altezza dei tavoli con dei cuscini rossi sopra. Che forza! Avrei potuto sedermi anche lì sopra. Il colore che regnava incontrastato nel locale era il rosso, a partire dai vari componenti della struttura, come travi, tubature ed altri oggetti dell'arredamento, sino ad arrivare alla luce che era interamente di un rosso soffuso che irradiava la sala e rendeva il tutto molto intimo. Non mi ero ancora seduta, ma pensai già che quel posto fosse davvero il massimo, e l'idea di Jared era stata originale oltre che azzeccata.
Ancora mano nella mano, lui mi trascinò sino al bancone, dove un tipo dall'aria tutt'altro che thailandese ci squadrò in modo sbrigativo.
«Buonasera signori» ci disse, abbozzando un sorriso «avete una prenotazione?»
Jared mi colse di sorpresa, annuendo «abbiamo un tavolo per due a nome Harvey».
L'uomo parve controllare un registro, e poi annuì «seguitemi, prego».
Passammo per i tavoli già occupati da gruppi di amici o coppie che ci lanciarono un'occhiata distratta, e proseguimmo dritti per la nostra strada. Il tipo del bancone ci condusse sino al retro della stanza, proprio dove c'erano quei graziosi cuscini al posto delle sedie, e ci fece un cenno verso il nostro tavolo.
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...