Amici e nemici

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Tornai a casa stanca morta. Gettai le chiavi sul tavolo della cucina e mi tolsi il giacchetto di dosso.

«Madison?»

«Madison, sei in casa?» ritentai ancora.

L'unica risposta che ricevetti fu il silenzio di una casa vuota, eccetto per me. Mi tolsi di dosso i vestiti e corsi in bagno per farmi una doccia. L'acqua che mi scivolò addosso era bollente e mi permise di riflettere. Jared. Ero noiosa? Sì, forse un po', ma ultimamente era diventato il centro di ogni pensiero. Io e lui ci baciavamo, uscivamo insieme, lui era geloso di me, facevamo l'amore, ma...cos'eravamo allora? Avremmo dovuto definire il tipo di relazione, ed al più presto. D'altronde, avevamo iniziato a correre sin dal primo giorno che ci eravamo conosciuti, ed ora le cose sembravano essersi fatte decisamente più serie. Non avremmo potuto nasconderci ancora a lungo, ed io non volevo sentirmi in colpa o vergognarmi di aver permesso ad un ragazzo di entrare nella mia vita. Gli altri avrebbero potuto pensare quello che volevano, ma me ne infischiavo. E l'università era ad un passo dal cominciare. Mancavano esattamente 32 giorni. Avevo un po' paura, ma ero eccitata al pensiero del mondo nuovo di cui presto avrei fatto parte. Ed io e Jared avremmo potuto vederci comunque, nonostante il campus e la struttura fossero infinitamente grandi. All'improvviso, come in un flash, realizzai che tutto nella mia vita stava andando alla perfezione. Avevo un lavoro ben retribuito su cui poter fare affidamento, il rapporto con mia cugina era migliorato, vivevo in una città fantastica, stavo per iniziare un'università fantastica, e avevo degli amici oltre ad un fidanzato veramente fantastico. La cosa mi faceva decisamente paura, perché si sa che quando le cose sembrano filare troppo per il verso giusto, qualcosa alla fine finisce per rovinare tutto. Decisi di lasciare il pessimismo per un secondo momento, ed uscii dalla doccia, avvolgendomi nell'accappatoio. Mi diressi in camera e presi a rivestirmi con qualcosa di comodo. Io e Jared eravamo letteralmente corsi via di casa perché avevo rischiato di fare tardi a lavoro, e non ci eravamo messi d'accordo sul da farsi. Mi appuntai mentalmente di chiedergli il numero di telefono, visto che era ridicolo non esserselo ancora scambiati.

Proprio allora sentii la porta di casa aprirsi.

«Madison?» chiamai dal corridoio.

«Scarlett, sono io».

«Sei stata fuori tutto il giorno?»

Mi raggiunse, con un sorriso a trentadue denti «sono stata con Cole allo zoo».

Sgranai gli occhi, incredula «mi prendi in giro?»

Scosse la testa con fermezza «te lo giuro! Abbiamo passato un pomeriggio stupendo e abbiamo preso in giro i babbuini che si annusavano il sedere».

«Oh, forte» commentai decisamente sorpresa.

Tornai in camera per vestirmi, e Madison mi seguì.

«Esci ancora con Jeremy?»

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Tossii fino a perdere un polmone, e mi voltai verso Madison interdetta.

«Ehi, Jeremy! Carino, occhi azzurri, l'amico di Tracy...»

Mi nascosi dietro l'anta dell'armadio aperto «no, no» cercai di tagliare corto «non è il mio tipo»

Madison non rispose più. Mi sentii picchiettare sulla spalla, e me la ritrovai dietro con le braccia conserte e un'espressione indecifrabile.

«Cazzate» disse secca.

«Come, scusa?» ribattei, aggrottando le sopracciglia.

«Spogliati» mi ordinò, facendo un cenno in direzione dell'accappatoio.

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