Mentre inserivo la chiave nella toppa, sperai vivamente di non trovare Madison in casa. Ero in lacrime, con il trucco che colava in ogni dove, gli occhi gonfi e il cuore che necessitava di qualche punto di sutura immediato. Perdevo sangue dall'interno, e non c'erano ferite più gravi di quelle che risultavano invisibili e al tempo stesso così profonde. Mi richiusi la porta alle spalle, poi feci un rapido giro della casa alla ricerca di mia cugina. Sospirai : nessuna traccia di lei. Eppure, una parte di me, ne era dispiaciuta. La Scarlett ancora bambina e vulnerabile aveva bisogno di un abbraccio e di qualcuno che le sussurrasse che sarebbe andato tutto bene. Avevo paura di essermi persa, ed avevo paura di averlo perso. Se pensavo che fosse davvero finita, mi sembrava incredibile. No, non era finito un bel niente, lo sapevo...la situazione sarebbe rimasta in sospeso e mi avrebbe uccisa lentamente giorno dopo giorno. Io lo amavo, ma lui non amava me. Sembrava un'ottima motivazione per poter dire basta, eppure...mi volevo così male, che nessuna ragione al mondo sarebbe stata in grado di strapparmelo via dalla testa.
Sentivo ancora il bisogno di respirare il suo odore, di sfiorare i suoi tatuaggi con i polpastrelli, di sentirlo ansimare sulle mie labbra...
L'amore era micidiale.
Mi tolsi rapidamente i vestiti e misi il pigiama. Sola. Sentii freddo persino sotto le coperte, il buio che sembrava l'unica opprimente realtà destinata a circondarmi. Mi strinsi in me stessa, portando le ginocchia sino al petto. Tremai e piansi come se il mondo intero mi fosse appena scivolato via dalle mie mani. Trascorsi la prima ora senza chiudere occhio, poi il cellulare vibrò. Allungai controvoglia il braccio ed afferrai l'oggetto sopra il comodino. La luce mi accecò e dovetti socchiudere gli occhi. Non appena lessi il nome sul display, il mio cuore prese a battere con più violenza.
Jared :
"Le cose diventano più dolci quando sono perdute. Lo so perché una volta volevo qualcosa e l'ho ottenuta. È stata la sola cosa che abbia mai voluto davvero, Dot, e quando l'ho ottenuta mi si è ridotta in polvere fra le mani."
Sorrisi, mentre le lacrime fluivano via dagli occhi con più irruenza «Belli e Dannati» mormorai, scuotendo la testa.
Presi il cuscino tra le mani e lo morsi, soffocando un urlo di rabbia e disperazione.
«Perché mi hai fatto questo?» biascicai, stremata dai singhiozzi.
Fissai lo schermo del cellulare, e con i polpastrelli umidi digitai la mia risposta.
Lascia che quella polvere voli via, allora. Mi hai già distrutta.
Dovetti alzarmi dal letto per quanto stavo male. Mi colpivano fitte su fitte allo stomaco e la nausea, alimentata dai singhiozzi, non voleva saperne di lasciarmi in pace. Corsi in bagno, rischiando di inciampare più volte, ed ansimante mi guardai allo specchio. Stavo uno schifo. Le occhiaie bluastre sotto gli occhi, la pelle di un pallido bianco malaticcio, le labbra gonfie e screpolate. Questo era quello che lui mi aveva fatto ; dovevo tenerlo a mente per non ripetere più errori simili in futuro. Chiusi gli occhi, inspirando profondamente, sentendo di stare per esplodere. Alla fine non ce la feci più e, china sulla tazza del water, tirai fuori anche l'anima.
«Scarlett?!» mi chiamò una voce familiare alle mie spalle «Stai bene? Sei ubriaca?» chiese ancora Madison, palesemente allarmata.
Scossi la testa come potei, e subito dopo sentii le sue mani sfiorarmi il collo per sollevarmi i capelli. Vomitai ancora, poi, stremata, mi sedetti a terra contro le gelide piastrelle della parete. Madison si sedette accanto a me e mi scrutò a lungo, senza dire una parola.
«Che succede, S?» chiese dolcemente, adagiando una mano sul mio ginocchio.
Scossi la testa, prendendo un pezzetto di carta igienica per pulirmi la bocca.
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...