Epilogo

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I mesi erano volati, passando rapidamente sopra le nostre teste, oltre i baci e le carezze. E tutto, per la prima volta nella mia vita, era finalmente al proprio posto. Sapevo che niente avrebbe più potuto distogliere la mia attenzione da quell'immagine nitida e definita nella quale mi specchiavo, giorno dopo giorno, felice come non avevo mai pensato fosse possibile. Ci erano voluti mesi, ci erano volute lacrime, schiaffi, grida, e per un po', avevo perso il senso di che cosa volesse dire sentirsi vivi. Non si trattava soltanto di Jared, che nel mio percorso era diventato un punto di riferimento primario, una seconda casa, ma si trattava di me, di quanto ero stata disposta a rischiare e di tutte le volte che con il cuore a pezzi avevo deciso di essermi fedele e di amarmi, di vedere l'amore, pericoloso in tutte le sue forme, e di accettarlo nella sua complicatezza, perché senza avrei imparato soltanto una piccola parte di quello che sono. Capii che invece, per conoscersi sul serio, non bisogna combattersi, ma assecondare quello che la vita vuole da noi, ascoltare le parole che grida a gran voce quando si è soli nel proprio letto e si sente freddo nelle ossa. E rischiare, rischiare sempre, non importa come, con chi o dove, perché starsene comodi e chiusi in se stessi è troppo facile, quando oltre la porta c'è il mondo che suona, che piange e che sbotta. Siamo belli così, non credete? Con le braccia aperte, le pupille come spilli nella notte e le labbra piene di parole.

Adesso sono felice.

E non esiste alcun segreto per esserlo. Ma credetemi se vi dico che felicità è come un profumo che una volta sentito per le strade non ti levi più dalla testa e che cominci a sentirlo dovunque, sui vestiti, tra i capelli, sulla pelle. Alcune volte è più forte, altre è più lieve e se lo porta con sé il vento. E' un po' come una leggenda, come le storie che ti raccontano da bambina e alle quali decidi di credere. Soltanto perché qualcosa non è visibile all'occhio umano, non vuol dire che non esista dentro il cuore.

Dopo quel giorno all'aeroporto, io e Jared non ci lasciammo più neppure per un istante. Ma non nascondo che ci volle tanta forza di volontà per stargli accanto sempre ed insegnargli l'arte dell'amare se stessi, nascosta dentro gli occhi miei quando lo guardavo assuefatta al mattino e mi sussurrava il buongiorno. Jared non era il principe azzurro di nessuna fiaba, non era perfetto, non era facile capirlo, e dentro di sé viveva ancora quel suo lato ribelle che amavo. Ma felicità si nascondeva tra i sentieri della sua pelle, non come i disegni messi lì a fare da cerotti sulle ferite invisibili, ma come una cura che svelava cicatrici e raccontava storie. Sapevamo di amarci e di appartenerci, e l'amore non si dubita ma si apprende, in silenzio, quando si capisce che non potrà fare freddo per sempre.

Lentamente, tutti, trasportati dal corso di eventi irreversibili, andammo avanti. Alex si trasferì a New York assieme a Cameron e la sua band, per proseguire con la sua carriera di attrice dopo aver ottenuto una parte da protagonista per un nuovo telefilm prodotto da reti internazionali. Ma forse ne avete già sentito parlare, o l'avrete vista sugli schermi senza sapere che si trattasse di lei, senza sapere se davvero, in tutta la sua esuberanza e stranezza, sia realmente esistita. Così, Jared decise di stabilirsi sino al momento del suo ritorno nel nostro appartamento. Un nuovo coinquilino, ci credete? Un tipo piuttosto affascinante, devo ammettere, ma incredibilmente rompiscatole. Mia cugina, invece, trovò una nuova coinquilina : una certa Emma, ossessionata dai cartoni della Disney e logorroica a livelli insostenibili. Era una tipa apposto, seppure Madison mi avesse confidato di aver pensato di soffocarla più volte durante il sonno. Camilla e Jake, invece, si erano lasciati quando lui aveva deciso di provare a sfondare nel mondo della musica a New York, e non era stato facile per lei, che aveva promesso di non abbandonare mai più Chicago, la sua unica e vera casa. Ma, ehi, Camilla era una tipo tosta, più tosta del fratello, se possibile, e sembrava cavarsela per il meglio, considerando che teneva i voti più alti dell'intero corso di Economia.

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