Fiamma viva

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Strabuzzai gli occhi più e più volte, nel tentativo di schiarirmi la vista ed accertarmi che si trattasse solo di un pessimo scherzo frutto della stanchezza. Affannata e china su me stessa, squadravo ogni centimetro di quell'assurda apparizione. Ma sebbene quasi niente fosse cambiato, eccetto per il taglio di capelli, sentii il cervello gridare a squarciagola che si trattava proprio di lui.

Jared era tornato.

E mentre realizzavo quello che mi era impossibile da mandare giù, una mano grande e dalle dita lunghe e sottili, mi si parò davanti al viso. La fissai in attesa di realizzare, e poi l'allontanai con uno schiaffo, risollevandomi con le mie sole forze.

Per un attimo avevo scordato quanto Jared fosse alto, e quanto i suoi occhi fossero magnetici o la linea della mascella fosse affilata; affilata come lui, che mi guardava, apparentemente divertito, in attesa di una mia spiegazione. Si avvicinò sino a che non mi drogò col suo odore e mi schiacciò contro la staccionata.

«Hai bevuto? Sei nei guai?» chiese la sua voce profonda, punta da una nota di preoccupazione.

Sgranai gli occhi, incredula «torni dopo essere stato chissà dove per tutto questo tempo, e mi tratti come una bambina che dev'essere salvata?»

Jared sorrise e si fece indietro, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte «sempre lo stesso caratteraccio, eh?»

Scossi la testa, col cuore che rimbombava ancora dentro la cassa toracica «va' al diavolo e tornatene da dove sei venuto».

Lui rise sardonico «lo farò molto presto, non preoccuparti» si voltò e fece per tornare sui suoi passi «buona serata, Scarlett» risuonò l'eco della sua voce, lasciandomi sola, stremata e confusa.

Restai lì per quel poco che bastasse a riprendermi dallo shock, ma anche quando credetti di essere lucida a sufficienza, continuavo a sentire il mio cuore palpitare ferocemente. Era tornato e non sapevo né perché, né per quanto, ma era tornato, e vederlo era stato un colpo che non avevo messo in conto.

Poi, tra mille emozioni, qualcosa si fece spazio e riaffiorò sino a diventare l'immagine vivida di un avvertimento. Madison. Cameron. Forse persino Alex. Sapevano tutti del suo ritorno, tutti tranne me.

Salii le scale del portico e mi diressi verso l'entrata come una scheggia; quando Bruce provò a chiedermi come stessi, lo liquidai con un brusco gesto della mano. All'interno, le persone e la confusione erano gradualmente aumentate, ma riuscii comunque a scorgere Luke, seduto su una poltrona, mentre guardava il display del suo cellulare. Tornai in cucina e presi uno dei bicchieri di carta, poi mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa di più forte della semplice birra. Jack Daniels. Ne versai un dito nel bicchiere e lo buttai giù tutto d'un fiato.

«Sorella» mi chiamò un tipo che aveva l'aria di essere più andato di Lindsay Lohan ai tempi d'oro «quel coso stende pure i cavalli» rise, sollevando gli occhi al cielo «una volta avevo un pony...»

Il fuoco che mi si sprigionò in gola mi spinse a tossire un paio di volte, togliendomi il fiato.

«Un'altra volta, okay?»

Il tipo mi guardò con quella sua aria goffa e confusa, poi annuì.

Salii le scale di corsa, e quando raggiunsi il secondo piano, mi diressi verso un corridoio. Non avevo idea di dove diavolo mi stessi cacciando, né ero mai stata lì prima d'ora. Ma se avevo imparato una cosa, era che quel gruppo di tatuati scansafatiche non si mischiava mai con la plebe. Aprii la prima porta che mi capitò alla sinistra, ma rivelò solamente una camera da letto dalle lenzuola disfatte. La seconda, invece, era chiusa a chiave, segno che qualcuno si stava dando da fare al suo interno. Fu allora che sentii la risata inconfondibile di Alex provenire dalla stanza in fondo al corridoio. Quando la spalancai, con parecchia irruenza, gli occhi di tutti si fissarono basiti su di me. L'unico sollievo fu che Jared non era lì. Cameron, Alex, Cole, Madison ed un tipo dai capelli rossicci e l'aspetto di un boscaiolo smagrito, aspettavano una mia reazione. Intercettai volontariamente lo sguardo di Madison, che mugolò qualcosa e sollevò gli occhi al cielo.

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