Il mattino seguente, se non fossi stata svegliata da quel continuo parlottare di sottofondo, neppure la luce più viva del sole stesso sarebbe stata in grado di buttarmi giù dal letto. Dolorante fin dentro le ossa e stanca come se avessi perso il sostegno dei muscoli nel corpo, schiacciai di più la testa contro il cuscino fradicio e mi rinacchiai a mo' di feto sotto l'intreccio di coperte.
Le voci, più nitide, tornarono a rimbombare nella mia testa.
«Non capisco come sia successo» affermò qualcuno sottovoce, un ragazzo.
«Anche se mia cugina passa più tempo con te che con me, con cui oltretutto vive, sono contenta che abbia il tuo sostegno, Austin ; sei un bravo ragazzo».
L'altro rise sommessamente «sono sicuro che troverete il modo di riavvicinarvi, Scarlett ha solo bisogno di tempo».
«Già, tempo» gli fece eco Madison.
Ricordavo poco e niente della nottata appena trascorsa. Quello di cui ero quasi certa, però, era di aver sognato Jared e di essermi messa a piangere disperatamente ; avevo ancora gli occhi gonfi. L'immagine di cui non ero del tutto sicura, era quella di Luke che si stendeva al mio fianco, disposto a scaldarmi con il suo stesso corpo. Mi voltai, aprendo gli occhi a fatica, ma l'altro lato del letto ero vuoto ; disfatto, ma vuoto.
Fu allora che qualcuno bussò alla porta e che lo spiraglio di luce entrò da questa sempre più violentemente.
«Scarlett» mi chiamò mia cugina con un'insolita dolcezza «sei sveglia?»
Mugugnai un sì, stordita e controvoglia. Avevo ancora freddo.
Sentii i passi di Madison farsi più vicini, sino a fermarsi completamente. E poi sentii l'odore dei suoi capelli ed il calore del suo respiro sfiorarmi il viso.
Mi mise una mano sulla fronte, alla quale mi ribellai e trasalii per quanto era fredda «hai ancora la febbre» affermò, alzando il tono di voce «è ora che torni a casa, anche se non hai voglia di alzarti».
Mugugnai qualcos'altro e mi sforzai di tenere gli occhi abbastanza aperti da poterla mettere a fuoco «ti ha chiamato Luke?»
«Chi?»
Scossi la testa, sospirando e portandomi le mani sugli occhi. Madison mi tolse il lenzuolo di dosso con ben poca dolcezza, poi mi offrì il suo aiuto per alzarmi dal letto. Fatta eccezione per il giacchetto, indossavo gli stessi vestiti della sera prima, con l'unica differenza che adesso erano sporchi ed umidi.
Austin si affacciò dalla porta della camera «buongiorno» mi sorrise con quella sua solita espressione sorniona «come ti senti?»
«Come se avessi preso la sbronza più incredibile della mia vita» risposi con un filo di voce.
Mi appoggiai alla spalla di Madison, che mi aiutò ad infilare le scarpe poco distanti dal letto. Nel tentativo di camminare nonostante il rintronamento, cercai con lo sguardo la sagoma di Luke al fianco di quella di Austin, ma del cugino non c'era traccia.
«E' uscito circa un'ora fa» mi spiegò il ragazzo, cogliendo nei miei occhi l'esigenza di trovarlo «aveva lezione, ma mi ha detto di salutarti e di ringraziarti per il film di ieri sera, incluso il finale con tanto di febbre a quaranta. Ha detto che vi vedrete in giro».
Annuii delusa, con mia grande sorpresa. Cosa diavolo m'importava di un ragazzo conosciuto la sera prima?
«Di chi cavolo state parlando?» chiese Madison, spostando gli occhi prima sul mio viso e poi su quello di Austin.
Rispose lui per me «di Luke, mio cugino».
«Oh, bene» borbottò Madison, stralunando gli occhi «abbiamo anche la versione meno figa delle cugine Summers, allora...divertente».
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...