Quando tornai a casa, Austin m'intercettò in soggiorno e con un'espressione piuttosto allarmata, mi fece cenno di seguirlo. Appesi il giubbotto sull'appendiabiti e mi sfilai dalla testa il cappello. Uno strano senso di angoscia mi spinse a dosare persino il peso dei miei passi.
Sollevai un sopracciglio, per incitare Austin a sputare il rospo.
Lui si guardò dapprima intorno, poi mi afferrò per entrambe le spalle «dovresti parlare con Luke».
Sgranai gli occhi, sorpresa «va tutto bene?» chiesi, indagando sulla sua espressione «sei...strano».
Ma il ragazzo si limitò a mordersi un labbro «quando oggi sei stata via» ammise «abbiamo parlato di voi due, ed era giù perché pensa che tu possa piantarlo in asso».
In un misto tra incredulità e preoccupazione, tentai di replicare «non è successo niente di così grave, perché dovrebbe pensarlo?»
Austin sospirò «voglio solo accertarmi che sia tutto okay. Luke non è stato sempre il ragazzo che vedi oggi».
«Che intendi dire?» la mia voce s'incrinò appena, segno di quanto quella conversazione cominciasse a farsi strana.
Scrollò le spalle nel tentativo di minimizzare la cosa «è stato poco bene in passato, ma adesso è tutto okay».
Austin si voltò, e quando tentai di richiamarlo, mi mimò che stava andando a studiare e che Luke era in camera sua.
Pensai in un primo momento di raggiungerlo e di parlargli del mio imminente trasferimento, ma capii che forse sarebbe stato meglio aspettare.
Arrivata davanti la porta della camera di Luke, tentennai prima di bussare. Che diavolo stava succedendo? Credevo che io e lui ci fossimo chiariti, ma la conversazione con Austin sembrava voler affermare tutto il contrario.
«Avanti» rispose la voce ombrosa del ragazzo.
«Ehi» lo salutai, affacciandomi dallo stipite della porta «tutto bene?»
Luke, che se ne stava allungando sopra il letto con un libro tra le mani, sembrò sorpreso «dovrei farti la stessa domanda, entra».
E così feci. Mi sedetti sul ciglio del letto che cigolò per la stanchezza.
«Com'è andata con quella tua amica?»
Sorrisi spontaneamente «è andata bene; abbiamo finalmente sventolato bandiera bianca e ci siamo chiarite».
Lui sorrise, eppure sentii che qualcosa, nei suoi occhi, lo tradii «bene, sono contento...dovrai farmela conoscere».
A quel punto, scattai dal letto e mi presi il mento fra le mani, fingendo di riflettere «e se avessi la giusta occasione per farlo? Come stasera, ad una festa?»
Luke parve inizialmente disorientato «una festa? Intendi quella degli A.L.T. ?»
Annuii vivamente «ti prego» lo supplicai subito dopo «andiamoci insieme! Austin ormai studia tutte le sere ed io ho voglia di fare qualcosa di diverso ed Alex mi ha garantito che sarà fantastico».
Luke si mise a sedere «d'accordo» sospirò «ma spero che nessuno dia fuoco a niente come è successo l'anno scorso».
Saltellai dalla gioia e gli schioccai un bacio sulla guancia.
«Ehi» mi richiamò, mentre facevo per uscire dalla sua camera «è tutto okay tra me e te?»
Gli sorrisi in modo sincero «sì, lo è».
Luke infilò le chiavi nella macchina del cugino e schiacciò il piede sull'acceleratore. Non sapevo bene quale look fosse il più indicato per la festa di una confraternita, ma avevo optato per un top ricamato in pizzo ed un paio di calzoncini neri aderenti. I tacchi già dolevano contro la pianta del piede. Luke, con la camicia a pois abbottonata fin sopra il petto, si voltò a guardarmi.
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...