Cosa c'è di peggiore del dover fingere che vada tutto bene, mentre senti il mondo dentro e fuori di te andare completamente a rotoli? Quando perdi ogni certezza, quando non riesci più a ritrovarti in te stessa, quando sai che cosa vuoi, ma non avresti il coraggio di ammetterlo ad alta voce...
Era trascorso un altro giorno, i miei erano ancora lì a Chicago, e si godevano la loro visita come dei perfetti turisti e al tempo stesso dei genitori pieni di amore e di premura. Peccato che non fosse quello il tipo di amore di cui avessi bisogno all'ora. Dopo la cena in pizzeria, ero entrata in una sorta di stato di panico che lentamente mi aveva condotta ad una totale indifferenza verso il mondo esterno. Mio padre rischiava di finire sotto una macchina? E pazienza. Madison mi diceva di aver bisogno del mio aiuto per sgattaiolare via di casa? E chi se ne fregava. Niente che non riguardasse Jared era in grado di attirare la mia attenzione. Pensavo solo a lui, volevo solo a lui. Di notte, da sola nel mio letto visto che mia cugina avrebbe trascorso la nottata altrove, rivivevo i momenti più belli che noi due avevamo trascorso insieme. La prima volta che avevamo fatto l'amore, lì, in quello stesso letto...la sua voce che mi aveva sussurrato il buongiorno, il suo corpo che spingeva alla dipendenza...il suo modo unico di baciarmi, con desiderio, passione e dolcezza. E alla fine non chiusi occhio, anzi, mi ritrovai a singhiozzare nel buio di quella stanza persa nel silenzio. Quella stessa mattina, però, avevo deciso di non arrendermi ; cellulare alla mano e batticuore, avevo digitato il numero di Camilla che mi aveva lasciato Cole. Aveva risposto dopo tre squilli con voce piuttosto provata, il che voleva dire che aveva tenuto il cellulare a portata di mano per tutta la notte. Quale fu il resoconto di quella telefonata? Camilla non vedeva né sentiva suo fratello dalla sera della cena. Mi aveva detto di aver addirittura chiesto a suo padre, il che richiedeva un grande sacrificio da parte sua, e la risposta era stata sempre la stessa : Jared era sparito nel nulla, ma questa volta avevo più paura della prima.
Proprio per questa serie di motivi, non riuscivo neppure a scolare qualche confezione di spaghetti senza rischiare di ustionarmi gravemente. Sbuffai ed imprecai, con Madison al mio fianco che mi guardò di sottecchi.
«Tutto okay? Cole mi ha detto di Jared» cominciò, abbastanza scossa «mi dispiace S, ma vedrai che tornerà a farsi vivo. Dovrà ricominciare l'università, no?»
Scossi la testa, mordendomi un labbro «non capisco che cosa gli stia passando per la testa» ammisi a bassa voce, mollando le presine sul ripiano della cucina «o meglio, lo so, ma non capisco il motivo per cui si ritrovi a scappare senza dire più niente a nessuno. Non è giusto!» mi lamentai, vagamente esasperata «Ci sono delle persone che tengono a lui, e se ne frega. Se ne frega sempre di tutto e di tutti» sospirai dopo quello sfogo sentito.
Madison adagiò una mano sulla mia piccola spalla e mi scostò una ciocca di capelli dal viso «faccio io qua, tu vai a vedere che stanno combinando i tuoi» poi mi guardò negli occhi, piuttosto seria «si risolverà tutto. Anche Cole è convinto che si rifarà vivo presto».
Sbuffai «lo spero».
Tornai in salone dai miei genitori ; mio padre stava guardando una partita dei Chicago Bulls, mentre mia madre inneggiava per una squadra scelta a caso e, probabilmente, in base alla preferenza dei colori. M'infilai tra di loro, guardando prima mio padre, tutto assorto dal match, e poi mia madre.
«Vi voglio bene».
Mio padre si voltò verso di me, sorpreso «come mai questa confessione gratuita di affetto? Hai bisogno di soldi?»
Mia madre, invece, strisciò sino al mio fianco e mi cinse le spalle «quanto sei insensibile, Steve. Nostra figlia è soltanto una ragazza straordinariamente buona e dolce».
«Oh, di certo non ha ripreso da te».
Sorrisi per il battibecco e mi lasciai stringere da tutti e due, in un meraviglioso e raro abbraccio di gruppo. Volevo sentirmi al sicuro, protetta come quando si è bambini e non esistono altri bambini dall'aria misteriosa e pieni di tatuaggi. Piccola come quando ci si rannicchia sotto le coperte e ci s'ingozza di cioccolata, già. Peccato avessi scordato da tempo che cosa si provasse a sentire quella sensazione.
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Paper Skin
RomanceScarlett Summers è una ragazza di provincia dalle grandi ambizioni e un debole per le metropoli piene di caos, ma anche di possibilità. Ottenuta una borsa di studio per la più prestigiosa università di Chicago, non ci pensa due volte prima di abband...