capitolo 39.

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Passata una settimana ormai e i giorni erano tutti monotoni e noiosi.
Oggi, martedì, piove a dirotto.
Scendo dalla macchina di papà e lo saluto con un bacio sulla guancia e corro velocemente dentro scuola.
Vado al mio armadietto e ci metto dentro la borsa, non avendo lezione la prima ora.
Chiudo l'armadietto e mi dirigo alle macchinette, dove per mia grande sfortuna, vedo Jack e un suo amico.
Appena i due si accorgono di me, smettono di parlare. jack guarda me e io guardo lui, mentre l'altro ragazzo tira una manata a Jack, che si riprende e senza dire niente se ne va.
Mi avvicino alla macchina e metto i soldi dentro e mi prendo un pacchetto di patatine.
Mi abbasso a prenderla, ma sento una mano dare un colpettino al mio culetto.
Mi alzo di scatto, trovandomi davanti Taylor.

« deficiente che non sei altro, come ti permetti»

Lui scoppia a ridere, abbracciandomi.

« andiamo dagli altri»

Afferma, prendendomi per mano e andando in corridoio principale.
Sono tutti seduti li, per terra e con mia grandissima sorpresa ci sono anche Ethan e Grayson.
Appena si accorgono di me si alzano tutti in piedi per salutarmi o con un abbraccio o con un bacio.
Mi siedo poi tra le gambe di Cam che mi lascia un piccolo bacio sulla spalla.

« che bello, siete quii»

Dico rivolgendomi ai due gemelli

Parliamo un po' finché davanti a noi non passa la vicepreside

« voi, non avete lezione?»

Chiede indicandoci tutti

«noo»

Rispondiamo noi in coro e lei se ne va.
Qualche minuto dopo di lei, passa Sam

« Sam, vieni, unisciti a noi»

Le ordino e lei sorride, sedendosi di fronte a me, salutandoci con un semplice ciao.

« loro sono Ethan e Grayson»

Le presento i due nuovi del gruppo e lei sorride facendo un saluto con la mano

Mentre scherziamo a ridiamo, sentiamo un grandissimo tonfo che fa spaventare tutti.
Ci guardiamo in torno e vediamo tutti che corrono nella stessa direzione, allora decidiamo di andare anche noi.

« che sta succedendo?»

Mi chiede Ethan e io faccio spallucce.
Arriviamo dove la folla è ferma e capiamo che si tratta di una rissa. Io e Taylor, essendo i più curiosi e popolari, ordiniamo a tutti di spostarsi e con mia grande sorpresa, vedo Dylan che prende a pugni Kevin.

Questa situazione mi fa venire in mente il giorno in cui ha picchiato a morte Cameron perche aveva scoperto che mi aveva sverginata e lo aveva mandato in ospedale.

« COME HAI POTUTO MINIMAMENTE TOCCARLA ANCHE SONO CON UN DITO?!»

urla Dylan, in preda ad una crisi isterica, mentre Kevin non riesce neanche più a reggersi in piedi.

« sei stato tu ad ordinarmelo»

Controbatte il ragazzo

« QUESTO NON TI DAVA IL PERMESSO DI FARLO LURIDO FIGLIO DI PUTTANA»

dice tirandogli altri pugni e calci, talmente forti da far svenire Kevin.

Senza pensarci due volte, corro verso Dylan e mi metto davanti a lui abbracciandolo.
All'inizio sta fermo, poi avvolge le braccia attorno alle mie spalle.
Non ci sono più rumori, solo il suo respiro irregolare.

« basta Dylan, fermati, tranquillo»

Dico dolcemente e sembra calmarsi.
Mi stacco da lui e ordino a qualcuno di chiare un ambulanza mentre, come al solito qualcuno ha fatto la spia e ci ha raggiunti la vicepreside.
Prende Dylan e lo porta nel suo ufficio.

« perche cazzo lo hai abbracciato»

Mi chiede, Cameron, appena mi avvicino a lui

« dai, non fare cosi, stava per ucciderlo quel ragazzo»

« mica lo odiavi?»

« ooh, Cameroon basta fare il bambinoo»

Mi lamento alzando gli occhi al cielo

« se sono un bambino, perche non vai da Dylan visto che è tanto uomo»

Grida, per poi darmi le spalle ed andare via.

« tranquilla gli passerà»

Cerca di sorridermi Nash

« si attacca al cazzo, non sto ai suoi comodi»

Dico lasciando li tutti e dirigendomi verso la vicepresidenza.
La porta è ancora chiusa, quindi presumo che Dylan sia ancora dentro, allora mi siedo per terra.
Minuti dopo, vengono i genitori di Dylan, che mi salutano velocemente ed entrano.
Dopo interminabili minuti, la porta della vicepresidenza si apre e io mi alzo in piedi.

« arrivederci»

Salutano i genitori di Dylan.
Appena fuori, il papà di Dylan da a lui cinque minuti massimo per parlare con me, mentre loro escono dalla scuola.

« mi hanno sospeso per una settimana»

Mi informa per stare poi zitto a testa bassa.
Quando alza finalmente lo sguardo mi sorride.

« ti importa ancora di me vero?»

Non gli rispondo e sto zitta. Mi giro e cerco di andarmene, ma lui mi blocca dal polso e fa scontrare la mia schiena al suo petto, avvolgendo le sue braccia attorno al mio bacino, stringendomi forte.

« ti voglio bene piccola»

Mi da un bacino sulla guancia e poi si stacca da me e sento poi solo la porta d'ingresso che fa rumore, non ho neanche il coraggio di girarmi.

«Il nemico del mio migliore amico»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora