Capitolo 5

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Era una ragazza molto insicura. L'insicurezza aveva sempre fatto parte della sua vita. Aveva le caratteristiche peggiori che si potessero desiderare: timida, impacciata, insicura,determinata nei momenti sbagliati, introversa. Molto introversa. Forse anche troppo. E riceveva sempre critiche per questo. Quando era più piccola, era talmente introversa che i genitori le davano persino la spinta per fare amicizia con una coetanea.

Il suo luogo preferito, dove poteva essere se stessa senza essere giudicata, era la musica.
Lei componeva melodie con la chitarra, strumento del padre che ha scoperto sin da subito. Non era nuovissima, ma si manteneva abbastanza bene. Era fatta in legno e aveva una federa blu che la ricopriva interamente. Insomma, per Anna è sempre stato uno strumento musicale fantastico, ma voleva imparare a suonare bene come il papà. Però le possibilità economiche erano ristrette, così ha imparato da sola. Con il libro di musica delle scuole medie, imparava. Perciò era fiera di quello che componeva. Perché era autodidatta e le melodie erano le sue, personali. E ci teneva tanto.

Ma oltre a comporre la musica, amava ascoltarla. Ma non ascoltava la musica intesa come melodia, ma ascoltava il testo.
Testo cantato da persone che non conosceva, ma che la capivano come nessun altro. E stava bene solo se aveva delle cuffie nelle orecchie. Altrimenti si sentiva a disagio.
Si sentiva in un mondo che non era il suo. Invece con la musica si immagina tutto un mondo fantastico, fatto solo di cose belle, cose che ci fanno stare meglio, che magari ci fanno distrarre dai problemi quotidiani e che ci fanno stare bene. Almeno per un po'.

Fottuta distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora