Capitolo 31.

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Jason.

«Come cazzo è potuto succedere?» chiedo al punto di scoppiare.

Non è possibile che lei l'abbia saputo così. Non doveva succedere, e invece è successo. E adesso sono nella merda, perché so che lei non mi amerà più.

E se perdo lei, ho perso tutto.

«Non... non lo so. Forse mi è scappato. Non avrei dovuto dirle che è morta per colpa tua, okay? Ho sbagliato.»

Purtroppo tra le poche cose vere che Kristine sa di me, c'è anche questa.

«Cazzo!»

Involontariamente tiro un pugno contro il volante, provocandomi un forte dolore alle nocche.

Mi ha sempre dato fastidio il fatto che anche lei sapesse di mia madre, e ovviamente pensava e pensa tutt'ora che è colpa mia. Ma come biasimarla.

«Scusami, devo andare.» dice prima di staccare la chiamata e lasciarmi con un'infinità di preoccupazioni sulle spalle.

Non mi rimane niente da fare. Ora che la relazione tra me e Samantha è finita non mi rimarrà più niente. Perché so con tutto me stesso che tra poco mi chiamerà, e mi dirà senza troppi giri di parole che non vuole stare con me. E andava tutto così bene, ma se solo lei non avesse saputo la triste verità, tutto sarebbe andato meglio. Avrei voluto così tanto che il mio passato non la influenzasse, ma purtroppo è successo, e non c'è mai stato nessun rimedio.

Impreco mentalmente, prima di accendere il motore e dirigermi dove non avrei mai voluto.

Samantha.

Ogni parola della conversione al telefono di Kriss continua a rimbombarmi nella testa.

E sono più che sicura che stesse parlando proprio con lui, anche se vorrei averne la piena certezza.

Senza farmi sentire da Kriss ritorno in bagno, rimanendo diversi secondi davanti allo specchio, a cercare di far tornare il mio fiato regolare, per la seconda volta.

Bussano alla porta.

«Sto uscendo.» dico asciugando le poche lacrime che mi sono ricadute sul viso senza sapere il perché.

Apro la porta trovandomi Kriss davanti, intenta a legare i capelli in una coda alta.

«Allora, andiamo?» chiede cercando di sorridere.

Annuisco decisa. «Certo, mi vesto velocemente e poi... andiamo.» dico con la voce quasi tremante.

Tengo stretta l'asciugamano, forse per nervosismo.

Spalanco l'armadio, traendone una maglietta color panna a maniche lunghe, e un jeans nero.

Mi infilo in fretta i vestiti, sotto lo sguardo attento di Kriss, che mi guarda andare da una parte all'altra della stanza.

Afferro le Converse e mi sistemo i capelli in una crocchia.

«Andiamo!» dico facendo scappare quasi un piccolo urlo.

Lei annuisce e mi segue, mentre esco dalla porta, dirigendomi verso le scale.

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«Hai intenzione di comprarti qualcosa?» chiedo giocherellando con una ciocca di capelli e osservando i diversi negozi davanti a me.

«Non lo so. Diciamo che sono uscita più che altro per recuperare parte del tempo che ho perso non stando con te.»

Kriss ha lo sguardo perso, continua a dondolarsi sui talloni, aspettando che io risponda.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora