Capitolo 18. (Sequel)

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Pochi secondi dopo mi ritrovo in acqua, completamente bagnata. Lo sguardo divertito di Jason mi fa venir voglia di ucciderlo, ma la sua risata mi provoca un uragano di emozioni dentro. Mi verrebbe soltanto voglia di avere le sue labbra a contatto con le mie.

Smette improvvisamente di ridere, avvicinandosi cautamente a me. I nostri occhi sono legati gli uni agli altri, e brillano al riflesso della luna.

La sua mano sfiora il mio braccio, provocandomi ancora più brividi di quanti io non ne senta già. «Sei sexy così, Samantha.»

Abbasso involontariamente la testa, è un sorriso mi spunta sul volto.
La sua mano sale sempre più su, fino a posare il suo palmo sulla mia guancia.

Il suo viso si avvicina lentamente al mio, facendo unire i nostri respiri in uno solo. Le sue labbra si posano dolcemente sulle mie, con la necessità e il desiderio di provare quel contatto che tanto è mancato.

Una goccia ricade sulla mia guancia, facendomi staccare da lui. Ne seguono tantissime altre, e quasi per la paura che qualcun altro oltre me possa toccare Jason, mi fiondo fra le sue braccia, sentendo il suo profumo risalire dalle mie narici.

Un respiro più profondo degli altri si impossessa dell'assenza di rumori, oltre quello delle goccioline che continuano a ricadere sull'acqua limpida e calma del mare. «Ti desidero, adesso. Non sai quanto io ti desideri.»

Mi distacco da lui, portando le mani all'estremità della maglia. Con un gesto non troppo veloce la tolgo, facendo lo stesso con i jeans ormai troppo attaccati alla mia pelle. Rimango davanti a lui, sotto il suo sguardo penetrante e desideroso. «Allora fammi tua.» sussurro.

Non aspetta un secondo di più, e fa lo stesso che tuo fatto io. I vestiti galleggiano sull'acqua, ma né io né Jason ce ne preoccupiamo.

Delicatamente mi sfila anche l'intimo, e lo stesso faccio io con lui. Mi trascina a sé, pelle contro pelle. Non sento neppure più i brividi di freddo. Al contrario, sto iniziando ad avvampare e a sentire un qualcosa dentro di me scatenarsi.

Lentamente si avvicina al mio collo, lasciando piccoli e umidi baci su di esso. Posso benissimo capire che si sta trattenendo, e lo stesso vale per me.

I nostri spasmi sovrastano quella tranquillità e quel rumore della pioggia che si sussegue.

Mi afferra le cosce, permettendomi di aggrovigliarle attorno al suo bacino.
Senza aspettare un secondo in più entra in me, lasciandomi per un attimo senza fiato, come se i miei polmoni avessero deciso di non far circolare più aria.

Sembra titubante, quasi come se mi volesse far abituare. Non abbiamo mai fatto l'amore al mare, non mi ero mai trovata in una situazione simile. Non avrei mai creduto di poter arrivare a fare così tanto con una persona. Se solo ripenso a quando l'ho conosciuto... Ero così diversa.

Le sue spinte si fanno sempre più veloci e più forti, col bisogno di volerne sempre di più, di sentirlo sempre più vicino. Iniziò a muovere i fianchi, assecondando i suoi movimenti, col desiderio di raggiungere il massimo.

Le sue labbra umide sulla mia pelle provocano un concentrarsi di emozioni dentro di me. Le gambe continuano a tremare, e sento di non riuscire a trattenermi ancora per molto.

I gemiti sono ormai più che frequenti, e i nostri corpi spingono l'uno contro l'altro, con la necessità di arrivare al culmine e di sentirsi sempre più stretti.

Perfettamente sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora